Sempre meno sport: così la Rai perde la corsa ai diritti tv
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Sempre meno sport: così la Rai perde la corsa ai diritti tv

Costi troppo alti e vincoli di utilizzo: la tv di Stato costretta a fare da spettatore nelle gare da centinaia di milioni di euro tra Sky e Mediaset. Ecco cosa vedremo (e cosa no) grazie al canone...

La consolazione per l'utente televisivo medio, ancora allergico a fare lo slalom tra decoder, abbonamenti e piattaforme differenti, è che la prossima volta che si accenderà la fiamma olimpica a Rio de Janeiro sarò tutto un po' più semplice e, soprattutto, gratuito. I Giochi del 2016 sono l'unico (ultimo?) grande evento sportivo che mamma Rai è riuscita ad assicurarsi in un mercato dei diritti tv così ricco e costoso da risultare impraticabile per la tv di Stato, vincolata da un bilancio in perenne rosso e dall'impossibilità di utilizzare gli strumenti pay come la concorrenza. A Rio nel 2016 sarà la Rai a mandare in onda in esclusiva le Olimpiadi: diremo addio al mosaico, ma certamente potremo seguire più di quanto visto a Londra nel 2012 (primi diritti a Sky e solo una parte degli eventi sulla Rai) e a Sochi, dove il chiaro - obbligatorio per legge - è stato coperto da Cielo.

Dietro i Giochi, però, il nulla o quasi. Almeno a livello di qualità degli eventi la Rai ha perso su quasi tutta la linea il confronto con Sky e Mediaset, ritagliandosi uno spazio importante negli sport di seconda e terza linea, ma lasciando per strada gli appuntamenti di maggior appeal per il pubblico. Cosa non vedremo sulla Rai nei prossimi mesi? Nulla della Champions League, per la quale viale Mazzini non ha nemmeno preso parte alla gara per il triennio 2015-2018, mentre il Mondiale di Brasile 2014 sarà visibile senza abbonamento a Sky per sole 25 partite su 64 ripetendo l'esperienza di Sudafrica 2010. La Rai potrà trasmettere l'Italia e le partite reputate migliori, ma non ci sarà il fascino di seguire tutta la rassegna.

Sempre restando al calcio, rimangono i gol a '90° Minuto', le amichevoli della Nazionale e l'esclusiva di Coppa Italia e Supercoppa Italiana che si stanno rivelando un formidabile bacino di ascolti. Probabile che la Rai si ripresenti alla gara per il triennio 2015-2018. Attenzione, però, perché l'Uefa sta per cambiare e cederà il pacchetto delle qualificazioni a Euro2016 con lo stesso sistema centralizzato utilizzato per Champions League ed Europa League: il rischio che mamma Rai non sia competitiva esiste.

Per gli altri sport si va dallo spezzatino del Mondiale di Formula Uno (9 gran premi in diretta e per gli altri 10 o Sky o la differita), all'esclusiva del Giro d'Italia, del Tour de  France e dei grandi appuntamenti di ciclismo e atletica leggera (Mondiali ed Europei). Nemmeno un'immagine, come ormai tradizione, del Motomondiale che dal 2014 passa da Mediaset a Sky facendo traslocare sulle reti del Biscione la Superbike. Il basket è visibile con una gara a settimana (lunedì sera) del campionato di serie A; il programma è confermato anche per la stagione 2014-2015. Niente Eurolega (Fox Sports 2 sul satellite) e niente Mondiali in Spagna, a maggior ragione dopo la rinuncia della Federbasket a partecipare comprandosi la wild card.

Inviibili i grandi meeting di atletica (Fox Sports), gli sport americani (Fox Sports), i maggiori campionati di calcio in Europa (divisi tra Sky e Fox Sports e distribuiti anche sulla piattaforma del digitale terrestre di Mediaset Premium, le competizioni europee di volley (Fox Sports) e il grande tennis con l'eccezione del Roland Garros tra i tornei dello Slam. Chiude il grande rugby: niente Rai anche in questo caso, il Sei Nazioni va in onda su DMAX che ha scelto la palla ovale come lancio di un marchio poco conosciuto e a rischio di perdersi nella miriade di canali del digitale terrestre, Perchè la morale è semplice: lo sport in tv tira sempre. Ci sarà un motivo per cui i diritti dei grandi eventi costano sempre di più...

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Giovanni Capuano