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Premier League: a Manchester derby a ora di pranzo per la prima serata Tv in Cina

Calcio d'inizio alle 12.30 locali (13.30 italiane): match e orario "su misura" per fare ancora più affari in Oriente. Tutto l'opposto della nostra Serie A

E' la partita più ricca della storia per investimenti (700 milioni spesi dalle due società per allestire le squadre in campo), campioni e allenatori: Mourinho contro Guardiola, 40 milioni di stipendio in due. Il meglio del meglio in Europa. Il derby di Manchester (City contro United) segna il sorpasso della Premier League sul resto del mondo. Fino ad oggi era il Clasico spagnolo ad avere la palma di sfida più 'in' della stagione: ora i rapporti di forza si invertono. 

E' l'effetto della grande ricchezza piovuta sui club inglesi con il rinnovo del contratto tv che ha riversato nelle casse delle società 7 miliardi di euro per il triennio 2016-2019. Soldi in gran parte provenienti dai diritti esteri, dal momento che la Premier è ormai un prodotto globale, venduto ovunque e visto da miliardi di persone in ogni parte del globo. E' la vera forza di un torneo la cui crescita preoccupa le altre big, tanto da averle spinte a immaginare la Superlega per poi ripiegare sulla riforma della Champions League che dal 2018 darà più forza alle società con alle spalle investimenti e tradizione.

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Si gioca alle 12,30 per la Cina e gli Stati Uniti
A Manchester si gioca alle 12,30 locali (13,30 italiane). Forse non piacerà ai tifosi inglesi, che pure sono abituati ormai da anni a vedere i loro big match programmati nel primo pomeriggio o all'ora di pranzo. Di sicuro è la fascia oraria che permetterà la massima diffusione sui mercati televisivi più ricchi al di fuori dell'Europa. In Cina sarà quasi prime time, mentre negli Stati Uniti e in Nord America sarà mattina presto: scomodo ma non impossibile. Nessuno in giro per il mondo dovrà puntare la sveglia per assistere al primo confronto in Premier tra Mourinho e Guardiola. Può non piacere, ma è il presente e anche il futuro.

Cina, Asia e Nord America garantiscono possibilità di sviluppo del brand e degli introiti televisivi che la Premier sta esplorando da tempo e sui quali ha deciso di accelerare ora che la concorrenza europea si sta facendo forte. Sul tavolo di discussione, dopo la riforma della Champions che ha cancellato l'idea della Superlega, potrebbe presto arrivare la lega mondiale con il coinvolgimento di club di altri continenti: dal 2021 potrebbe essere realtà ma sacrificherebbe i campionati nazionali, ipotesi che ai ricchi della Premier non può davvero piacere.

E la Serie A? A pranzo per pochi intimi 
La Serie A ha da qualche stagione inserito la finestra oraria delle 12,30 ma non l'ha ancora riempita di veri contenuti. Colpa (o merito) della forza dei boradcaster di casa nostra che garantiscono la sopravvivenza del sistema versando circa un miliardo di euro a stagione e che vogliono i migliori match in prima serata così da valorizzare il proprio investimento.

Il risultato è che nello slot di pranzo, che pure ha un discreto successo in termini di audience e di presenza allo stadio, raramente vanno le sfide di vertice. A settembre ci saranno Bologna-Cagliari, Udinese-Chievo e Torino-Roma. A ottobre sarà la volta di Empoli-Juve, Fiorentina-Atalanta, Udinese-Pescara e Atalanta-Genoa mentre a novembre toccherà a Pescara-Empoli, Palermo-Lazio e a dicembre si chiuderà con Milan-Crotone, Cagliari-Napoli e Sassuolo-Inter.

I big match? Tutti serali con le eccezioni di Inter-Juventus (calcio d'inizio alle 18 che, in Cina significa comunque intorno a mezzanotte) e Napoli-Roma che si giocherà sabato alle 15 per questioni di ordine pubblico. Altrimenti finirebbe in serale anche quella. Il mercato asiatico può attendere. Finio a quando, con i capitali di Pechino che stanno sbarcando in forze nel nostro calcio, sarà tutto da verificare.

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Giovanni Capuano