Pepito, Destro, Romulo e Paletta: ecco come Prandelli ha scelto la sua Italia
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Pepito, Destro, Romulo e Paletta: ecco come Prandelli ha scelto la sua Italia

Per Rossi e Romulo decisivi i test fisici, mentre il romanista non aveva trovato piena integrazione nel progetto - Italia, la rosa dei 23 per il Brasile - sondaggio: vi piace?

Certo, sarebbe stato molto più semplice per Cesare Prandelli seguire il cuore, chiamare Rossi e accontentare così l'Italia intera, che nella rincorsa del golden boy fiorentino si era riconosciuta e che non sarebbe certo insorta per una sua convocazione a discapito di Insigne e Destro. Sarebbe stato più facile, ma il ct alla fine ha deciso di scegliere con in mano test medici e responsi del campo e non con il cuore. Troppo rischioso portarsi in Brasile un giocatore che anche nei giorni di ritiro a Coverciano ha dimostrato di aver recuperato dal punto di vista fisico, ma di non essere ancora pronto con la testa a una vera partita. Rischioso e ingiusto nei confronti degli altri. L'amichevole contro l'Irlanda ha sciolto tutti i dubbi e i 70 minuti concessi a Pepito non sono stati una tappa d'avvicinamento al Mondiale; si sono trasformati in una prova senza appello che Rossi ha fallito.

Se c'è una logica nelle scelte di Prandelli per il Mondiale, la si trova nella coerenza dell'esclusione di Rossi e della chiamata di Insigne che pareva destinato al taglio. Gli spifferi di Coverciano parlano di un romanista non più brillante come in inverno, prima della maxi squalifica per la sciocchezza del pugno ad Astori, e poco disposto alle gerarchie del gruppo. Il ct gli avrebbe offerto il viaggio in Brasile con il ruolo di riserva, ricevendo un cortese ma fermo 'no grazie', versione smentita ufficialmente dal giocatore con un tweet ufficiale sul profilo della Roma. Al contrario, lo scugnizzo napoletano ha chiuso la stagione in crescendo ed è stato sgrezzato tatticamente da Benitez che gli ha imposto anche una 'seconda fase' oltre a quella dove emerge il suo talento purissimo. Ora Insigne è anche uomo di fascia, la copia di Cerci a sinistra e potrà venire utile in più di uno dei moduli che Prandelli ha in mente per il Brasile.

A centrocampo, perso Montolivo e un punto di riferimento importante, il nostro selezionatore non ha fatto fatica: Verratti gli ha dismostrato con i fatti di essere pronto ed è balzato dal ruolo di possibile escluso e titolare della nazionale. Aquilani ha preso il posto di Montolivo e Parolo quello di Romulo, che avrebbe dovuto essere la grande sorpresa e, invece, torna a casa senza aver nemmeno disputato un minuto, piegato dai guai muscolari che lo hanno limitato a Coverciano. Pare si sia tirato fuori lui direttamente, facendo un passo indietro. Sarebbe il segnale che Prandelli sta cementando un gruppo importante. Un bel segnale.

L'unica incognita resta Paletta, ma a meno di sconvolgimenti Ranocchia è destinato a tornare in Italia alla vigilia del debutto contro l'Inghilterra un po' come capitò a Bonera. Il centrale del Parma non sta bene e l'amichevole con l'Irlanda ha confermato le difficoltà, però Prandelli ha puntato forte su di lui così come su Darmian, l'altro che ha scalato in fretta tutte le gerarchie. La sua parabola ricorda da vicino quella di Cabrini prima di Argentina '78: Maggio e Pasqual sono stati scavalcati d'impeto.

Che Italia sarà in Brasile? Detto che il ct lavorerà su più opzioni tattiche a partire dal 4-1-3-2 che ancora non si è visto, di sicuro porteremo una nazionale con un centrocampo molto qualitativo. Pirlo e Verratti insieme si può e l'idea che nei paraggi ci sia anche Cassano ci consegna un surplus di fantasia. Marchisio, De Rossi e gli esterni dovranno sobbarcarsi l'onere di dare corsa e forza fisica alla squadra, mentre Balotelli sarà chiamato a fare gol. Prandelli lascia a casa tutte le altre prime punte. L'investitura per Supermario è totale. Se fallisce lui, torniamo a casa in fretta, altrimenti...

 

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Giovanni Capuano