L'Inter ha scelto Pioli (ma ora Suning deve ricostruire tutto)
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L'Inter ha scelto Pioli (ma ora Suning deve ricostruire tutto)

L'ex laziale a un passo dalla panchina dopo il casting. I cinesi rivoluzionano anche la società: via Bolingbroke

Alla fine sarà Stefano Pioli il tecnico incaricato di portare l'Inter fuori dalle sabbie mobili di una stagione disgraziata, compromessa in Europa e con il campionato che sta scivolando via. Il successo sul Crotone (3-0 gol di Perisic e doppietta di Icardi nel finale) serve giusto come aspirina per evitare che la febbre bruci pericolosamente. Sarà Stefano Pioli perché così hanno deciso le ultime ore del casting per trovare il tecnico erede di De Boer. Lo spagnolo Marcelino era andato a dormire venerdì sera da allenatore in pectore, si è svegliato sabato con un concorrente in più (Zola) e a metà della domenica è tornato a casa con il sorpasso di Pioli consumato.

Che Suning abbia deciso di prendersi un po' di tempo in più prima dell'annuncio fa parte del contorno. L'imminenza della sfida a San Siro contro il Crotone ha convinto i proprietari cinesi dell'opportunità di congelare le comunicazioni ufficiali, anche perché Pioli è formalmente legato alla Lazio di Lotito e deve liberarsi prima di firmare un nuovo contratto.

Il comunicato Suning e la rabbia di Ausilio

Messi alla berlina per modi e tempi della gestione dell'esonero di De Boer, i dirigenti dell'Inter hanno provato a reagire. Prima il comunicato di Suning per rivendicare l'idea del casting allargato ("In questi giorni si sono succeduti diversi incontri che sono la prassi quando un club ha il dovere di trovare una guida sicura e certa per il futuro della squadar"), poi le parole del direttore sportivo Ausilio, tornato centrale nella scelta del tecnico.

"Si sono viste tre persone, tutte insieme, non 15-20 come è stato detto. Ma ogni tanto quando si parla dell'Inter si fa un po' di cinema" ha spiegato. Marcelino, Zola e Pioli i tre nomi, espressione di tre modi differenti di vedere il futuro tecnico dell'Inter parsa sparpagliata come non mai magrado le rassicurazioni su una società "non divisa in cui la gestione è seria con una società che si è appena insediata" e col "bisogno che ognuno si ambienti".

Via Bolingbroke, svolta in società

Di sicuro la missione degli uomin mandati da mister Zhang a Milano è servita anche per fare un po' di chiarezza. La storia di Michael Bolingbroke alla guida del club, ad esempio, è finita con una lettera di licenziamento (anche se nel linguaggio ufficiale si parla di dimissioni) che allontana dalla stanza dei bottoni un fedelissimo di Thohir. Il suo contratto era in scadenza tra qualche mese, ma ancora dieci giorni fa all'assemblea parlava da padrone di casa illustrando i risultati economici raggiunti in tre anni.

Al suo posto arriverà un uomo di fiducia di Suning con il compito di mettere ordine dentro una società con troppe anime. Se sia o no il preavviso di sfratto anche per il socio di minoranza lo scopriremo solo in primavera. Di sicuro il precipitare della situazione tecnica ha accelerato la presa di responsabilità da parte di Suning. L'immagine dell'Inter è stata danneggiata dalla gestione di queste settimane, ricostruirla non sarà semplice. Pioli avrà il compito di rimettere in carreggiata una squadra sfilacciata e senza punti di riferimento. A occhio non è nemmeno il lavoro più da fare in questo momento dentro e fuori il mondo Inter.

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Giovanni Capuano