Ecco perché la Fifa è sotto accusa
Getty Images
Lifestyle

Ecco perché la Fifa è sotto accusa

Il procuratore generale degli Stati Uniti spiega il sistema generalizzato di corruzione: milioni di dollari di tangenti per organizzare i mondiali

Un terremoto gigantesco scuote dalla fondamenta la Fifa, il massimo organismo del calcio mondiale.

Il congresso di Zurigo in programma venerdì doveva essere poco più di una formalità per ratificare la quinta elezione consecutiva dello storico presidente uscente, Sepp Blatter, invece all'alba è scattato il finimondo.

La polizia svizzera, su richiesta della Fbi, si è recata presso il lussuoso hotel Baur au Lac con sette mandati di arresto per figure di spicco della Fifa.

I nomi di maggiore impatto sono quelli di due vicepresidenti:
- Jeffrey Webb delle Isole Cayman ed Eugenio Figueredo dell'Uruguay.

Con loro Eduardo Li (Costa Rica), Julio Rocha (Nicaragua), Rafael Esquivel (Venezuela), Jose Maria Marin (ex presidente della federazione brasiliana) e Costas Takkas (consigliere del presidente della Concacaf, la federazione Centroamericana, Webb).

Risultano coinvolti anche l'ex numero uno della Concacaf, Jack Warner ed il paraguaiano Nicolas Leoz, fino al 2013 a capo della Comnebol. Per tutti le accuse sono pesantissime. Corruzione, riciclaggio e frode.

I mondiali 2018 e 2022
Nel mirino, fra gli altri eventi, c'è l'assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022 a Russia e Qatar ma anche quelli di Sudafrica 2010. Per tutti è stata richiesta l'estradizione negli Stati Uniti.

"È un sistema generalizzato che interessa gli ultimi 20 anni", ha detto senza giri di parole il procuratore generale degli Stati Uniti Loretta Lynch.

"Vogliamo che il calcio resti libero e aperto a tutti, invece lo hanno corrotto. Dobbiamo far terminare questa pratica illegale". "Parliamo di persone che hanno ricevuto milioni di dollari per organizzare tornei in tutto il mondo - ha aggiunto - questi individui hanno utilizzato le loro posizioni di potere nelle organizzazioni per ottenere vantaggi dall'assegnazione di questi tornei e lo hanno fatto in maniera persistente".
Tradotto in una parola si tratta di salatissime tangenti.

Blatter adesso teme il voto di venerdì
Il presidente Sepp Blatter non è coinvolto ma, per usare le parole del suo portavoce Walter De Gregorio: "Non sta ballando nel suo ufficio".

Questo blitz clamoroso infatti potrebbe far saltare il tavolo nella votazione di venerdì dove al 79enne svizzero si oppone il principe giordano Ali Bin Al Hussein che non ha mancato di far notare come oggi sia "un giorno triste per la Fifa".

La Fifa fa muro
Nel frattempo il massimo organismo mondiale ha eretto un muro difensivo precisando in primis di essere "parte lesa" nella vicenda e di offrire la "massima collaborazione" agli inquirenti. Allo stesso tempo la Fifa si è affrettata a precisare che "La Coppa del Mondo del 2018 e del 2022 si svolgeranno rispettivamente in Russia e in Qatar, come previsto".

La Russia: "Il mondiale 2018 è nostro"
E non a caso dalla Russia si sono affrettati subito a smentire ogni coinvolgimento. Il capo della commissione sport della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, Igor Ananskij, ha detto che "tutti questi commenti sulla Russia che potrebbe perdere il ruolo di organizzatrice del campionato del mondo del 2018 non hanno alcun fondamento. Non accadrà mai".

Mosca contro gli Stati Uniti
Non solo, ma da Mosca è partito anche un duro attacco agli Stati Uniti per il "tentativo illecito di imporre le loro leggi su Paesi stranieri". È la denuncia del ministero degli Esteri russo in un comunicato. "Senza scendere nei dettagli delle accuse presentate, evidenziamo che questo è un altro caso di applicazione extraterritoriale delle leggi statunitensi", si legge nella nota pubblicata sul sito del ministero.

"Ancora una volta - prosegue il comunicato - esortiamo Washington a smettere di cercare di
ergersi a giudice all'esterno dei suoi confini e di seguire le procedure legali internazionali generalmente accettate".

Tutto è iniziato nel 1991
Lo scandalo, che potrebbe allargarsi a macchia d'olio, comunque resta perché, come sottolineato dal procuratore Lynch: "Tutto è iniziato nel 1991, sono coinvolte due generazioni di dirigenti calcistici compresi i direttori e i presidenti di confederazioni come la Concacaf e la Conmebol".

L'Uefa contro Blatter
Quelle in questione sono due confederazioni storicamente fedeli al dirigente svizzero in sede di votazione. Discorso simile vale per l'Africa mentre la Uefa, ed in primis il presidente Platini, si è schierata per Ali Bin Al Hussein.

Con lui ci sono anche Luis Figo e Michel Van Praag, prima in lizza per la presidenza e poi ritiratisi per far convogliare i voti sul principe giordano.

La posizione dell'Italia
E l'Italia? In questo scenario non certo di festa a Zurigo ci sarà anche il presidente Carlo Tavecchio. Il voto italiano, spiegano dalla Figc, verrà deciso dopo una riunione interna in sede Uefa. Numeri alla mano Blatter resta favorito ma questo scossone potrebbe far cambiare idea a molti. Venerdì la sentenza definitiva, almeno dal punto di vista politico-sportivo.

I più letti

avatar-icon

Redazione