Parma: lo smantellamento continua
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Parma: lo smantellamento continua

Azione sindacale dei dipendenti per gli stipendi non pagati da novembre, mentre portano via i computer dalla sede e chiude lo store al Tardini

Mossa inevitabile, ma comunque da registrare nella cronostoria della crisi del Parma: sulla scorta di giocatori e tesserati, anche i dipendenti del club (la maggioranza dei quali ha ricevuto l'ultimo stipendio lo scorso novembre) hanno fatto le prime mosse per tutelare i propri diritti.

Con la consulenza di Davide Fellini della Cgil è stata definita una piattaforma di interventi per seguire da vicino l'evolversi della situazione, con particolare attenzione agli atti di Procura e Tribunale. Nel frattempo al Centro Sportivo di Collecchio si sono presentati i tecnici di una ditta di informatica per ritirare computer e stampanti che il Parma aveva in leasing, senza però pagarne da mesi la rata.

Allo stadio Tardini, invece, ha chiuso i battenti il "Parma Store", il negozio di merchandising del club che nelle ultime settimane era stato dato in gestione allo sponsor tecnico Erreà: quest'ultima ha infatti deciso di non proseguire nell'attività perché il Parma non ha mai proceduto a ufficializzare l'accordo con un contratto scritto.

Intanto, è stato annunciato che nel pomeriggio di mercoledì 25 febbraio è previsto al Centro Sportivo di Collecchio un incontro tra il presidente gialloblu Giampietro Manenti e il sindaco Federico Pizzarotti per un "faccia a faccia" su cosa sia possibile fare per il salvataggio del club in attesa dell'udienza del 19 marzo, quando il Tribunale di Parma si pronuncerà sull'istanza di fallimento presentata dalla Procura per inadempienze fiscali.

All'incontro di Collecchio presenzierà anche Fiorenzo Alborghetti, il manager che ha redatto il piano industriale del nuovo Parma Fc di Manenti. "Mi ha chiamato il sindaco e io andrò all'appuntamento, ma se non c'è Manenti sarà tutto inutile", ha però precisato al proposito Alborghetti intervenendo a Radio Parma. "Serve subito un'iniezione di liquidità e poi il piano industriale può partire". Quanto alla possibilità di portare i libri in tribunale, ipotesi rigettata ieri da Manenti: "E' una delle soluzioni che analizzeremo domani. Le proveremo tutte, anche questa", ha concluso Alberghetti.

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Redazione