Il Parma? Con le vecchie regole (cancellate dai club) non sarebbe in A
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Il Parma? Con le vecchie regole (cancellate dai club) non sarebbe in A

Nel 2007 furono abbassati i livelli di controllo sui bilanci. Più della metà delle società non era in regola e così Lega e Figc decisero di...

Con le vecchie regole quasi certamente il caos di questi giorni sarebbe stato risparmiato al calcio italiano. Il Parma (ma non solo) difficilmente avrebbe ottenuto il via libera all'iscrizione e di certo non avrebbe potuto fare mercato pur nel pieno di una tempesta economica, con i creditori alle porte e il valzer di presidenti e proprietari dentro le proprie mura. No. La vecchia Covisoc non avrebbe mai consentito, ma il problema è che le regole di un tempo hanno smesso di esistere il 3 maggio 2007 giorno in cui, davanti al neo presidente Figc Abete, il Consiglio federale stracciò buona parte delle norme contenute nel Titolo VI delle NOIF, la bibbia per chi fa calcio in Italia.

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Cosa c'era scritto in quegli articoli, in gran parte abrogati? Sostanzialmente una cosa e cioé l'obbligo di rispettare paletti rigidi per potersi iscrivere al campionato e fare mercato. Il più importante di tutti, un rapporto massimo di 3 a 1 tra ricavi e debiti, tema caldissimo allora come oggi. La Covisoc ispezionava, vigilava e poi emetteva sentenze in un momento nerissimo per il nostro calcio, stretto nella morsa dei fallimenti a ripetizione, i ricorsi ai vari Tar che ne minavano l'autonomia e la violenza dilagante negli stadi.

Rileggere l'archivio di quei mesi fa sorridere, oggi. Il 15 dicembre 2006, ad esempio, la Covisoc aveva messo nero su bianco che solo 8 club su 20 rispettavano i parametri e avrebbero poi potuto fare mercato in gennaio. Fuori tutte le big della serie A: Inter, Milan, Roma, Lazio, Fiorentina. Juve e Napoli in serie B dove la situazione era numericamente anche peggiore: 15 irregolari su 22. Un caos insostenibile. Allarme rosso e pronto intervento della Lega Calcio, allora presieduta da Antonio Matarrese: "La situazione dei bilanci è catastrofica, ci sono tanti club in difficoltà e stiamo pensando a come modificare i parametri della Covisoc per evitare problemi con le iscrizioni" (23 febbraio 2007).

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Le società crearono una commissione ad hoc per studiare come correre ai ripari e il 3 maggio successivo la Figc approvò. Via i parametri tanto odiati e avanti la normativa attuale, quella che consente di iscriversi semplicemente dimostrando di essere in regola con gli stipendi fino al 30 aprile della stagione precedente. Non risultano barricate di nessuno dei protagonisti di allora che anche oggi stanno ai vertici del calcio: Galliani e Moratti tra i consiglieri espressione dei club, ad esempio, oppure Tavecchio come rappresentante dei dilettanti (che però non era in nessun modo interessati alla questione che riguardava solo i club di A con bilanci certificati) e la pattuglia del sindacato calciatori con Albertini, Campana e l'avvocato Grosso. Fine della vecchia Covisoc e avanti con le nuove regole. Fino al crac del Parma che cambierà le cose un'altra volta.

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Giovanni Capuano