Cellino, internet e le 37 ore che hanno ribaltato il Cagliari
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Cellino, internet e le 37 ore che hanno ribaltato il Cagliari

Inviti alla disobbedienza, accuse a Lega Calcio e giornali, Baldini definito avvoltoio fino allo 0-3 a tavolino. Manuale di come (non) usare la rete.

Ne ferisce più la penna che la spada. Però l'incredibile strategia autolesionistica che in 37 ore (e 55 minuti) ha portato il Cagliari a perdere a tavolino una partita abbordabile, litigare con il Prefetto, rischiare una denuncia penale per Cellino, dichiarare guerra al mondo del calcio e dare dell'avvoltoio a un dirigente avversario (?!?) merita di essere studiata con attenzione.

E' come se davanti alla tastiera di un computer i dirigenti del Cagliari abbiano perso ogni prudenza. Sono stati 2.275 minuti vissuti sopra le righe. Dall'incredibile invito alla disobbedienza delle 18,56 di sabato ("recatevi allo stadio per assistere a Cagliari-Roma... La società e i suoi ingegneri reputano la struttura agibile e sicura") agli insulti per Baldini pubblicati alle 8,51 del lunedì.

Un crescendo rossiniano che, con pudore, il Prefetto di Cagliari ha definito "reazioni emotive, irrazionali e inconsulte" mentre il resto del mondo ha registrato con stupore ed imbarazzo. Bastava farsi un giro sui siti internet delle maggiori testate sportive europee per vedere come all'estero cercassero di trovare un filo logico alla telenovela cagliaritana.

L'ultima pagina (a meno di rilanci) è anche la più prevedibile. In piena bagarre legale per evitare conseguenze sportive e non solo, i dirigenti del Cagliari sono partiti all'attacco di Baldini e della Roma: "chi spera di avvantaggiarsi delle disgrazie altrui" non è uomo di principi, si legge, e se così fosse "il suo più appropriato stemma sarebbe quello dell'avvoltoio".

Parole partorite dopo una notte tormentata. Mentre Cellino da Miami spiegava di aver "evitato il caos" e di avere "stima per Baldini" perché lo 0-3 a tavolino "è l'ultimo dei problemi" (concetto evidentemente non trasmesso ai suoi solerti collaboratori), i legali dei sardi erano partiti con la strategia difensiva.

Qual è il problema? Che nel suo comunicato il Prefetto ha chiaramente indicato nel comportamento di Cellino la ragione del rinvio della partita. Dunque un caso da manuale per l'applicazione dell'articolo 17 del codice sportivo e 0-3 a tavolino. E allora dopo una giornata di riflessioni ecco la doppietta via internet.

Alle 23,29 per dire che "il Cagliari Calcio prende atto della decisione del Prefetto di differire la gara pur non condividendone le motivazioni", ricostruire la vicenda e prendersela con i giornalisti colpevoli di aver "male interpretato la situazione" senza riservare "attenzione all'impegno di tante persone che in soli quattro mesi hanno portato a termine la ristrutturazione dello stadio Is Arenas".

E all'1,39 di notte (instancabili) per attaccare il presidente della Lega Calcio Beretta che, tra un condizionale e l'altro, non aveva potuto che confermare come la sconfitta a tavolino sia più che un'ipotesi. "Stupisce che non conosca i limiti del suo ruolo con dichiarazioni del tutto fuori luogo" la presa di cappello.

Già, stupisce. Come un po' tutto in questa vicenda e nel modo in cui il Cagliari e il suo presidente l'hanno gestita prima di tutto a livello mediatico. Ne ferisce più la penna che la spada insegnavano gli anziani. Da oggi il proverbio necessita di revisione. Con una tastiera in mano si possono fare anche danni peggiori.

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Giovanni Capuano