Mai così tanti supplementari e rigori: il record di Brasile 2014
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Mai così tanti supplementari e rigori: il record di Brasile 2014

Ben 5 gare degli ottavi di finale si sono chiuse oltre il 90': non era mai successo. Crolla la media gol rispetto alla prima fase - Lo speciale Brasile 2014

Un'emozione lunga 14 ore e mezzo e che ha avuto bisogno anche di 19 calci di rigore per emettere i suoi verdetti. Gli ottavi di finale del Mondiale passeranno alla storia come i più combattuti ed emozionanti di sempre: solo 3 gare chiuse nei 90 regolamentari e ben 5 che si sono trascinate fino al 120' e oltre. E anche chi è tornato sotto la doccia al 90' non si è fatto mancare nulla: chiedere agli olandesi, che hanno ribaltato la probabile sconfitta con il Messico negli istanti finali. A conti fatti solo la Colombia può dire di aver superato in scioltezza l'ostacolo della prima gara ad eliminazione diretta e non a caso la squadra di Pekerman e del meraviglioso James è l'unica ad aver chiuso in vantaggio i primi 45 minuti, spezzando in fretta l'equilibrio con l'Uruguay. In tutti gli altri campi si è lottato e sudato (molto) fino alla fine, in un'alternanza di colpi di scena che ha reso indimenticabile la quattro giorni brasiliana sfatando anche un mito: non serve fare tanti gol per dire di aver dato vita a uno spettacolo. Sicuri? Lo dicono i numeri. Alzi la mano chi si è annoiato, eppure la media gol da record della prima fase (2,83) è crollata a 1,37 reti per gara (considerando i 90 minuti).

Si segna meno, insomma, anche se Brasile 2014 rimane un Mondiale particolarmente ricco: 154 gol nelle prime 56 partite come mai da quando è stata creata la formula a 32 squadre. Il record precedente era di Francia '98 con 149 reti. Fin qui il discorso legato alla statistica. poi, però, c'è l'aspetto emozionale e il thrilling che ha tenuto incollati al teleschermo i tifosi di mezzo mondo in 5 delle 8 sfide rappresenta anch'esso un primato. Per intenderci, in Sudafrica nel 2010 in tutta la seconda fase erano state solo 2 le partite prolungate oltre il 90' e al numero di 5 (dagli ottavi alla finale compresa) si era arrivati in Germania nel 2006. Segno che l'equilibrio è massimo e che in Brasile sono arrivate squadre nella media preparate bene dal punto di vista fisico e attrezzate tatticamente.

Non ci sono più gli africani molto fisici e spensierati. Le eliminazioni di Nigeria e Algeria hanno azzerato il contingente Africa, facendo segnare un passo indietro rispetto al 2010 quando il Ghana era arrivato a un rigore dalla semifinale, ma nel caso delle africane a colpire maggiormente in negativo è la mancata crescita complessiva di tutto il movimento. Sul Camerun e i suoi scandali (la Fifa ha aperto un'inchiesta per fare luce sull'accusa di combine) meglio attendere un verdetto definitivo, Nigeria e Ghana si sono perse nelle solite vicende legate ai premi, la Costa d'Avorio ha deluso per il potenziale che aveva e solo l'Algeria, la più 'europea' di tutte, è tornata a casa con un voto positivo. Per tutte, però, c'è la considerazione di una solidità ormai acquisita e lo stesso vale anche per le asiatiche (pure deludenti) e, soprattutto, per le rappresentanti del Centro America. 

Non è un caso che ai quarti siano arrivate squadre dotate di grandi individualità. Questo è il Mondiale dei portieri, che si stanno ritagliando un ruolo da protagonisti anche quando provengono da carriere semisconosciute o quasi, ma è soprattutto il Mondiale delle stelle e dei fuoriclasse. Ognuna delle magnifiche otto ha un campione che la sta trascinando. Contano il collettivo, ma poi la differenza la stanno facendo i gol di Neymar (Brasile), Messi (Argentina), Benzema e Griezmann (Francia), Mueller (Germania), James Rodriguez (Colombia), Robben e Van Persie (Olanda). Solo il Belgio, in rete fin qui con 6 marcatori diversi, ha spalmato il suo talento su così tanti giocatori. Nelle altre squadre c'è la stella di riferimento e intorno i compagni. L'altra annotazione è che, malgrado le condizioni ambientali, si continua a giocare a ritmi elevati. Magari non per tutti e 90 i minuti e, spesso, con ribaltamenti di fronte tra primo e secondo tempo; però le nazionali corrono e anche chi è uscito nei quarti di finale lo ha fatto battendosi fino all'ultimo. Le rimonte continuano a essere un tratto distintivo di questo Mondiale: Olanda-Messico è stata l'ottava gara ribaltata nella ripresa. Anche questo è un record.

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Giovanni Capuano