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Milan-Inter, vince Gattuso. Le 5 risposte del derby di Coppa Italia

Cutrone titolare, la crisi dell'Inter, Perisic e Candreva bloccati e tutti i temi della sfida che manda i rossoneri alla semifinale contro la Lazio

Il Milan ha vinto il derby di Coppa Italia grazie a un gol di baby Cutrone alla fine del primo tempo supplementare. I rossoneri si sono qualificati alla semifinale contro la Lazio battendo l'Inter, ora ufficialmente in crisi. Spalletti incassa la terza sconfitta consecutiva dopo quelle contro Udinese e Sassuolo in campionato e riflette sul momento di flessione della sua squadra che fino a due settimane fa comandava la Serie A.

Il verdetto della notte di San Siro consente a Gattuso di tirare il fiato. Era arrivato al momento della verità con alle spalle un pessimo approccio sull'ambiente e con risultati deludenti: la crisi non è alle spalle, ma ora il Milan può guardare con un pizzico di fiducia in più al futuro e, soprattutto, resta in corsa e avrà un mese per preparare la semifinale contro la Lazio. Oggi appare proibitiva, tra un mese chissà...

Ecco le cinque risposte che Milan-Inter di Coppa Italia lascia in eredità:

Per il Milan ha vinto (e l'Inter perso)

Il Milan ha vinto meritatamente un derby che è stato molto combattuto e non bellissimo dal punto di vista tecnico. Il campo pesante per la tanta pioggia lo ha reso un confronto fisico molto duro e proprio sotto questo aspetto i rossoneri sono stati meglio dei nerazzurri. Soprattutto nel finale del tempo regolamentare e nei due supplementari, il Milan ha tenuto il campo meglio e ha dato l'impressione di avere ancora spazio per accelerare. L'Inter no.

Gattuso ha presentato una squadra orgogliosa e ordinata, consapevole di essere inferiore ma non disposta a lasciarsi battere. Anche l'emergenza portieri (ha giocato Antonio Donnarumma per il doppio infortunio del fratello Gigio e di Storari) è stata metabolizzata e superata senza farsi travolgere dagli eventi. L'Inter attuale ha perso larga parte delle sue certezze ed è in un momento di calo di condizione fisica. La differenza è stata soprattutto qui.

La vittoria non cancella la crisi del Milan

Il successo regala a Gattuso e a tutto l'ambiente una boccata d'ossigeno importante ma non cancella la crisi. Il tecnico è il primo a saperlo e con grande umiltà lo ha dichiarato nel dopo partita anche perché la situazione in campionato è così compromessa che ogni partita, a cominciare dalla trasferta di Firenze, è ormai una perenne ultima spiaggia.

Però il Milan ha finalmente trovato alcune delle risposte che cercava, sia sul piano temperamentale che tattico. La difesa ha disinnescato Icardi, Candreva e Perisic e superato indenne anche i momenti difficili, gli stessi in cui la squadra non si è smarrita come puntualmente capitato nelle ultime occasioni. Può essere il punto d'appoggio su cui provare a costruire la svolta della stagione.

L'Inter e i motivi della crisi di dicembre

La sconfitta ufficializza il momento di crisi dell'Inter. E' chiaro che il bilancio rimane ampiamente positivo, ma qualcosa si è inceppato e il primo ad averlo capito è Spalletti che parla di mancanza di convinzione e di incapacità della squadra di dare tutto oltre i propri limiti come accadeva in passato. Il dato che balza all'occhio è la difficoltà a segnare: una sola rete in 510 minuti dopo la scorpacciata contro il Chievo. Troppo poco.

La colpa non è di Icardi, ma di una manovra che fa fatica. Perisic e Candreva, pilastri su cui si è retto l'attacco per tre mesi, stanno rifiatando e hanno movimenti che vengono letti dall'avversario di turno. In mezzo manca l'alternativa che sarebbe quel trequartista chiesto in maniera esplicita dal tecnico e che non arriverà nemmeno dal mercato di gennaio a meno di miracoli. Così toccherà ancora a Spalletti trovare la soluzione e non sarà semplice perché la rosa non è numericamente abbondante.

Joao Mario, bocciatura definitiva

La serata di Coppa Italia lascia in eredità la bocciatura di Joao Mario. Il portoghese ha avuto la sua chance e l'ha sprecata: impiegato trequartista ha faticato a lungo in un ruolo non suo, sbagliato molti palloni e gettato al vento l'occasione che avrebbe chiuso la contesta prima del minuto 90. Errore imperdonabile considerato poi lo sviluppo della sfida e le scorie fisiche e psicologiche che lascerà a tre giorni dallo spareggio Champions con la Lazio.

L'Inter rimpiange i 45 milioni spesi per prenderlo un anno fa. Troppi soldi per un giocatore che non ha mai fatto la differenza ed è andato a fondo con tutti i tecnici che si sono alternati ad Appiano Gentile: De Boer, Vecchi, Pioli e adesso Spalletti. Forse aveva ragione Mancini che a quelle cifre non lo voleva e che pensava di avere in rosa già calciatori molto simili.

Cutrone merita la maglia da titolare

Sul fronte Milan, invece, il derby ha consacrato definitivamente Patrick Cutrone. Il baby attaccante della Primavera si è preso la scena dopo essere entrato al posto di Kalinic che fin lì aveva solo fatto a sportellate con Skriniar e Ranocchia uscendone sconfitto. Il gol è di razza, un guizzo che ha pietrificato Handanovic e i due centrali mandano in estasi San Siro rossonera.

I numeri lo premiano. A Natale è il cannoniere del Milan e l'attaccante centrale più prolifico: 9 reti segnate, una ogni 137 minuti giocati. Meglio di Andrè Silva (8 gol, uno ogni 166') e soprattutto di Kalinic che sta deludendo ed è fermo a quota 4 (uno ogni 336'). Cutrone ci mette fisico, tecnica, capacità di corsa e quella scintilla che ai rossoneri serve come il pane. Continuare a considerarlo la seconda o terza scelta rischia di diventare un clamoroso autogol...

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Giovanni Capuano