Toglie El Shaarawy e viene fischiato, ma Allegri aveva ragione
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Toglie El Shaarawy e viene fischiato, ma Allegri aveva ragione

San Siro contesta il cambio con Boateng. La necessità di non bruciare il Faraone alla prima 'stecca' di una stagione straordinaria

Allegri ha rischiato e gli è andata bene. Anche questo è un segnale che forse il peggio è alle spalle, ma la scelta di togliere El Shaarawy dopo un'ora di stenti contro il Malaga per inserire Boateng è tentare l'assalto finale è stato un bivio da 'Rischiatutto'. Come sarebbe andata senza il gol del pareggio di Pato? Probabilmente per il tecnico si sarebbe aperto l'ennesimo processo e gli sarebbe stato quasi impossibile scendere dal banco degli imputati.

FISCHI AL CAMBIO - La scena è questa: dall'intervallo Boateng si sta scaldando con sempre maggiore convinzione. Tutti si aspettano che entri, magari in un riassetto della squadra che contempli anche l'uscita di un Pato fin lì deludente come sempre da quando ha ripreso il posto in squadra dopo l'infortunio. Invece (minuto numero 62) il tabellone del quarto uomo indica il numero 92 e dalle tribune si ode prima un brusio di disapprovazione e poi fischi convinti. El Shaarawy esce a testa bassa, consapevole di non aver giocato una buona partita, infila il giaccone e riceve la carezza di Allegri. Poi Pato segna e tutto viene dimenticato.

PRESTAZIONE SOTTO TONO - Ha fatto bene Allegri a togliere il simbolo del nuovo Milan nel momento in cui la Champions stava sfumando? La risposta è sì perché la prestazione contro il Malaga non era all'altezza dello straordinario inizio di stagione dell'italo-egiziano. In 62 minuti El Shaarawy aveva tentato 2 tiri (uno in porta e uno fuori), subito un fallo e sbattuto costantemente contro l'organizzata difesa degli spagnoli. Sottotono rispetto al solito. Peggio anche del criticato Pato e dell'ultima mezz'ora di Boateng.

PICCOLA FLESSIONE PER IL FARAONE - Nulla di preoccupante, ovvio. Ma anche un segnale al giovane che sta bruciando tutte le tappe tanto da essere finito nel mirino delle big d'Europa. "Nessuno ce lo ha chiesto e allungheremo il contratto con lui fino al 2018" ha detto Galliani: "I tifosi stiano tranquilli. Dovevamo abbattere il monte ingaggi e per questo sono stati ceduti Ibrahimovic e Thiago Silva. Adesso non sono necessarie altre cessioni e, anzi, faremo investimenti".

I numeri di El Shaarawy in questo inizio di stagione sono mostruosi: 9 gol in 16 partite (8 su 11 in campionato). In rete ogni 111' in serie A dove sta tenendo a galla la squadra nascondendo molti dei suoi limiti. In Europa il livello è più alto e fatica un po' di più, ma ha comunque griffato la vittoria a San Pietroburgo che tiene i rossoneri in corsa.

VIETATO BRUCIARLO ADESSO - Il futuro del Faraone è disegnato sul modello di Kakà. Avrà un aumento a 1,2 milioni di euro netti (fino al 2018) con la promessa di sedersi periodicamente al tavolo per aggiornare lo stipendio in base alle prestazioni. Il Milan crede in lui ma non vuole bruciarlo. Ecco perché la scelta di Allegri di toglierlo senza caricargli sulle spalle la responsabilità del Milan anche in una serata così così è stata giusta. Avesse perso sarebbe stato massacrato e i fischi di San Siro si sarebbero moltiplicati all'infinito. Ha visto giusto dimostrando coraggio e lucidità.

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Giovanni Capuano