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PACO SERINELLI/AFP/Getty Images
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Il Milan va in Cina, accordo con Silvio Berlusconi per la vendita

Trovata l'intesa: il club rossonero passa a un gruppo di investitori orientali. Affare da 740 milioni di euro, comprensivi di 220 di debiti

Quello della Madonnina sarà ora un derby cinese: dopo l'Inter, anche il Milan diventa infatti proprietà cinese. E' stata infatti trovata l'intesa (che prevede tra l'altro la carica di presidente onorario per Silvio Berlusconi) tra Fininvest e la Sino-Europe Investment Management Changxing, una società appositamente costituita per sviluppare l'operazione e di cui fanno parte tra gli altri la Haixia Capital, ovvero un fondo di Stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti, e il manager Yonghong Li, diretto protagonista della trattativa che ha quindi portato alla cessione del club rossonero.

Ci sono comunque altri attori economici (di cui alcuni a partecipazione statale) nella cordata, che è arrivata all'accordo dopo aver deciso di rinunciare alla consulenza dell'advisor italoamericano Sal Galatioto e di Nicholas Gancikoff.

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Il club rossonero è stato valutato740 milioni di euro, comprensivi di una situazione debitoria stimata in circa 220 milioni. Di seguito, ecco comunque nel comunicato ufficiale di Fininvest tutti i dettagli dell'affare...

I termini dell'operazione
"Il presidente Silvio Berlusconi ha approvato il contratto preliminare firmato dall’amministratore delegato di Fininvest, Danilo Pellegrino, e da Han Li, rappresentante di un gruppo di investitori cinesi, relativo alla compravendita dell’intera partecipazione - pari al 99,93% - detenuta dalla stessa Fininvest nell’AC Milan. Gli investitori operano attraverso la management company Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Co.Ltd.

"Della compagine fanno parte fra gli altri Haixia Capital, fondo di Stato cinese per lo Sviluppo e gli Investimenti, e Yonghong Li, chairman della management company, che è stato fra i promotori del gruppo con cui Fininvest ha lungamente trattato fino alla firma odierna ('signing'). Assieme ad Haixia Capital e a Yonghong Li, acquisiranno quote dell’Ac Milan altri investitori, alcuni dei quali a controllo statale. Fra loro, società attive nel campo finanziario e altre impegnate in settori industriali.

"Il contratto, vincolante fra le parti, verrà perfezionato entro la fine del 2016 ('closing'), una volta ottenute le autorizzazioni previste in questi casi dalle autorità italiane e cinesi. La valutazione dell’AC Milan, in base all’intesa, risulta di 740 milioni di euro complessivi e tiene conto di una situazione debitoria stimata in circa 220 milioni. Con l’accordo, gli acquirenti si impegnano a compiere importanti interventi di ricapitalizzazione e rafforzamento patrimoniale e finanziario di AC Milan, per un ammontare complessivo di 350 milioni di euronell’arco di un triennio (di cui 100 milioni da versare al momento del 'closing').

"Il contratto prevede anche che con il 'signing' gli acquirenti mettano a disposizione una caparra, a conferma degli impegni assunti, pari a 100 milioni di euro, di cui 15 contestualmente alla firma e 85 entro 35 giorni. Durante l’intera negoziazione, nella stesura del contratto e degli impegni che esso prevede, Fininvest ha sempre avuto come obiettivo prioritario quello che il Presidente Berlusconi aveva chiaramente indicato: dotare il Milan, attraverso un assetto proprietario finanziariamente adeguato, di quelle risorse sempre più elevate ormai indispensabili per riportarlo a competere con i più importanti club del calcio mondiale. Nella trattativa gli investitori cinesi si sono avvalsi come advisor per la parte finanziaria di Rothschild & Co. e per quella legale dello studio Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, Fininvest rispettivamente di Lazard e BNP Paribas e dello studio Chiomenti". 

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