Messi-Barcellona
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Messi e il mancato rinnovo che spaventa il Barcellona: via nel 2018?

L'argentino non prende in considerazione (per ora) le offerte sul contratto. Dietro il malessere la sensazione di essere sotto attacco anche dal Fisco

C'è un fantasma che si aggira per le ramblas di Barcellona. E' il terrore di veder andar via il numero uno al mondo, il calciatore più amato che su quelle ramblas è cresciuto e si è affermato ma adesso temporeggia e non vuole legarsi per sempre. Lionel Messi e il Barcellona, una storia che rischia di arrivare al capolinea prima dell'immaginato, ovvero la fine della carriera di un giocatore che sta segnando la sua epoca e quella del club che lo ha reso grande.

Perché Messi non vuole ragionare sul rinnovo di contratto che scade nel 2018? Davvero sta ascoltando le sirene che arrivano da mezzo mondo e in particolare dal Manchester City, dove allena il suo padrino calcistico Pep Guardiola? E' pensabile un Barcellona senza Messi? E' stato sufficiente che Marca - quotidiano madrileno per eccellenza - raccontasse il retroscena del no a parlare oggi della vicenda, che al Camp Nou è scattato l'allarme rosso.

Messi e il malessere di un campione sotto attacco

Non è un problema tecnico, considerato che Luis Enrique sta tirando fuori il meglio dall'argentino, e nemmeno economico. Il Barcellona non ha problemi a ripetere con la Pulce quanto il Real Madrid ha fatto con Cristiano Ronaldo: legarlo fino alla fine della carriera (2021) con uno stipendio da top player assoluto. E nemmeno Messi ha problemi con tifosi, club e città. Anzi, la adora per quello che ha rappresentato per lui e per la sua famiglia.

Dunque? Il problema, secondo quanti lo conoscono e gli sono vicini, è differente e risiede nella sensazione di essere un po' meno intoccabile di prima. L'inchiesta del Fisco spagnolo sulle peripezie contabili del padre, chiusa con una condanna, lo hanno segnato profondamente. Leo viene descritto come convinto di essere finito nel mirino pur avendo dato tanto - anche in termini economici - al Barcellona e alla Catalogna intera. Una regione-paese di cui ha sposato anche la causa.

Le speranze del Manchester City (e degli altri)

L'origine di tutto sta lì. E quello è il nodo che Messi e la famiglia devono risolvere, posto che nessuno (nemmeno il più forte giocatore del mondo) può pensare di non rispondere di eventuali comportamenti illeciti nella gestione del patrimonio. La macchia sul suo profilo, però, non va via e sta pensando molto. Il club ha cercato di stargli vicino sia privatamente che in maniera pubblica, esponendosi nella difesa del suo campione, ma evidentemente ancora non basta.

Le grandissime d'Europa stanno alla finestra e aspettano il 30 giugno 2018. E' la data di scadenza del contratto. Prendere prima Messi pagando la clausola rescissoria da 250 milioni di euro è impensabile per chiunque, emiri compresi. Sarebbe un'operazione da complessivi 400-500 milioni per un giocatore ormai nella fase discendente della sua parabola. Se si liberasse a zero, però... E a Manchester c'è Guardiola che sogna di inserirlo nel suo Manchester City per ripetere i trionfi blaugrana.

La strategia del Barcellona per tenerlo

A Barcellona giurano di non essere spaventati. Hanno capito che il rinnovo non è automatico, ma hanno anche un margine di tempo per affrontare la questione. L'idea è arrivarci con il resto della rosa blindato dopo aver spento le voci intorno al futuro di Neymar. Se tutti i big saranno stati confermati, sarà più semplice offire a Messi la prospettiva di chiudere in una squadra iper-competitiva e che potrà garantirgli vittorie ancora a lungo.

A dicembre il padre di Leo, che ne cura gli interessi, è atteso a Barcellona. Lì scatterà il tentativo di farlo sedere a un tavolo per aprire la discussione. Con quali esiti, sarà chiaro in fretta perché immaginare un tramonto barcelonista della Pulce lungo 18 mesi è difficile se non impossibile. La questione è aperta. Il finale ancora tutto da scrivere.

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Giovanni Capuano