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Marco Tardelli: ecco la mia Inter ideale

Ex-bandiera bianconera, ma anche ex-calciatore e "mister" nerazzurro, il campione del Mondo schiera il suo 11 tra compagni e giocatori allenati

Ha lasciato molte polemiche l'ultima Juventus-Inter, partita combattuta dentro e fuori dal campo che ha riacceso la tensione tra i due club. Che in passato hanno però anche avuto qualche scambio di giocatori: tra i più noti (oltre a quello di Roberto Boninsegna, al quale è dedicato questo blog) c'è stato quello di Marco Tardelli, bandiera juventina che ha avuto un importante trascorso nerazzurro sia da calciatore (1985-87) sia da allenatore (2000-2001). 

E' da poco uscita la sua autobiografia, "Tutto o niente", scritta insiema alla figlia (e brillante giornalista) Sara: molti gli aneddoti interisti raccontati in queste pagine. Intanto il tifo da bambino di marco per la Grande Inter che lo divideva dai fratelli: Danilo e Flavio (juventini) e Tullio (milanista). Nerazzurra poi era la maglia del Pisa che gli ricordava la sua squadra del cuore, dove sembrava sarebbe dovuto approdare dal Como nel 1975, almeno così scrivevano tutti i giornali: "Avevo già fatto le foto con il presidente Ivanoe Fraizzoli", si legge nel libro, "sembrava che l’accordo fosse concluso. L’Inter aveva offerto 700 milioni per il mio cartellino, più Viviano Guida, un centrale difensivo di grandi speranze che poi non brillò come si pensava. L’Inter tirava sul prezzo e così Boniperti gli rubò il tempo". E così a Milano Tardelli arriva solo dieci anni più tardi, acquistato da Ernesto Pellegrini. Un arrivo - insieme a quelli di Pietro Fanna e Luciano Marangon, pieno di aspettative per i tifosi della squadra allenata da Ilario Castagner, che però mugugnava considerandolo ormai spremuto ("Tardelli era avanti con l'età e poi quando la Juve lascia andare un giocatore vuol dire che ormai ha già dato il suo meglio"). Ma quando Mario Corso subentrò in stagione a Ilario Castagner, Marco si trovò protagonista di un rapporto a dir poco tumultuoso, un diverbio in ritiro con il decisivo intervento di capitan Altobelli. Andò meglio il campionato successivo quando arrivò Trapattoni e Tardelli fu autore di una memorabile doppietta al Real Madrid in semifinale di Coppa Uefa. Quindi l'amaro addio con un brusco congedo da Pellegrini...

Il ritorno più di un decennio dopo da allenatore, chiamato d'urgenza da Massimo Moratti per sostituire l'esonerato Marcello Lippi. Era quella un'Inter sulla carta molto forte, con Ronaldo, Vieri e Recoba, ma gli infortuni del brasiliano (che rifiutò di curarsi in Italia) resero la stagione molto ostica, inclusa l'onta della sconfitta per 6-0 nel derby con il Milan. Una partita che ha lasciato ferite profonde, tanto che capitan Zanetti ne ha parlato con molta acidità nel suo libro "Giocare da uomo", scritto con Gianni Riotta. In sostanza l'attuale vicepresidente ha addossato a Tardelli le responsabilità della clamorosa sconfitta, ma su questo punto Marco preferisce non replicare: non è nel suo stile aprire polemiche personali.

Con noi ha schierato la sua formazione interista ideale, limitando la scelta ai giocatori che ha avuto come compagni di squadra e a quelli allenati. Un 11 di tutto rispetto, con campioni come Zenga, Passarella, Brady, e che - nonostante le polemiche - comprende anche Zanetti. Di punta, almeno qui, può schierare Ronaldo e Vieri. 


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Filippo Nassetti