Manchester City e Psg, sfida al fair play Uefa: 200 milioni spesi
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Manchester City e Psg, sfida al fair play Uefa: 200 milioni spesi

Appena liberati dalle sanzioni, i due club si sono scatenati. E con De Bruyne in Premier il conto potrebbe avvicinare i 300 milioni...

A fine giugno hanno ricevuto il via libera dall'Uefa per tornare a spendere, seppure con l'obbligo di non esagerare. Due mesi dopo Psg e Manchester City scoprono di aver fatto le cose in grande e chissà cosa ne penserà Michel Platini, che sul fair play finanziario ha puntato gran parte della sua credibilità di dirigente sportivo a livello mondiale. L'acquisto del difensore argentino Otamendi da parte del club inglese alla cifra record di 45 milioni di euro (terzo difensore più pagato della storia dopo David Luiz e Rio Ferdinand) ha riacceso i riflettori sulle mosse di mercato delle due società che erano finite nella rete dell'Uefa e da poco ne sono state liberate. Potevano tornare a spendere, ma con giudizio e comunque sotto osservazione da parte di Nyon.

Lo hanno fatto senza badare a paletti economici e il conto è salatissimo. Il solo Manchester City ha sin qui aperto il portafoglio per far uscire 130 milioni di euro (più qualche bonus) e potrebbe anche non aver finito perché nel mirino c'è il talento belga del Wolfsburg, De Bruyne, che i tedeschi non lasceranno mai partire per meno di 80 milioni di euro e al quale il City è pronto a offire un contratto super da 20 milioni a stagione. Il colpo più pesante è stato quello di Sterling, pagato al Liverpool 69 milioni, seguito dal già citato Otamendi e poi dai rinforzi meno famosi ma costosi ugualmente. Delph (10), Unal (3,2) e Roberts (2,5 più sostanziosi bonus). Con De Bruyne il muro dei 200 milioni sarebbe abbattuto senza problemi e con impegni di pagamenti già presi per le prossime stagioni.

E' vero che le cessioni di Dzeko, Jovetic, Nastasic, Negredo e altri hanno portato un discreto tesoretto allo sceicco Mansour e ai suoi dirigenti, però la capacità di spesa del City stupisce: a Manchester l'obiettivo è tornare a vincere la Premier League ed entrare finalmente nelle top4 della Champions League. A Parigi, invece, l'assegno più pesante è stato speso tutto in una volta per Angel Di Maria, prelevato dal Manchester United per 63 milioni di euro. Poi qualche movimento di contorno (Trapp e Stambouli), ma anche poco in uscita. Al-Khelaifi ha puntato tutto sulla permanenza delle sue stelle strapagate nelle passate campagne di mercato. Ibra o no, il saldo a bilancio sarà negativo. L'Uefa osserva e poi si muoverà. Cosa resta del fair play finanziario?

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Giovanni Capuano