Bufera su Lotito: "In Lega decido io. Il Carpi in A? Una rovina"
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Bufera su Lotito: "In Lega decido io. Il Carpi in A? Una rovina"

Pubblicata la telefonata del presidente della Lazio al dg dell'Ischia Iodice: "Beretta conta zero, la maggioranza ce l'ho io"

Nuova bufera su Claudio Lotito e sul calcio italiano, già provato da settimane di discussioni. A sollevarla è una telefonatapubblicata in esclusiva da Repubblica e che ha registrato il dg dell'Ischia, Pino Iodice, per testimoniare le pressioni indebite fatte da Lotito nei suoi confronti nell'ambito delle vicende politiche interne alla Lega Pro, dove il presidente Macalli rischia di cadere. Lui, grande elettore di Tavecchio insieme a Lotito e alla Lega di Seria A. La telefonata è del 28 gennaio scorso e Lotito parla da vero padrone del calcio italiano, minacciando Iodice e l'Ischia ma, soprattutto, offrendo uno spaccato inquietante di cosa è oggi a livello politico il movimento nel suo insieme. L'Ischia aveva denunciato le pressioni del patron della Salernitana (oltre che della Lazio), vice presidente federale e uomo forte in Lega e, ora, con l'audio della telefonata sembra confermare tutto quanto detto.

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In particolare Lotito si presenta come deus ex machina del sistema calcio. Lo fa parlando della Lega di Serie A: "Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero". E ancora: "Io in Lega di A ho 17-18 voti, perché la Fiorentina una volta si astiene, una volta vota a favore mio: ma li ho sui programmi, sui contenuti. Adesso mi sta chiamando Pozzo, che ho messo in consiglio federale. Qui il sistema salta, l’avete capito? Sta saltando il Parma, già è saltato...".

Poi il passaggio sulla possibilità per piccole squadre provinciali di salire in serie A: "Ho detto ad Abodi (presidente Lega serie B ndr): Andrea, dobbiamo cambiare. Se me porti su il Carpi... una può salì... se mi porti squadre che non valgono un c... noi fra due o tre anni non ci abbiamo più una lira. Perché io quando a vado a vendere i diritti televisivi - che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno - fra tre anni se ci abbiamo Latina, Frosinone.. chi c... li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi... E questi non se lo pongono il problema!".

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E, infine, la questione Macalli e il peso politico della Lega Pro che sostiene Tavecchio, ma che rischia di cambiare guida. Lotito cerca di ricompattare il gruppo di Macalli e l'Ischia deve essere riportato all'ovile: "Il presidente fra un anno e mezzo va a casa da solo, l'accompagno io e rappresenza zero. Viene fatta una commissione strategica, tre presidenti, uno del Nord, uno del Centro, uno del Sud e ogni 20 giorni vedono l'attuazione del programma. Il direttivo viene tolto... Io non sono candidato a niente, non m'interessa, voglio salvare la Lega Pro". Ci sarebbero già i soldi (5 milioni di euro) da destinare alle società e invece Lotito gela il suo interlocutore: "Ma quei 5 milioni s e li semo già magnati. E i 5 della seconda tranche ci sono. La Figc dava 10 milioni alla Lega Pro, 9 alla B, che sta nelle stesse condizioni: m’ha chiamato Abodi, sta a piagne’ , mi vuole vedere. I 25 milioni che il Coni ha tagliato alla Figc sono stati tolti a Lega di B, Lega Pro, arbitri: hai visto quel testa di c... di Nicchi, sta a fare un casino. Tu mi dici: cacciamo Macalli. Ma quand’è successa questa storia, la Federazione usciva con 3 milioni di perdita di bilancio, allora cacciamo Tavecchio? Macalli si è messo a piangere: non me lo potete fare, sono rovinato. Eravamo in tre in una stanza. Tavecchio gli ha detto: ‘ ma ndo c.. li prendo i soldi che non ci stanno? E allora ho pensato: facciamo un’anticipazione di cassa sui progetti della fondazione, che decido io, ho la maggioranza in Lega. Questa roba, però, se non si trova un accordo in Lega Pro il 16, non si farà mai, chi c... si espone? Se ci esponiamo io e Tavecchio... Oggi se sei senza soldi vai da un amico, no? L’amicizia ha un peso, il rapporto personale ha un peso, no?".

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Giovanni Capuano