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Dal Parma alla Lega Pro, il crac del calcio italiano che non sa cambiare

Novara e Reggina le ultime penalizzate per questioni di bilancio. In tutto 68 punti bruciati nei campionati in attesa della riforma di Tavecchio

La profondità di una crisi si può misurare a volte con un numero. Il 81, che è la somma dei punti bruciati sin qui nei campionati professionistici italiani (dalla serie A alla Lega Pro) per penalizzazione su questioni di bilanci, è la fotografia dello stato di coma in cui versa il nostro movimento. Bilanci in rosso, pagamenti saltati o in ritardo, ritenute Irpef irregolari, forme di incentivo all'esodo che mascherano situazioni di difficoltà nel versamento dei salari: c'è di tutto nell'elenco doloroso che punteggia le classifiche dei campionati italiani. Tutte, senza nessuna esclusione. Il caso Parma è solo la punta dell'iceberg, e anche quello trattato con maggior attenzione, ma sotto si stanno sviluppando tornei che di regolare hanno poco e non perché la giustizia sportiva sta facendo il suo corso. No. Di irregolare c'è che molti dei club oggi penalizzati probabilmente non avrebbero nemmeno dovuto iniziare la stagione; tanti segnali esistevano già la scorsa estate e non sono stati raccolti. Adesso è tardi perché si possa evitare lo sconcio dei segni meno in classifica. Domani chissà, visto che la Figc ha messo in cantiere la madre di tutte le riforme, che dovrebbe ridurre il numero delle squadre professionistiche, e i nuovi parametri economici per l'iscrizione ai campionati disegneranno regole più stringenti, se non subito entro il 2020. Può non sembrare abbastanza, ma è già un passo avanti verso la normalità.

Parma, Savoia, Venezia e Barletta: altre penalizzazione

Lo stillicidio di provvedimento non si ferma mai. Nemmeno ventiquattro ore dopo la bufera su Novara e Reggina, ecco la nuova tornata che ha coinvolto anche il Parma. I ducali hanno preso altri 4 punti a causa delle inadempienze amministrative della società. Salvezza ormai impossibile, come era del resto chiaro da tempo. Il dispositivo ha coinvolto anche Manenti e Leonardi, inibiti per 6 mesi. Penalizzazioni anche in Lega Pro, dove sul banco degli imputati sono finiti Barletta (-4), Savoia (-3) e Venezia (-2). Situazione che erano note da tempo e che non devono sorprendere, ma che rendono ancora più pesante la realtà del calcio professionistico italiano.

Il terremoto sulla Lega Pro: Novara e Reggina, che mazzata

L'ultimo schiaffo in ordine di tempo è quello rifilato dal Tribunale della Figc a Reggina e Novara. Una mazzata di 8 (Novara) e 12 (Reggina) punti di penalizzazione che ha stravolto il senso della stagione per le due società privando i piemontesi del primo posto, e precipitandoli al quarto, e spedendo in anticipo nei Dilettanti i calabresi che già avevano sul groppone altri 4 punti da scontare. Terremoto prevedibile anche se non in queste dimensioni. Novara e Reggina pagano per non aver ottemperato - secondo la Covisoc e i giudici sportivi - alla regolarizzazione di stipendi e ritenute Irpef nei tempi prestabiliti. Una vicenda che chiama in causa anche il ricorso agli incentivi all'esodo che avevamo imparato a conoscere nel maggio scorso con il Parma estromesso dall'Europa League proprio per una questione simile da 300.000 euro. Cosa ci sia sotto la nuova moda dell'incentivazione lo raccontano in tanti a taccuini chiusi e prima o poi Federazione ed enti preposti dovranno vederci chiaro.

Tempi e modi della giustizia sportiva: rischio campionati falsati

Detto che Novara e Reggina, come tutte le altre in questi mesi, faranno ricorso e cercheranno di far valere le proprie ragioni in tutte le sedi, è evidente che decisioni così impattanti sulle classifiche prese a metà aprile falsano il senso di una stagione. In discussione non c'è l'applicazione delle norme, ma la tempistica e anche la quantificazione perché i 12 punti della Reggina equivalgono a una sentenza di condanna a morte per irregolarità che, fino a prova contraria, sono al momento solo amministrative. E lo stesso vale per il Novara così come per le altre. E se i ricorsi venissero accolti il rischio è che i nuovi verdetti arrivino nell'immediata vigilia di playoff e playout o magari anche oltre, considerati i tempi dell'iter burocratico. Manca la certezza del diritto, insomma. Il metro di giudizio qual è? 

Parma e la serie B, le punte dell'iceberg

La sconfitta contro il Genoa ha cancellato anche la piccola speranza, meglio illusione, che il Parma potesse essere più forte dei suoi guai economici e rientrasse nella lotta per salvarsi. Ovviamente non era così, anche perché i ducali stanno giocando ancora grazie alla mano tesa di Lega e Figc ma partendo dal presupposto di dover gestire una dolce retrocessione in serie B; cosa sarebbe accaduto in caso contrario tra club già spaccati sull'idea di aiutare il Parma? In ogni caso i 7 punti di penalizzazione della squadra di Donadoni sono destinati ad aumentare perché le scadenze saltate dalle dirigenze non sono certo finite con il piano di Tavecchio. E lo stesso potrebbe avvenire in serie B, dove il Bologna si è appena visto restituire un punto che lo ha riportato al secondo posto in solitudine alle spalle del quasi promosso Carpi. In fondo ci sono due dei club più penalizzati, Brescia e Varese, con vicende societarie non ancora del tutto chiarite.

Il disastro della Lega Pro: -64 punti nei tre gironi

Sotto la punta c'è, poi, il resto dell'iceberg della Lega Pro. Campionato sulla carta professionistico in cui le crisi si moltiplicano e spesso prendere soldi diventa operazione al limite del possibile. Il girone più toccato dalle vicende economiche è quello settentrionale: 20 punti di penalizzazione. C'è il Novara, di cui si è detto, ma anche il Monza che vive da mesi in una situazione molto simile a quella del Parma ma meno pubblicizzata. Piazza storica per la quale si sta cercando di evitare una fine ingloriosa, con giocatori che vanno avanti senza stipendio e dirigenze che si alternano nella trattativa con il Tribunale. Nel girone B Savona e Piacenza sono nei guai anche a causa delle sentenze sportive e nel girone C c'è il caso clamoroso della Reggina, ex presenza nella massima divisione, che senza i 16 punti di penalizzazione sarebbe in lotta per non retrocedere e oggi invece è già destinata aritmeticamente al campionato Dilettanti. 

Le nuove regole e la riforma dei campionati di Tavecchio

Che la situazione non sia più sostenibile è apparso evidente a tutti con lo scoppiare del caso Parma. Figc e Lega si sono mosse scrivendo le nuove regole (le leggete sotto) che dalla prossima stagione renderanno più difficile l'iscrizione a chi non è in grado di portare a termine la stagione. Si va a regime nel 2019, ma è un segno di serietà visto che le rivoluzioni non si fanno in un batter di ciglia. Anche i campionati minori dovranno adeguarsi. Entro giugno, però, Tavecchio vuole portare a casa la riforma più importante: quella dei format dei tornei. L'idea è la serie A a 18 squadre, la B a 20 e una forte riduzione delle società di Lega Pro. Come arrivarsi e la nuova normativa su promozioni e retrocessioni è tema di dibattito e scontro. Tavecchio aspetta proposte, ma è pronto anche a far muovere il Coni se non si dovesse arrivare a un accordo che permetta di partire dal 2017-2018, in tempo per consegnare al prossimo ct una stagione con 4 turni in meno prima del Mondiale di Russia.

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Giovanni Capuano