Il sorpasso della Lazio e la risurrezione di Napoli e Parma
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Il sorpasso della Lazio e la risurrezione di Napoli e Parma

Roma scavalcata e piena di dubbi: grande volata alle spalle della Juve. La dignità di Donadoni e gli ultras come al solito padroni di tutto

Il campionato ha vissuto un week end altamente simbolico ma - attenzione - non ancora decisivo e pensare di congelare la classifica della 30° giornata, prendendola come definitiva, esporrebbe al rischio di qualche brutta figura. E' stata la domenica del sorpasso della Lazio sulla Roma, della rinascita del Napoli e dell'abdicazione di Cesena e Cagliari. A dare un'occhiata al menu viene il sospetto che sia vivo solo il mini torneo alle spalle della Juventus per aggiudicarsi i posti nell'Europa che conta: fosse anche vero, ci aspetta un finale di stagione entusiasmante. C'è modo di consolarsi, insomma. Occhio al calendario: da qui in poi saranno decisivi forse più gli scontri con le squadre senza obiettivo (speriamo dignitose come il Parma) che quelli diretti. Anche questa è una chiave di lettura insieme alla considerazione che la condizione fisica farà differenza: chi ha avuto modo di osservare le grandi si sarà fatto un'idea degli attuali rapporti di forza.

L'elogio di Pioli e i dubbi su Garcia

Al di là della consistenza numerica della rimonta della Lazio sulla Roma (13 punti in 8 giornate sono un'enormità così come le 8 vittorie consecutive dei biancocelesti), colpisce il diverso momenti dei due allenatori delle romane. Pioli è l'immagine della serenità, ha fiducia nelle sue scelte ed è in grado di trasmettere autostima ai suoi. Garcia, invece, fatica a trovare il filo. Il primo ruota i suoi giocatori ricavando il meglio da ciascuno (Klose in doppia cifra è un miracolo), il secondo si è giocato una trasferta difficile e, forse, decisiva lasciando più di qualche perplessità nelle scelte e nei cambi. Davvero Doumbia e Ucan erano meglio di Totti nell'assalto finale? Florenzi può essere spedito a fare la punta? Ibarbo-Iturbe-Ljajic è un tridente adatto per una squadra in difficoltà realizzativa, che ha segnato 17 gol in meno della stessa Lazio quasi a parità di reti incassate? Si apre una settimana di domande e riflessioni, anche se complessivamente i giallorossi a Torino non sono dispiaciuti.

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Il ritiro per sempre di De Laurentiis

Al Napoli è bastato fare un po' di chiarezza su ruoli e comportamenti per ottenere subito una svolta. Il 3-0 sulla Fiorentina è meritato e naturale conseguenza di un'ottima prestazione. Alla fine De Laurentiis ha mandato tutti a casa per una notte, salvo riconvocare il ritiro in vista dell'Europa League e della trasferta a Wolfsburg. Poi ha deciso il silenzio stampa per chiarire che i colpevoli sono fuori da Castelvorturno e abitano nelle redazioni di mezza Italia che hanno (avrebbero) sbagliato a interpretare il suo sfogo post-eliminazione dalla Coppa Italia. I nervi di Napoli restano, insomma, scoperti e non è il miglior viatico per affrontare un mese nel quale squadra e club si giocano tutto. Guardando il calendario anche la rincorsa al terzo posto non pare un traguardo del tutto irraggiungibile. A patto di crederci, trovare un minimo di continuità e, magari, fare più autocritica che polemica verso nemici immaginari.

Pallotta meglio di tutti e la vergogna di Bergamo

Breve riassunto della settimana. Sabato scorso lo sconcio degli striscioni dell'Olimpico, martedì la squalifica della Curva Sud, giovedì lo strappo di Pallotta rispetto ai suoi ultras "fottuti idioti" e venerdì la rinuncia al ricorso per riaprire lo spicchio di stadio. Fosse finita qui sarebbe stato un trionfo. Invece, purtroppo, è arrivato anche il sabato che ha portato in dote l'attacco di Garcia alla giustizia sportiva italiana e la vergognosa arringa del 'Bocia' ai giocatori dell'Atalanta. Il tecnico ha detto che la giustizia (sportiva) italiana è da riformare perché non è giusto che decida solo uno, ma servirebbe una commissione come altrove. Detto che la commissione ce la prenderemmo volentieri insieme al resto, ad esempio alla reazione del Chelsea e di Mourinho verso i razzisti in trasferta, da segnalare che Garcia non ha speso una parola una per condannare striscioni e cori. Troppo facile così fare la morale al calcio italiano. Quanto a Bergamo nessuna sorpresa. I processini ultrà sono una caratteristica molto italiana; che sia avvenuta in presenza dei massimi dirigenti atalantini e che alla fine Reja abbia detto che "i tifosi hanno dato la scossa" conferma solo il grado di dipendenza dei club rispetto alle frange calde del proprio tifo. Si attende intevento duro e definitivo di Figc e Viminale.

L'orgoglio di Donadoni e il Parma che sembra la Siena del basket

L'applauso più lungo del fine settimana va dedicato senza ombra di dubbio al Parma e al suo condottiero, Roberto Donadoni. La maschera di rabbia, tensione agonistica e senso di rivincita dipinta sul suo volto al fischio finale del signor Gervasoni spiega tanto del perché Donadoni sia un campione e un uomo vero. Da mesi a Parma si sentono ripetere che la presenza di un club virtualmente fallito avrebbe falsato la regolarità del torneo; in senso stretto il discorso non fa una piega, poi ti accorgi che dal 19 marzo, giorno dell'ufficializzazione del fallimento, sono arrivate due vittorie (Udinese e Juventus) e un pareggio a San Siro contro l'Inter in 4 gare. Ci sono squadre più blasonate che hanno fatto meno e, soprattutto, merita una standing ovation la determinazione con cui i ducali stanno difendendo la loro immagine e la dignità di una città e di un sistema che ha fatto pochissimo per tutelarli. Non bisogna essere eroi, ma basta avere amor proprio e del lavoro che si svolge: un anno fa la Siena del basket arrivò a un tiro dallo scudetto pur sapendo che avrebbe chiuso un minuto dopo l'ultima sirena...

Higuain e la tempestività di Tavecchio

Per una volta Tavecchio e Beretta hanno fatto la cosa giusta al momento giusto. Non ci fosse stato il via libera dalla finale di Coppa Italia alla tecnologia dell'occhio di falco sui gol fantasma, del missile di Higuain finito oltre la riga e ignorato dalla coppia Damato-Di Bello si sarebbe parlato a lungo. Poi per fortuna il Napoli ha vinto largo, ma il susseguirsi di episodi in questa stagione ha chiarito definitivamente che l'idea di mettere un occhio elettronico sulla linea di porta è azzeccata, qualunque sia il suo costo in termini economici. A proposito di addizionali, lavoro che rischia di essere rottamato a breve, un plauso a Baracani che ha pescato alla perfezione la porzione di pallone sulla riga nel gol del pareggio del Torino. Male Florenzi e tutti quelli che si sono lamentati spiegando che bisognerebbe piangere di più per ottenere favori. Ci mancherebbe...

Verso il derby della Madonnina più depresso di sempre

Domenica prossima ore 20,45 a San Siro si sfideranno Inter e Milan. Al di là dei bollettini entusiastici che parlano di tutto esaurito garantito grazie alla presenza di molti stranieri presenti a Milano per il Salone del Mobile, sarà una delle edizioni più povere di sempre. La qualità in campo è quella che è, la classifica pure peggio e sull'entusiasmo meglio stendere un velo pietoso. In palio non c'è nulla più di una flebile speranza di correre per qualcosa senza essere costretti a trasformare le ultime 7 giornate in una lunga tournée di amichevoli. Inutile tornare sui motivi del crollo del calcio milanese, che sta vivendo un preoccupante periodo di transizione. Prima o poi si tornerà ai fasti del passato; il guaio è che oggi non si è in grado di capire quando potrà accadere.

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La coda poco bollente del nostro campionato

Il rischio concreto è che nelle ultime 8 giornate non ci sia nemmeno una corsa per non retrocedere. La giornata ha visto cadere contemporaneamente Cagliari e Cesena mentre le dirette concorrenti, già abbastanza lontane, hanno vinto. Pesantissimo il colpo di testa di Pellissier al Manuzzi che ha spedito il Chievo a +13 sulla zona caldissima e virtualmente salvo. La rovesciata di Denis, doppiata dal rigore sempre del Tanque, ha emendato invece il pessimo sabato di Bergamo e regalato un confortante +7 all'Atalanta. La sensazione è che sia tutto deciso con largo anticipo. Si tiene una porticina aperta considerando che il 29 aprile c'è un Cesena-Atalanta che potrebbe somigliare a uno spareggio: sempre che i romagnoli non si siano liquefatti prima.

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Giovanni Capuano