Ma come si batte questo Bayern?

Ma come si batte questo Bayern?

Non saremo certo noi a dire come si batte questo Bayern (sempre che questa Juve possa batterlo). Quel che è certo è che la partita di andata ha fornito molti spunti sulle cose da NON fare contro lo squadrone bavarese. …Leggi tutto

EPA/TOBIAS HASE

Non saremo certo noi a dire come si batte questo Bayern (sempre che questa Juve possa batterlo). Quel che è certo è che la partita di andata ha fornito molti spunti sulle cose da NON fare contro lo squadrone bavarese. Vista da bordo campo l’analisi tattica della partita è inclemente.

IL MODULO DEL BAYERN
A Monaco il Bayern è sceso in campo con un 4-2-3-1, un modulo che Heyckens ha scelto non a caso dopo aver visto e rivisto la Juventus: i due centrocampisti bassi Luis Gustavo e Schweinsteiger (quest’ultimo lontanissimo dalla porta) erano sempre in raddoppio su Pirlo; anzi alle volte erano anche in 3 col Muller o Vaun Buyten a scalare. A fare la partita sono stati perlopiù i due esterni: Ribery è imprendibile per definizione, Robben dal momento in cui è subentrato a Toni Kroos ha creato sempre la superiorità sul versante offensivo destro, laddove Peluso non è mai riuscito a prendere le misure. Ed è proprio sul lato sinistro, soprattutto nell’ultima mezz’ora nel primo tempo, che la Juve ha subito occasioni a ripetizione. Merito, va detto, di un pressing altissimo che di fatto ha congelato (per tutta la partita) le nostre sorgenti di gioco: Pirlo appunto, ma anche Bonucci e Barzagli. Tanto di cappello a Mandžukić che si è sacrificato nella marcatura a uomo di Bonucci.

I REPARTI DEL BAYERN
Neuer:
sicuro e praticamente inoperoso per tutto il match.
Difesa: Lahm gioca senza pressione, libero di tagliare e impostare a piacimento. Non sbaglia una palla in tutta la partita e non molla mai un centimetro. Alaba, aldilà del gol, gioca altissimo mettendo in grossa difficoltà Lichsteneir sia sul piano fisico che su quello della corsa. I due centrali danno l’impressione di essere vulnerabili, ma Matri e Quagliarella sono surclassati e mettono poca pressione consentendo loro di andare a raddoppiare sui centrocampisti.
Centrocampo: Detto dei due interditori bassi, i tre davanti spaziano che è un piacere. Rybery fa sempre la cosa giusta al momento giusto. Percussioni in continuazione, salta l’uomo come nessuno, non perde mai una palla e si cimenta anche nei recuperi, mostrando una reattività atletica quasi da  incontrista. Quando lascia il campo per il talentino Shaquiri tutto l’Allianz in piedi gli tributa il giusto applauso. Robben subentra a Kroos e dàulteriore vigore al Bayern sulle fasce. Bravissimi entrambi ad allargarsi tantissimo mandando fuori giri i nostri esterni e obbligando Vidal e Marchisio a correre come matti nei raddoppi. Ma altrettanto bravi, poi, ad accentrarsi per cercare  l’uno due con Muller.
Mandžukić: Si spossa nella fase di pressione sui nostri portatori di palla. Crea tanti spazi per gli inserimenti dei centrocampisti. Epica la sua marcatura a uomo su Bonucci.

IL MODULO DELLA JUVE
In settimana si era a lungo discusso su un probabile 4-5-1 con Marchisio a supporto di Vucinic e l’inserimento di Pogba a centrocampo. Conte non se l’è sentita. Non sappiamo quanto abbia influito l’influenza di Vucinic e quanto l’esitazione nel cambiare il modulo proprio in una prova così importante, ad ogni modo alla fine si è preferito partire col 3-5-2 d’ordinanza che presto si trasforma in un 5-3-2 per via della furia incontrollabile dei due esterni bavaresi. Peluso e Lichsteiner sono sembrati assolutamente inadatti a proporre una proposta offensiva credibile contro i quattro esterni messi in campo da Heyckens (Ribery+Abala a sinistra, Robben con Lahm a destra). A centrocampo Vidal è comunque superiore, per agonismo, qualità e presenza nella partita. Addirittura spesso rischia di andare fuori dagli schemi improvvisandosi stopper quando scala su Barzagli o centravanti quando va in pressione sui centrali bavaresi. Peccato davvero non possa esserci nella partita di ritorno. Marchisio, invece, ha sofferto più del previsto la fisicità dei tedeschi, davvero straripanti a centrocampo.

Davanti il nulla fino all’ingresso di Vucinic. Matri isolato non è mai riuscito a proporre movimenti in profondità, complice anche il grande affanno delle nostre  sorgenti di gioco. Col risultato di ritrovarsi spesso spalle alla porta. Quagliarella che in teoria doveva fare da connettore tra i reparti, è stato surclassato sul piano fisico, faticando non poco a trovare la palla. In questo senso l’ingresso di Vucinic si è rivelato più produttivo. Il montenegrino è giocatore più abituato ad andare incontro al pallone, a girarsi e puntare l’uomo allungando la squadra.

Fisicamente abbiamo sofferto molto, sulla palla i tedeschi arrivavano sempre prima di noi. Forse la partita con l’inter si è fatta sentire più di quanto si creda. Forse Conte ha ritardato un po’ troppo nei cambi. Forse non ha capito che serviva un diverso assetto più a misura di Bayern. O forse loro sono semplicemente più forti.

I REPARTI DELLA JUVE
Buffon:
in serata storta se ne accorge e cerca di limitare, ma non ci riesce troppo.
Difesa: Barzagli sbaglia sì un paio di interventi, ma seppur sotto pressione praticamente per 70 minuti su 90 la difesa il suo lo fa, almeno in fase di chiusura. Molto più dolente la situazione invece in impostazione.
Centrocampo: drammatica la situazione degli esterni che ben presto limitano il loro ruolo offensivo limitandosi a cercare di contenere i Robben e Rybery sugli esterni. Peluso soffre oltemodo Robben (almeno nel primo tempo), Lichsteiner in sofferenza fisica con Alaba e tecnica con Rybery. Diverso il discorso per i centrali. Pirlo meno lucido del solito (al suo record negativo di passaggi corretti  da quando è alla Juve, 70% del totale), è al centro di una marcatura ossessiva. Il secondo tocco non gli viene praticamente mai concesso.
Detto di Vidal che, fischiato da tutto lo stadio per tutti i 90 min,  non si fa intimidire affatto (anzi!) regge il confronto sia fisico che agonistico. Anche Marchisio fatica tantissimo contro i mezzi fisici superiori dei tedeschi e ci sembra soffrire oltremodo una sponda offensiva degna. Ecco lui è forse il più galvanizzato dall’entrata di Vucinic. Un Pepe sarebbe servito (tanto).
Attacco: di Matri e Quagliarella abbiamo detto, aggiungiamo che l’ormai fantomatico Top Player avrebbe anche il ruolo di tenere alta la squadra e soprattutto di mettere pressione alla difesa avversaria togliendole nerbo nell’impostazione da dietro della manovra. Vucinic ci sembra l’unico che per stazza, qualità e caratteristiche possa giocare tranquillamente a questi livelli. Ed è anche l’unico in rosa che sa saltare l’uomo. Di Giovinco invece preferiamo non parlare troppo: in pochi minuti batte il record mondiale di palle perse confermandosi semplicemente improponibile a questi livelli.

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Laterza Stella

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