La rinascita di Pirlo? Merito (anche) di Conte

I colleghi milanisti mi avevano avvisato: ci metterai poco a innamorarti di Pirlo. E in effetti devo ammettere che mi è bastata la prima al nuovo stadio per avere il colpo di fulmine. È come se qualcuno avesse d’improvviso …Leggi tutto

Andrea Pirlo (LAPRESSE)

Andrea Pirlo (LAPRESSE)

Bar Sport: la terza stellaI colleghi milanisti mi avevano avvisato: ci metterai poco a innamorarti di Pirlo. E in effetti devo ammettere che mi è bastata la prima al nuovo stadio per avere il colpo di fulmine. È come se qualcuno avesse d’improvviso accesso la luce. Diciamolo pure: era dai tempi di Zidane che non si vedeva qualcuno così: uno capace di dare del tu al pallone, in grado di farsi vedere in tutte le zone del campo, di fare sempre e comunque la cosa giusta, anche nell’ultimo passaggio.

Non che ci fossero dubbi sulle qualità del singolo, intendiamoci. Anche da rivale, o in nazionale, Pirlo era sempre un bel vedere. Ma non c’è dubbio che vederlo con la casacca bianconera fa tutto un altro effetto. Sì perché Pirlo é quel genere di giocatore che oltre a giocare bene fa girare tutto il resto della squadra.

Prendiamo Pepe, ad esempio: senza nulla togliere ai meriti straordinari del ragazzo, è innegabile che avere alle spalle uno come Pirlo capace di leggere in anticipo i movimenti dei compagni esalti le sue doti nell’inserimento senza palla. E lo stesso vale per molti altri giocatori della vecchia guardia. Chi ha la memoria corta, vada a riguardarsi qualche partite dello scorso anno, quando Pirlo non c’era: quando la palla in mezzo al campo scottava, le ali correvano a vuoto (o venivano mal servite), le soluzioni per vie centrali si contavano sulle dita di una mano.

E insomma mettete Pirlo in qualsiasi squadra e vi renderete conto del salto di qualità. Bella scoperta. Bisogna però sottolineare che il Pirlo di quest’anno appare decisamente rigenerato, e che forse – in questo – c’è anche la mano di Conte. L’impressione è che il nuovo tecnico bianconero stia mettendo il fantasista bresciano nelle condizioni migliori per giocare come sa. Al di là degli aspetti motivazionali, ci sono almeno tre spunti su cui vale la pena riflettere:

1.    Il ritmo che Conte chiede ai suoi consente alla Juve di effettuare ripartenze velocissime, e in questi casi il terzo occhio di Pirlo si rivela un’arma micidiale.
2.    Gli esterni larghissimi danno a Pirlo più libertà di movimento allontanando di fatto la marcature dal centro del campo.
3.    L’aggiunta di Vidal in mezzo al campo (una scelta che di fatto ha snaturato il famigerato 4-2-4 alla Conte) sommata al Marchisio di questi tempi danno a Pirlo una protezione di cui forse non ha mai goduto in passato.

E poi ci sono le dichiarazioni di Pirlo, che questa settimana ha definito Conte come “una via di mezzo fra Lippi e Ancelotti“, i due allenatori italiani che – insieme a Fabio Capello – hanno vinto di più negli ultimi anni. Se lo dice lui ci fidiamo.

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