Juve, primarie per l’attacco: Giovinco o Bendtner?

Juve, primarie per l’attacco: Giovinco o Bendtner?

Quanti Giovinco ci vogliono per fare un Bendtner? No  non è questione di statura, ma di standing direbbero gli anglosassoni con un’espressione difficilmente traducibile. Personalità, statura morale. Boh. Sta di fatto che ormai i ruoli per l’attacco bianconero sembrano …Leggi tutto

Quanti Giovinco ci vogliono per fare un Bendtner? No  non è questione di statura, ma di standing direbbero gli anglosassoni con un’espressione difficilmente traducibile. Personalità, statura morale. Boh. Sta di fatto che ormai i ruoli per l’attacco bianconero sembrano definiti.

Vucinic inamovibile, almeno quando conta. Quagliarella jolly di lusso, perché dopo il montenegrino è forse quello con più numeri di tutti, può fare la prima e la seconda punta,  ma non sarà mai un bomber di vocazione. Matri non è da Juventus. Punto e basta. I 18 milioni spesi da Marotta per lui pesano come un macigno, forse due anni fa, quando in Corso Vittorio Emanuele era tempo di saldi, si sarebbe potuto prendere Milito dall’Inter per molto meno, ma ora è inutile recriminare. Matri è forse l’unico in rosa ad avere i movimenti da prima punta d’area di rigore. Ma non ha la qualità necessaria per fare il centravanti della Juve. Poche storie.

Restano Giovinco e Bendtner. Candidati allo scontro finale. Perché ormai siamo alle primarie in casa Juve. Non sembra più tempo di turnover, una scelta seppur non definitiva va fatta. E il partner di Vucinic uscirà da questi due.

Votate Signori. Votate.

Qui, inutile ribadirlo, si tifa per Bendtner, il Vieri di Danimarca che tanto ci ricorda il primo Bobone juventino. Ce lo ricorda nei movimenti e in alcuni sprazzi di gioco, in campo e fuori. Meno nelle progressioni, e nei colpi di testa, dove invece è più bravo del Bobo Nazionale, e a volte sembra di rivedere il Mark Hatley di certi  poster da derby indelebile 80teens.

Non ce ne voglia Sebastian Giovinco, uno cresciuto in casa Juventus, uno che insieme a Marchisio e De Ceglie mastica bianconero praticamente dalle scuole elementari. Ma a noi Giovinco continua a non convincere. Non per motivi fisici come dicono in molti. Figuriamoci, il calcio è pieno di mingherlini che hanno fatto impazzire il mondo. E’ ancora una volta questione di standing, Giovinco non sembra averne abbastanza. E’ tutto il contrario di Del Piero, uno che si esaltava quando gli si chiedeva di caricarsi la squadra sulle spalle, di essere decisivo, protagonista assoluto. Il migliore. Giovinco no, da il massimo quando è scevro da responsabilità, quando non conta (o conta meno), quando può giocare col suo talento (immane) e far male (vedi Udine). Proprio per questo Giovinco a Parma ha dato il meglio di sè.

E Bendtner? Lui, e qui saremo impopolari, è il prototipo del campione. Intendiamoci di prototipi mai compiuti è pieno il mondo e il calcio. Ma lui i numeri li ha per davvero: guardare per credere .

Su di lui ha scommesso uno come Wenger che di giovani un po’ se ne intende, sa fare molte cose là davanti. Bravo di testa, preciso coi piedi, freddo quando serve. Certo ad oggi non è ancora quello che pensiamo possa diventare. Risulta macchinoso e a volte ancora impacciato ma i margini di miglioramento sono tutti dalla sua (perdinci, chi si ricorda il primo Vieri?). Bendtner ha un anno esatto meno di Giovinco: 16 gennaio ’88 il danese, 26 gennaio ’87  Seba (lo stesso giorno di Mou, Gasperini  Ivan Zazzaroni…il calcio è anche astrologia si sa). Ha molta più esperienza internazionale della formica atomica: 31 presenze con 9 gol in Champions League, 50 con 21 gol in nazionale (top 10 scorer all time della nazionale danese) e sulle spalle ha già un Mondiale e un Europeo. Mentre Sebastian Giovinco vanta solo 13 presenze europee nelle coppe (senza mai segnare), 21 in nazionale con un solo gol all’attivo e un Europeo vissuto da comparsa (2 presenze e solo 34 minuti giocati).

Anche a livello tattico il danese si inserisce meglio nel 5-3-2 proposto da Conte in questa prima parte di stagione, risultando un punto di riferimento lì davanti: ottimo per le sponde con Vucinic e per gli inserimenti dei centrocampisti. Giovinco nel 5-3-2 soffre, paradossalmente sarebbe il compagno ideale proprio per Bendtner replicando la formula grandegrosso+piccolino che tanto piaceva a Osvaldo Bagnoli. Una specie di citazione Contiana del duo anni ‘80 NanuGalderisi-Elkjaer, anche lì un piccoletto scuola Juve e un ariete danese (o anche nella versione 2.0 Skuhravy-Aguilera). Giovinco è senz’altro più funzionale nel 4-3-3 dove, partendo esterno alto, può risultare più decisivo nell’uno contro uno, può giostrare largo e accentrarsi, e più defilato ha meno pressione sia in campo che fuori.

Ora non resta che scegliere, il campionato e la Champions incombono. Conte avrà già fatto le sue valutazioni. Noi anche.

Votate signori. Votate. Il paese non può aspettare oltre.

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Laterza Stella

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