Gianni Agnelli e la Juve, storia di un grande amore

Gianni Agnelli e la Juve, storia di un grande amore

Oggi, 24 gennaio 2013, è il decennale della scomparsa di Gianni Agnelli. Ci viene difficile dire qualcosa che non sia stato già detto o scritto in questi anni su quella che è stata una delle icone più importanti della …Leggi tutto

Gianni Agnelli con Antonio Giraudo e Marcello Lippi ANSA/ARCHIVIO

Oggi, 24 gennaio 2013, è il decennale della scomparsa di Gianni Agnelli.

Ci viene difficile dire qualcosa che non sia stato già detto o scritto in questi anni su quella che è stata una delle icone più importanti della Juventus e della juventinità.

Preferiamo perciò ricordarlo con alcune delle sue più celebri citazioni. Forse il modo migliore per spiegare a chi è troppo giovane per aver vissuto la “reggenza” dell’Avvocato in bianconero, la sua incomparabile arguzia:

«Mio nonno, che acquistò la Juve nel 1924, era un uomo portato al progresso. Oggi sarebbe innamorato dello spazio».

«Si può far tutto, ma la famiglia non si può lasciare. E la Juve fa parte della mia famiglia».

«Non rinuncerei a uno scudetto della Juve per il mondiale della Ferrari«.

«Quando leggo un quotidiano, sia esso anche di finanza o altro dallo sport, e l’occhio mi cade involontariamente sulla
lettera J di Juventus, il cuore mi sussulta, ricevendo una grande emozione».

«La Juventus rappresenta, per chi ama la Juventus, una passione, uno svago… e qualche cosa la domenica. Noi abbiamo
cercato di dare a loro il migliore spettacolo possibile e anche molte soddisfazioni».

«Buscetta ha detto di essere ossessivamente un tifoso della Juventus? Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi»

«Nei momenti difficili di una partita, c’è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, a quella capacità di non arrendersi mai. E questo è il motivo per cui la Juventus ha vince anche quando non te l’aspetti».

«Vinca la Juve o vinca il migliore? Sono fortunato, spesso le due cose coincidono».

«Al Delle Alpi si vede male e poi è come giocare sempre fuori casa».

«Quando Platini mi re­galò uno dei suoi tre Palloni d’Oro, gli chiesi: ma è dav­vero tutto d’oro? Lui mi guardò sorridendo: e secon­do lei, avvocato, se era tutto d’oro glielo regalavo? Nella Juve nessuno è mai stato al suo livello e se in futuro ci sarà qualcuno che lo supererà lo ammetteremo a malincuore».

«La vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda».

«La Juve è per me l’amo­re di una vita intera, motivo di gioia e orgoglio, ma anche di delusione e frustrazione, comunque emozioni
forti, come può dare una vera e infinita storia d’amore».

 

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