Giaccherini non si è fermato a Talla

Giaccherini non si è fermato a Talla

Siete mai stati a Talla? Non è la Toscana degli agriturismi, del buon retiro di facoltosi stranieri in terza età. Non è la Toscana delle 5 stelle lusso e delle Spa ricavate. Qui il bello abbraccia il lavoro. Il …Leggi tutto

ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

Siete mai stati a Talla?

Non è la Toscana degli agriturismi, del buon retiro di facoltosi stranieri in terza età. Non è la Toscana delle 5 stelle lusso e delle Spa ricavate. Qui il bello abbraccia il lavoro. Il bianco abbraccia il nero, direbbe il poeta. Questa è una Toscana più dura, tenace, ma a suo modo grulla.

Qui la gente fa lavori veri, molti ragazzi emigrano nelle grandi città esattamente come in molti altri posti della Provincia Italiana. Si vive ancora di campi e di cemento. Perchè qui a Talla a pochi chilometri da Rassina, i pochi o tanti mille abitanti vivono così: divisi tra l’agricoltura e il grande cementificio di Rassina. D’inverno fa freddo, tanto, e ci si scalda coi camini nelle vecchie case in pietra. D’estate si fatica, al caldo, mentre i bambini corrono in mezzo ai campi.

L’alimentari in paese vende di tutto, scope, bombole del gas, scarpe e chissà quanti altri generi non alimentari. E se gli chiedete di Emanuele Giaccherini vi risponderanno che abita qui, qui sopra. Emanuele Giaccherini è ancora oggi un misto salubre di cemento e collina. E per noi che lo seguiamo con curiosità e passione dai tempi del Pavia è sempre una grande soddisfazione scoprirlo decisivo.

Ricordiamo come fosse oggi quel ragazzo di cui si parlava tra gli appassionati di Lega Pro, e non solo perché fu suo gol il decisivo che salvò i lombardi nei play out. Lo ricordiamo offuscare la stella di Benito Carbone, campione con un passato glorioso nella Torino Granata, e appena rientrato dall’Australia dopo un solo mese di Sydney FC. E già da allora il richiamo della metropoli piemontese sembrava nel suo destino.

Poi fu Cesena, una cavalcata vincente dalla Lega Pro alla A. Il primo anno Giaccherini è un’autentica rivelazione anche per mister Bisoli, dopo che in estate sembrava addirittura dovesse partire. Fu lo stesso Bisoli a dirglielo nel ritiro di Castrocaro: “Ti allenerai a parte e forse andrai via”. Ma, si sa a Castrocaro nascono talenti. E la musica cambiò praticamente subito. Una serie di coincidenze privano il Mister di alcune pedine importanti e così il giovane Giaccherini a Cesena ci resta, per non andarsene più.

A fine stagione le sue presenze sono 29, con 4 gol. Il Cesena festeggia trionfalmente la serie B. E ricordiamo bene come molti tifosi bianconeri (bei colori vero?) ancora si interrogassero sugli spalti del Dino Manuzzi e nei forum, se la “zanzara” potesse davvero esplodere anche in Serie B. Se la storia di quel fantasista piccolo piccolo potesse proseguire anche nel presunto calcio maggiore.

Poi il Cesena prende Guillhermo Do Prado dalla Pro Patria, talento immane dalla carriera sfortunata, e già in molti a scommettono su un Giaccherini relagato in panchina. Non noi. Noi che in una lunghissima notte autunnale rischiamo pure di rovinare un’amicizia ventennale sull’onda dell’ultimo rilancio di un’asta del Fantacalcio (ebbene sì, facciamo il Fantacalcio di Serie B). La Serie B è trionfale. Il Cesena sale in A da neopromossa, Emanuele ne fa 9 in stagione (8 in campionato e uno in Coppa Italia), ma soprattutto si rivela il vero trascinatore della squadra

L’anno dopo è Serie A appunto. Il calendario sembra inclemente coi cesenati Roma all’Olimpico alla prima e Milan in casa alla seconda. E invece il Cesena si scopre più forte dei pronostici e sembra volare: zero a zero con i giallorossi e vittoria due a zero contro il Milan (futuro campione d’Italia ) e il secondo gol indovinate chi lo fa ? Già, proprio lui, il piccolo Jack.

La prima stagione di A si conclude con la salvezza per i cesenati e con grandi complimenti per Giaccherini. In pochi, però, lo vedono pronto per una grande squadra. In pochi si accorgono della straordinaria versatilità tattica di questa mezza punta che sa fare l’esterno, l’interno e l’attaccante, con la stessa diligenza e lo stesso pudore tattico. Che sa aggredire la profondità come pochi. E corre sempre a cento all’ora. Uno per cui la tecnica è semplicemente un presupposto.

Sembra l’uomo giusto per Antonio Conte alla ricerca disperata di “Bass Player” (cit.) e che proprio in Giaccherini  trova un interprete ideale per il 4-2-4 con cui ha deciso di presentarsi per le prime rappresentazioni. La prima in casa è col Parma, noi siamo in prima fila ad applaudire l’esordio della Juve nel suo nuovo tempio, lo Juventus Stadium. E siamo estasiati nel vedere quanta strada abbia fatto il nostro Jack: dalla Lega Pro fino alla Juventus. Ma ancora di più restiamo senza parole nel constatare come sappia interpretare alla perfezione il ruolo di esterno sinistro offensivo (ma con tanta copertura) assegnatogli dal Mister. Non sgarra di un centimetro. Mostra autorità e diligenza, e un’intraprendenza rara. Vederlo dialogare con Del Piero ci conferma quanto il calcio sia davvero semplice per chi lo sa giocare. E il confronto con l’inadeguatezza tattica di Krasic è da subito inclemente.

Il battesimo allo Juventus Stadium è una folgorazione, e siamo certi lo sia stato anche per quel ragazzo di Talla, interista fin dall’infanzia che solo due anni e mezzo prima era a Siena per festeggiare sugli spalti la sua Inter tricolore. Ora la redenzione è compiuta e Antonio Conte può tranquillamente gridare al mondo che il suo Giaccherinho merita la Nazionale (che puntualmente arriva) e silenziare anche i suoi stessi tifosi dopo un gran gol di Emanuele al Bologna che vale l’accesso ai quarti di Coppa Italia e un pezzo sempre più grande di Juventus.

Ecco, ieri alle 16.47 di domenica 10 marzo 2013 a noi è tornato in mente tutto questo. La collina toscana, quella gita tra Salutio, Montanina e Talla, la tribuna del Dino Manuzzi che festeggia una promozione inaspettata. L’asta del Fantacalcio più lunga di sempre, il nostro esordio allo Juventus Stadium, le discussioni al Bar di Rocco in Via Pacini a Milano. Dove alla solita domanda “Ma Giaccherini?”, la risposta è sempre la stessa, da due anni: “Fenomeno”.

Ecco tutto questo ci è passato davanti agli occhi, nello stesso momento, con gli stessi fotogrammi, al gol di Giaccherini. Perché seppur divisi fisicamente – chi era al parco con la famiglia e si ritrova ad abbracciare uno sconosciuto con la radiolina che lo avvisa con un urlo del gol al 92, e chi era in diretta TV su Telenova per commentare un ostico Juventus-Catania – noi che ci facciamo chiamare Laterza Stella abbiamo sempre pensato a Giaccherini come a una cosa sola: una stella.

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Laterza Stella

Laterza Stella è il collettivo creato da Roberto Catania e Lorenzo Incantalupo. Ma è anche un blog open source aperto a tutti: sportivi, dirigenti, giornalisti, blogger e tifosi. E un'attitudine: scriviamo incidentalmente di calcio, ma anche del bene e del male. Del bianco e del nero.

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