Cannavaro in Nazionale? No, grazie

Cannavaro in Nazionale? No, grazie

Se fosse vera l’indiscrezione apparsa ieri su Tuttosport che vorrebbe Cannavaro CT della Nazionale dal 2014 sarebbe l’ennesima decisione scellerata di una Federazione che dal 2006 ad oggi non ne ha imbroccata mezza e senza che il suo Presidente se …Leggi tutto

AP Photo/Alessandra Tarantino, Files

Se fosse vera l’indiscrezione apparsa ieri su Tuttosport che vorrebbe Cannavaro CT della Nazionale dal 2014 sarebbe l’ennesima decisione scellerata di una Federazione che dal 2006 ad oggi non ne ha imbroccata mezza e senza che il suo Presidente se ne sia assunto alcune responsabilità. Presidente che in qualsiasi società sportiva (e non) privata sarebbe già in cerca di nuova occupazione da tempo.

La nostra non vuole essere una difesa d’ufficio a Prandelli (ci mancherebbe). Che non sia adatto al ruolo di CT lo abbiamo già scritto altrove e lo ribadiamo. La leggerezza e la presunzione con cui ha affrontato la finale dell’Europeo è stata solo una conferma di quello che pensiamo da sempre. Bravo, preparato, ma mai decisivo. Come la sua Fiorentina del resto. Mai il cuore oltre l’ostacolo.

Ma Cannavaro proprio no. Cannavaro sarebbe l’ennesimo equivoco, un’affermazione senza pedigree. Un Donadoni all’ennesima potenza per una nazione che forse non saprà battere lo spread, ma di allenatori di calcio se ne intende, eccome.

Popolo di naviganti CT lo siamo per davvero. Un motivo ci sarà se oggi, unici al mondo, abbiamo sei allenatori (viventi) vincitori della Champions League: Trapattoni, Sacchi, Capello, Lippi, Ancelotti e Di Matteo. Popolo di naviganti CT lo siamo nostro malgrado. A momenti esportiamo in tutto il mondo più CT che automobili. E allora piuttosto si facciano le primarie. Che vanno così tanto di moda, e sono diventate il sale della democrazia.

Candidati affidabili? Noi ne vediamo almeno sei/sette:

Carlo Ancelotti
Sì, potrebbe essere lui il Mario Monti dell’Italia calcistica. Un tecnico tra i tecnici. Dai modi garbati, ma decisi. L’uomo della stabilità che tanto piace in Europa: da Parigi a Londra. Curriculum importante e se sono vere le voci che danno Mou sulla panchina del PSG l’anno prossimo potrebbe scendere in campo per l’Italia già dalla prossima stagione.

Roberto Di Matteo
Carriera fulminate dal West Bromwich al Chelsea senza passare dal via. In pochi mesi conquista Coppa d’Inghilterra, Champions League, riporta i blues ai primi posti della Premier e viene brutalmente cacciato. I tifosi del Chelsea stanno ancora protestando sul Web e allo stadio. Attualmente è a spasso, ma siamo pronti a giurarci: non ci resterà per molto. Il Matteo Renzi del calcio italiano non può più aspettare.

Alberto Zaccheroni
Accento vagamente alla Bersani e calcio fatto di estetica e albo d’Oro. Ha vinto in Italia e in Giappone. Porterà i nipponici due volte in Brasile (alla Confederation Cup e ai Mondiali) e poi potrebbe tornare da profeta in patria.

Antonio Conte
Il new comer, il duro dagli occhi di ghiacco e dal calcio spettacolare. Lui potrebbe essere il Berlusconi del ’94 (fede calcistica a parte), l’uomo capace di scompigliare le carte, e vincere per acclamazione. Certo avrebbe il suo piccolo conflitto d’interessi, ma potrebbe regolarlo ritagliandosi un duplice ruolo alla Pianigiani (Juventus e Nazionale).

Francesco Guidolin
È quello che forse lo meriterebbe di più: una lunga gavetta in provincia fatta di risultati ovunque e grandi soddisfazioni, ma comunque sempre meno di quelle che avrebbe meritato. Guidolin sarebbe l’affermazione del calcio vero. Quello dove contano merito, capacità e concretezza. Piacerebbe tanto a Montezemolo, ma forse anche alla Lega per le sue origini “padane”.

Giampiero Ventura/Edy Reja
E poi ci sono i candidati a 5 Stelle. Quelli che farebbero impazzire Grillo. Quelli fuori dalla casta delle grandi platee, ma con carriera ventennale in tante piazze diverse, ma sempre all’insegna di un calcio onesto che non mente mai.

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Laterza Stella è il collettivo creato da Roberto Catania e Lorenzo Incantalupo. Ma è anche un blog open source aperto a tutti: sportivi, dirigenti, giornalisti, blogger e tifosi. E un'attitudine: scriviamo incidentalmente di calcio, ma anche del bene e del male. Del bianco e del nero.

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