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ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI
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Juve, niente festa scudetto. Le tre lezioni per Allegri dopo Roma

Squadra ribaltata e senza motivazioni, calo di concentrazione e la rivale che non molla mai. Allarmi sulla strada di Cardiff?

La sconfitta dell'Olimpico contro una Roma mai doma e da applausi (3-1 di rimonta) allunga la vita del campionato e allontana la festa scudetto dei bianconeri. Sarebbe bastato un punto davanti alla squadra di Spalletti, ma la partita ha raccontato una storia differente. La Roma l'ha vinta con pieno merito accorciando in classifica a -4 sui bianconeri. La volata per il titolo non è riaperta, ma la Juve deve tenere la testa ancora sul campionato per almeno una settimana.


L'andamento della sfida è stato duplice. Approccio juventino fino al vantaggio di Lemina, che pareva aver spianato la strada verso lo scudetto, poi rientro prepotente della Roma che ha travolto di rincorsa Buffon e compagni. Il successo serve soprattutto ai giallorossi che hanno respinto l'assalto del Napoli al secondo posto e ora sono favoriti per l'accesso diretto alla Champions League.

La sconfitta dell'Olimpico lascia ad Allegri qualche lezione su cui riflettere con attenzione. Nessun allarme, sia chiaro, perché la squadra che affronterà le finali di Coppa Italia e di Cardiff sarà profondamente differente innanzitutto sul piano dello spirito. Però è bene che il ko contro i giallorossi non sia archiviato troppo in fretta e con superficialità:

Senza furore la Juve si normalizza - Prima di tutto la questione delle motivazioni. Senza anche la Juventus si normalizza e questo è un handicap superiore anche al massiccio turnover messo in campo da Allegri che ha cambiato mezza squadra. La rimonta della Roma è figlia soprattutto di un calo di concentrazione che può essere fisiologicaìo ma che risulta comunque pericoloso nella fase decisiva della stagione. La consolazione è che contro Lazio e Real Madrid il cervello sarà attaccato senza se e senza ma, però i grandi successi si preparano anche nelle occasioni in cui sembrano servire meno.

Serve qualità in mezzo al campo - Poi c'è la questione tecnica. Pjanic era titolare, ma il centrocampo juventino a questi livelli non regge la compresenza di Sturaro e Lemina. E' un tema già emerso altre volte in passato e la Roma è un ostacolo troppo alto per affrontarlo non al meglio. E' vero che in questo caso non si è trattato di scelte di Allegri ma di necessità, però la lezione va imparata a memoria e la poca lunghezza della rosa andrà riparata sul mercato.

Roma e Napoli avversari da applausi - La Juventus vincerà lo scudetto perché le bastano tre punti contro Crotone e/o Bologna per arrivare a una meta che non sfuggirà. Però Roma e Napoli meritano un lungo applauso perché, per il secondo anno di fila, vanno oltre i propri limiti. Spalletti e Sarri sono stati fieri avversari e questo nobilita l'impresa di Allegri. Forse è vero che il titolo, come dice Spalletti, non è mai stato realmente contendibile alla Juventus, però a 180 minuti dalla fine non è ancora conquistato e questo è merito di chi sta dietro.

Il messaggio è fondamentale in vista della prossima stagione. Marotta e Paratici hanno la potenza di fuoco per un mercato in grande stile come quello di dodici mesi fa. De Laurentiis e Pallotta hanno in mano squadre che necessitano di iniezioni di qualità (e quantità) per tentare l'assalto decisivo. Non è detto che il gap sia incolmabile, anche se oggi la Juventus è nettamente la più forte di tutti.

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Giovanni Capuano