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Sorpresa: la Juve di Sarri tira meno e subisce di più di quella di Allegri

L'analisi delle prime giornate di campionato e un dato sorprendente. Il lavoro (lungo) del tecnico per cambiare i meccanismi difensivi

Attaccanti e cetrocampisti del Brescia ci hanno provato 13 volte. Più di quelli del Verona (8, ma tutte le volte nello specchio della porta di Buffon), ma meno di quelli della Fiorentina solo qualche giorno prima. E' il dato sorprendente che emerge dall'analisi statistica delle prime giornate del campionato della Juventus di Sarri che concede molto più spazio agli avversari nella propria metà campo ma, almeno per il momento, produce meno in fase offensiva rispetto alla Juve di Allegri.

Sembra incredibile, ma è così e le ultime sfide vinte solo in rimonta, dopo il pari soffero a Firenze, confermano nei fatti quanto il tecnico toscano sta predicando a parole da settimane: il lavoro per insegnare alla squadra il suo modo di fare calcio è solo all'inizio e manca di equilibri. Servirà tempo per arrivare a un compromesso che non necessariamente ricordi il Napoli spettacolo che arrivò a contendere lo scudetto ai bianconeri.

Le statistiche: meno tiri fatti e più subiti

In questo caso, insomma, i numeri arrivano a supporto della tesi del diretto interessato. Meritano, però, una riflessione perché messi in fila segnano un punto di partenza su ogni ragionamento relativo all'attuale gioco della Juventus, che in tanti vogliono già segnato dalla mano dell'allenatore ma che in realtà è ancora un miscuglio di approcci vecchi e nuovi.

Già la vittoria con il Napoli aveva posto il tema della verticalità e del baricentro basso, quanto di più distante dall'idea napoletana del sarrismo. A Madrid era emersa la difficoltà sulle palle ferme con dibattito conseguente a proposito della marcatura a zona. Dopo Brescia, ecco le statistiche di produzione offensiva e lavoro difensivo comparate alla Juve di Allegri della passata stagione.

Il dato generale che emerge è che in questo momento la Juventus di Sarri concede molti più tiri alle avversarie: 53 contro 34 (+55%) in totale e 30 contro 18 (+66%) in porta. Il dato dei gol subiti è di poco negativo (5 contro 4), ma della vecchia muraglia che non faceva nemmeno avvicinare alla porta resta solo qualche traccia.

In crescita anche il numero delle occasioni da rete concesse: 28 contro 16. Davanti, invece, gli indicatori sono in calo. Nelle prime 5 giornate della stagione 2018-2019 (contro Chievo, Lazio, Parma, Sassuolo e Frosinone) i bianconeri erano arrivati al tiro 90 volte centrando lo specchio della porta in 44 occasioni (11 gol segnati).

Quest'anno sono fermi a 51 (-43%) con anche meno precisione (26 contro 44, ovvero -40%) e un bottino di reti segnate calato da 11 a 9. Ovviamente vale la premessa che si tratta di un periodo di tempo troppo breve per esprimere una tendenza definitiva e che altri numeri, ad esempio il possesso palla che a Brescia ha toccato il 67%, raccontano la metamorfosi della Juventus che sta cambiando pelle. Però le parole di Sarri hanno il conforto anche della fotografia in campo. 

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Giovanni Capuano