Bodini: "I miei Juventus-Milan dalla panchina, tranne uno..."
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Bodini: "I miei Juventus-Milan dalla panchina, tranne uno..."

Lo storico n°12, vice di Zoff e Tacconi, ricorda le sfide contro i rossoneri. Più un match da protagonista da dimenticare

Juventus-Milan, e pure Milan-Juventus, viste sempre in prima fila. Meglio, dalla panchina: Luciano Bodini, dieci anni in bianconero dal 1979 al 1989, è stato lo storico "secondo" di Dino Zoff e Stefano Tacconi, con solo 26 gare in campo e tutte le altre viste da spettatore di lusso. "Ma a me non importava", ci racconta l'ex portiere, oggi allenatore alle giovanili dello Juventus Club di Viareggio, "perché ero orgoglioso di essere in quel club, in cui rimasi a lungo per Giampiero Boniperti, a cui non potevo dire di no perché mi trattava come un figlio, e per Trapattoni. E poi contro il Milan, a dire il vero, una volta sono stato anche protagonista, anche se non proprio in positivo...".

Si può raccontare?
"Beh, tra quelle 26 partite c'è stata anche quella a San Siro contro i rossoneri nel Campionato '84-'85, per di più l'unica giocata quella stagione. Eravamo in vantaggio per 2-1 con goal di Platini e Rossi, poi nella ripresa siamo stati puniti da Virdis e Di Bartolomei con relativa sconfitta per 3-2. Una solo volta in campo e mi sono pure beccato tre goal...".

Altri ricordi legati alla sfida?
"Quelli di un altro 3-2, con tripletta di Galderisi che allora aveva solo 19 anni”.

Juventus-Milan vedrà anche in campo Buffon contro Donnarumma: il presente e il futuro dei portieri della Nazionale?
"Buffon, oltre a essere il miglior n°1 italiano, è entrato nella storia. Donnarumma ha testa ed è molto svelto nei tiri rasoterra, ma in circolazione ci sono anche Mattia Perin (Genoa, ndr) e Nicola Leali (Frosinone, ndr) da tenere in alta considerazione. E sono sicuro che anche Simone Scuffet, oggi in serie B con il Como, tornerà a mettersi in evidenza come ai tempi dell'Udinese".

Tornando alla sua avventura nel mondo del calcio, oggi il 12° è un ruolo in via di estinzione...
"E' vero, è cambiata la mentalità del calcio: tutti vogliono giocare e cercano anche contratti pluriennali, mentre io rinnovavo ad esempio di stagione in stagione. Arrivai alla Juventus quando Zoff aveva 38 anni e io 25: pensai che avrei potuto trovare spazio, considerata la sua età, e invece il grande Dino in quegli anni non solo ebbe stagioni strepitose, ma vinse pure una Coppa del Mondo per chiudere poi la carriera a 42 anni".

Com'era il rapporto con Zoff?
"Ottimo. E nato peraltro in modo curioso: ci incrociammo la prima volta in un Napoli-Atalanta del gennaio 1972. Avevo 17 anni ed ero la riserva di Rigamonti tra i bergamaschi: Zoff si avvicino e mi chiese se fossi un raccattapalle, poiché mi vedeva così giovane… Anni dopo eravamo in squadra insieme e abbiamo portato la Juventus a vincere tutto in Italia e nel mondo. E nelle vittoriose finali di Supercoppa Europea contro il Liverpool nel 1985 e del Mundialito contro il Flamengo nel 1983 ero io il titolare".

Nessun rimpianto, dunque?
"Mi manca il Mondiale e la convocazione in Nazionale, ma in compenso ho giocato... in quella dei cantanti!".

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Piero Giannico