Juventus, tante idee, soliti guai in attacco
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Juventus, tante idee, soliti guai in attacco

La squadra di Conte non ha ancora trovato un giocatore da affiancare a Vucinic. Doveva essere top player, sono stati Giovinco e Bendtner

La Juventus che vola a vele spiegate in campionato (46 gare utili, percorso stellare) e che invece accusa qualche affanno in Champions League (2 pareggi in altrettante partite, terzo posto nel girone) si prepara allo scontro al vertice di sabato 20 ottobre con il Napoli con un dubbio mica da ridere che la accompagna dalla scorsa stagione. Vale a dire: chi affiancare a Vucinic in attacco? Giovinco, oppure Matri, perché no Quagliarella, o forse Bendtner? Nella squadra di Mazzarri giocherà quasi certamente l’obiettivo numero 1 del prossimo mercato estivo bianconero, quel Cavani che con la maglia azzurra è diventato superstar collezionando reti come fossero noccioline, una tira l’altra. De Laurentiis l’ha blindato con un contratto faraonico. Ma non è una sorpresa, i top player costano tanto perché promettono tanto, provare per credere.

Doveva essere Van Persie, Suarez, Higuain, Dzeko, giusto per parlare dei nomi più caldi e più appetibili. Sono stati invece Giovinco, riscattato dal Parma per 11 milioni di euro, e Bendtner, semisconosciuto centravanti danese che l’Arsenal ha girato in prestito molto volentieri e pure a costo zero. Come dire, basta che lo prendete e gli pagate voi lo stipendio, a noi va bene tutto. Archiviata la gioia per uno scudetto che il popolo bianconero aspettava a braccia aperte e con una trepidazione senza precedenti, i dirigenti del club torinese hanno studiato la strategia per allestire una squadra di buon livello anche per la Champions League. Un acquisto in ogni reparto per garantire il giusto ricambio a Conte e poi, ecco la necessità che si è trasformata in notizia nei primi giorni di luglio, caccia aperta a un attaccante, un bomber capace di segnare a doppia cifra. Trezeguet docet.

Tuttavia, il progetto si è bloccato prima ancora di prendere forma. Perché va bene investire forte su un giocatore di spessore internazionale, ma la Juventus non è il Real Madrid e se il prezzo del fenomeno è troppo alto meglio aspettare che le cose cambino, oppure trovare alternative credibili. Questa la sintesi del pensiero bianconero, che si è concretizzata allo scadere della sessione di mercato con l’arrivo di Bendtner, ex prodigio della cantera dell’Arsenal che non ha mai davvero convinto Wenger, il timoniere della nave inglese. Ma il top player? Non c’è, da qui i guai di una squadra che produce tanto gioco ma che poi, al momento di finalizzare, chiede l’intervento dei centrocampisti per sbloccare il risultato.

La conferma arriva dai numeri. Dei 17 gol realizzati dalla Juve nelle 7 gare di campionato, ben 9 portano la firma di un giocatore che non gode del patentino di goleador e che nell’area di rigore avversaria dovrebbe arrivarci più per aiutare i compagni a segnare che per insaccare lui stesso. Le ragioni di questa scelta, meglio, necessità, le spiega il campo. Vucinic è un fuoriclasse nel giocare di sponda e nel suggerire delizie da stropicciarsi gli occhi, ma non è un cecchino, non lo è mai stato. Matri sbaglia tantissimo, più del consentito. E l’anno scorso ha convinto così così. Dieci gol in 31 gare sono un po’ pochini per un attaccante di prima fascia. Quagliarella? La fortuna non lo aiuta. Si è rotto, è tornato a disposizione con una voglia di fare da applausi e, chiamato in causa, ha segnato una doppietta contro il Chievo, poi più nulla.

Giovinco è alla prova d’appello con la maglia bianconera. La prima volta non gli è andata bene. Tanta corsa e poca sostanza. La seconda non è iniziata nel migliore dei modi. Vero, ha segnato 3 gol in 6 partite, ma che fatica rimanere in piedi e fare la differenza. E’ stato pagato per essere determinante, finora lo è stato pochissimo, e comunque meno di quanto ci si potesse attendere. Su Bendtner, poco da dire. La coppia Conte-Carrera l’ha utilizzato finora con il contagocce. Dieci minuti dieci in 7 gare. Deve trovare la condizione, ha fatto sapere chi lo segue nel day-by-day. Nel frattempo, panca, che sarebbe stata tribuna se non ci fosse stata la rivoluzione di inizio stagione. Certo, ci sarebbe anche Iaquinta, esodato extra lusso che risulta fare ancora parte della squadra, pure se mai convocato per indossare la pettorina. Vista la concorrenza, potrebbe ancora dire la sua. In attesa del top player che dovrebbe arrivare a gennaio, si intende.

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Dario Pelizzari