Juve-Roma, non solo scudetto. Bilanci, politica e mercato: sfida totale
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Juve-Roma, non solo scudetto. Bilanci, politica e mercato: sfida totale

Il confronto dello Stadium solo il primo atto di una battaglia tra i due club più in vista del momento

Juventus-Roma non vale per lo scudetto (al massimo spiana la strada verso il titolo d'inverno) ma è più che mai sfida totale tra i due club più forti e strutturati d'Italia. Non solo novanta minuti da giocare in campo, bensì una sfida che si allunga anche negli hotel del mercato e arriva fino ai corridoi del Palazzo dove Pallotta e Agnelli continuano a essere divisi. Se non su tutto, quasi. Anche se le recenti vicende di politica sportiva - leggasi diritti tv - li avevano riavvicinati.

Spalletti e Allegri non sono soli, dunque. Alle loro spalle ci sono due società che puntano forte su una rivalità incendiatasi nelle scorse settimane. Il fuoco cova sotto la cenere, le stilettate di Baldissoni (per quanto chiarite e contestualizzate al momento del dopo derby) sono servite a capire con chiarezza che dalle parti della Capitale non considerano questa come una stagione di transizione, ma come il momento giusto per sferrare l'attacco ai campioni in carica.

Roma mai indenne allo Stadium

Le prime 16 giornate del campionato hanno detto che si tratta delle due realtà più solide che il calcio italiano possa offrire. Della Juventus si sa tutto: profonda, ricca di fuoriclasse e in grado di cambiare la partita anche semplicemente pescando dalla panchina. Allegri sta convivendo con le critiche sulla qualità del gioco, ma il risultati sono dalla sua parte. E ora c'è anche il ritorno di Dybala a rendere opulente il reparto d'attacco, pur creando qualche pericolosa tentazione da tridente.

Spalletti ha meno qualità in rosa ma può contare sul centrocampo migliore di tutto il torneo. Ha sostituito Pjanic riuscendo a far dimenticare l'addio estivo, quando il bosniaco servì per tappare l'ultimo buco di bilancio in chiave fair play finanziario e la Juve se lo prese senza nemmeno fare la guerra. C'è un tabù che nemmeno Pjanic gialorosso era riuscito ad infrangere: non perdere allo Stadium. Da quando i bianconeri hanno la nuova casa, la Roma ci ha sempre perso. Dovesse ricapitare adesso sarebbe una specie di match point scudetto per la Juve.

Due corazzate in sfida sul mercato (e nei conti)

Sia Juventus che Roma sono reduci dalla loro stagione record a livello di bilancio. Agnelli ha firmato il secondo utile consecutivo (e nel 2017 arriverà il terzo) con fatturato da 388 milioni di euro, Pallotta ha toccato quota 241 come mai in passato. La Roma non è ancora in equilibrio e insegue la rivale nel sogno dello stadio di proprietà, il 2016 sarà un anno difficile e di cambiamenti però il percorso fatto è stato lungo e fruttuoso.

Sul mercato sono pronte a lottare per gli stessi obiettivi, possibilmente già a gennaio. I gioielli dell'Atalanta di Percassi e Gasperini interessano ad entrambe: Kessie, Caldara, Gagliardini. Poi c'è il genoano Rincon che fa gola sia ad Allegri che a Spalletti. Insomma sfida totale, che va bel oltre il campo.

Alleate (a metà) nella politica del pallone

Immaginare un alleanza sul mercato è praticamente impossibile. Più semplice che accada a livello di politica sportiva, come è stato negli ultimi anni. Agnelli e Pallotta si sono seduti nello stesso fronte - perdente - per Lega e Figc. Hanno condiviso la stessa visione sui diritti sportivi, non si sono fatti la guerra ma hanno tacitamente combattuto nella stessa trincea.

L'endorsement di Agnelli dello scorso ottobre, pur con mille cautele e precisazioni, nei confronti di Tavecchio e di una sua rielezione alla Figc potrebbe aver rotto il fronte. Tematiche che nel 2017, con i due appuntamenti elettivi per Lega e Figc e con il contratto triennale da chiudere sui diritti della serie A 2018-2021, tornaranno di strettissima attualità. Ora rimane solo il campo che per la Juventus significa salutare il 2016. Dovesse non perdere, avrebbe la certezza di farlo da capolista comunque vada mentre i bianconeri saranno a Doha per la Supercoppa.

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Giovanni Capuano