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Claudio Villa/Getty Images
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Italia a rischio Mondiale, Ventura sotto processo (ma cambiarlo ora non serve)

Fischi dopo il pari deludente con la Macedonia, niente gioco, condizione scadente e ct in confusione. Però adesso bisogna aggrapparsi a lui senza pensare ad altro

Il pareggio fischiatissimo di Torino contro la Macedonia rappresenta il punto più basso dell'avventura della nazionale post Europeo 2016. Prestazione desolante, risultato minimo mancato (accesso ai playoff con novanta minuti d'anticipo) e la sensazione che qualcosa si sia rotto dentro il gruppo e intorno al ct Ventura, parso confuso come non mai sin dalle gaffe della vigilia.

La situazione si è fatta seria. Andare al Mondiale di Russia è un imperativo per il calcio italiano e stare fuori sarebbe una catastrofe, come detto ripetutamente dal presidente Tavecchio e anche dal capo del Coni Malagò. Per per arrivarci bisogna fare meglio di quanto visto dalla sconfitta con la Spagna in poi perché così si rischia di gettare tutto a mare.

Processo a Ventura: i capi d'accusa

Sul banco degli imputati è salito Ventura e non potrebbe essere altrimenti. Se la nazionale non ha gioco le responsabilità del suo ct sono evidenti. Contro la Macedonia si è presentato con un quasi inedito 3-4-3, usato una sola volta prima, che è naufragato alla prova dei fatti così come era naufragato in precedenza l'amato 4-2-4 presentato improvvidamente al Bernabeu al cospetto della Spagna.

L'Italia pare senza nerbo e idee, abbandonata al solo schema del lancio lungo di Bonucci. Non c'è velocità nel giro palla, non c'è furore agonistico e mancano tutte quelle caratteristiche che aveva fatto amare la nazionale di Conte nell'estate dell'Europeo pur essendo quella squadra con un tasso qualititavo forse inferiore a questa.

Gli spifferi dei mesi scorsi dicono anche di una scarsa convinzione dei senatori nel lavoro di Ventura che non ha un passato internazionale e che sta pagando questa mancanza di esperienza. Il rinnovo che la Figc gli ha riconosciuto in estate fino al 2020 doveva servire da scudo e dare serenità e autorevolezza al suo lavoro e, invece, si sta rivelando un clamoroso autogol.

Ventura: ecco perché ha delle attenuanti

In realtà se l'Italia oggi esprime una nazionale di questo livello non tutte le colpe possono essere di Ventura. Il paragone con Conte non ha senso compiuto perché il precedente ct rappresentava un'anomalia e Tavecchio lo sapeva nel momento in cui aveva deciso di consegnargli il timone pagandolo ben oltre le abitudini federali.

In più ci sono le assenze che stanno complicando la vita non poco. Belotti, Verratti, Immobile, De Rossi solo per citarne tre, sono un prezzo troppo alto da pagare in un momento decisivo della corsa al Mondiale. E' vero che contro la Macedonia (numero 103 del ranking Fifa) si doveva vincere comunque, però le attenuanti non possono essere cancellate dalla voglia popolare di veder cadere la testa di Ventura. Adesso. Con la suggestione di Ancelotti a spasso a guardare.

Cacciare Ventura adesso? Non serve

E qui si arriva al punto finale. I tifosi, soprattutto sulla piazza virtuale dei social, hanno deciso che Ventura non è più degno di sedere sulla panchina azzurra. Vogliono il cambio il più in fretta possibile, ignorando che Ancelotti si è detto intenzionato a prendersi qualche mese di riposo dopo l'addio dal Bayern Monaco e che una sostituzione in corsa prima del playoff sarebbe traumatica e a rischio.

Quindi pensare a un esonero sarebbe una follia. Meglio rinserrare le fila e fare quadrato intorno a Ventura che avrebbe bisogno di una spalla e di una guida con cui confrontarsi. Che poi era il progetto iniziale di Tavecchio che aveva scelto Lippi come direttore tecnico delle nazionali e con lui aveva battezzato l'attuale ct. Poi è andata come tutti ricordano (Lippi non assunto per incompatibilità col ruolo di procuratore del figlio) e Ventura si è trovato solo. Troppo.

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Giovanni Capuano