Inzaghi verso l'esonero? Niente festa Juve e Inter in corsa per l'Europa
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Inzaghi verso l'esonero? Niente festa Juve e Inter in corsa per l'Europa

Nuovo crollo per il Milan contro il Genoa: arriva Brocchi? Ad Allegri manca un punto, rinascono le romane, volata Europa League

Serata surreale, di nessuna festa e con qualche verdetto in attesa di quello più importante da Arcore. Si è giocato su undici campi, non dieci, perchè la partita tra Berlusconi e Mr Bee è, se possibile, ancor più importante di tutte le altre per il futuro del Milan e del calcio italiano. La Juventus non ha vinto lo scudetto, ma è solo questione di pochi giorni di attesa, in coda tutto sembra essersi risolto con anticipo esagerato e in mezzo, registrata la malinconica fine dell'epoca Inzaghi, resta vivo un campionato nel campionato per salire sul treno che porta in Europa. La volata Champions sarà lunga e difficile, le romane hanno dato qualche segnale di ripresa e il Napoli deve rispondere senza indugi per non tornare a staccarsi. Per l'Europa League è tutto più fluido e anche le speranze dell'Inter di Mancini si fanno concrete, visto che Samp e Fiorentina hanno deciso di tirare il freno a mano e dilapidare tutto il vantaggio che avevano accumulato. Solo venti giorni fa pareva una prospettiva impossibile e semmai i nerazzurri devono mangiarsi i gomiti per i punti lasciati per strada contro le retrocedende e persino nell'ultimo derby contro il derelitto Milan. Forse aveva ragione Mancini: puntare alla zona Champions si poteva. Anzi, si doveva.

Inzaghi, fine della corsa. Milan a Brocchi fino alla fine della stagione

Mentre ad Arcore era in corso l'incontro tra Berlusconi e Mr Bee, a San Siro andava in scena l'ennesima stazione della via crucis di Pippo Inzaghi. Le responsabilità di Pippo e quelle di giocatori e società sono quasi certamente speculari, ma la caduta libera della squadra impressiona. Non c'è più stimolo che sia in grado di rimetterla in piedi, nemmeno per una notte e neanche per evitare brutte figure davanti al pretendente al trono. I numeri sono impietosi: 10° sconfitta stagionale in campionato e 11 in totale su 35. Anche queste considerazioni hanno pesato nella scelta di valutare la posizione del tecnico nell'ipotesi di chiudere anzitempo l'avventura sulla panchina che fu di Seedorf e prima ancora di Allegri e Leonardo. Ricostruire l'ultimo periodo rossonero è utile per capire anche quale errore sia stato compiuto: non dare a una rosa fisiologicamente sempre più debole una guida sicura. Pippo si è bruciato. Il traghettatore sarà Christian Brocchi per chiudere la stagione e portare il Milan verso il futuro. Non era mai successo che Berlusconi allontanasse tre allenatori in 16 mesi senza ottenere alcun beneficio. Inzaghi è colpevole non più e non meno delle altre componenti del Milan: proprietà, dirigenti e giocatori. Anche in un clima da fine impero si poteva e doveva fare meglio. Cambiare a fine aprile, ovviamente, non serve a nulla se non a certificare il fallimento che è di tutti perché l'ex attaccante dei gol pesanti era una scelta condivisa da tutti. Si volta pagina e il fatto che l'addio arrivi nella serata della trattativa di Arcore ha un valore simbolico fortissimo.

Marassi, 2 maggio ore 19,45: appuntamento scudetto

Come previsto alla vigilia la Juventus non è riuscita a cucirsi lo scudetto sul petto contro la Fiorentina. i punti lasciati per strada a Parma e nel derby sono stati decisivi per non consentire ad Allegri di vivere la vigilia del Real Madrid senza pensieri. Cambia poco perché contro la Samp basterà un punticino per festeggiare, però un perfezionista come Max avrebbe certamente gradito andare a Marassi solo in gita premio. La sfida dello Stadium, con troppi vuoti per essere una potenziale festa scudetto, ha restituito alla Juve i gol dei suoi attaccanti; da qualche settimana succedeva con meno regolarità ed è un'ottima notizia in vista della scalata al Real che richiede di non sprecare nulla. Tevez, 20 gol e sempre più capocannoniere, ha la faccia di quello che ha tirato il fiato giusto per preparare la volata lunga. La condizione dei bianconeri non è eccezionale, ma nemmeno Ancelotti sta benissimo e i guai del Bayern, che ha perso Robben e Lewandowski (quest'ultimo solo per la semifinale d'andata) segnano che la fatica e la sfortuna si fanno sentire per tutti.

Il buon senso del Viminale aspettando Tosel

Il clima un po' moscio dello Stadium era dovuto certamente anche agli strascichi della domenica di violenze del derby. Inevitabile in attesa che la giustizia sportiva faccia il suo corso, nella speranza che la pena sia esemplare ma non eccessiva per placare l'opinione pubblica. Quanto accaduto all'Olimpico non è purtroppo una prerogativa né solo della Juve e dei suoi tifosi e nemmeno di quelli granata: è la colonna sonora di troppe partite della serie A. Dunque Tosel prenda nota bene della distribuzione delle responsabilità che la Digos vorrà indicargli, applichi in maniera equa aggravanti e attenuandi, poi decida. in ogni caso dovrà essere un verdetto che faccia giurisprudenza e segni che il nostro calcio non accetta più queste scene. Intanto l'Osservatorio del Viminale si è mosso in anticipo con un provvedimento a metà tra il punitivo e la prevenzione. Non avendo problemi di giurisdizione sull'esterno dello stadio, i responsabili del Viminale hanno puntato il dito anche contro i tifosi del Torino protagonisti dell'assurdo assalto al pullman juventino: giusto così.

TIFOSI JUVE, TRASFERTA VIETATA A MARASSI NELLA PARTITA SCUDETTO: IL DISPOSITIVO

Doumbia (dopo Podolski): Roma di nuovo in piedi

Ci voleva un colpo di testa di Doumbia per rimettere in piedi la Roma tremebonda di questa primavera. Nella giornata in cui ha trovato la rete anche Podolski, altro oggetto misterioso del mercato invernale, il duello tra le romane per un posto in Champions League ha ritrovato vigore. Hanno vinto sia Roma che Lazio, forse pungolati dal ritorno prepotente del Napoli che rimane, però, perfettamente in corsa anche per il ruolo di vice-Juve. Il successo dei giallorossi contro il Sassuolo pesa di più, perché arrivato in trasferta e perché rompe una settimana infernale tra polemiche e recriminazioni. Totti è rimasto seduto in panchina all'inizio e potrebbe non essere un caso. Pioli sta centellinando le forze in un finale di stagione durissimo e lungo in cui ogni curva potrà essere pericolosa e decisiva al tempo stesso, già a partire da Roma-Genoa di domenica o dalla successiva Lazio-Inter. In ogni caso i biancocelesti hanno il vantaggio di giocare più rilassati dei cugini, perennemente sull'orlo di una crisi di nervi.

Mancini, rimonta e rimpianti. Samp e Fiorentina, crollo continuo

La quarta sconfitta consecutiva della Fiorentina (contro la Juve, va bene, ma pur sempre troppo) e il pari casalingo della Samp contro il Verona (2 punti nelle ultime 5) hanno cambiato le carte in tavola nella corsa a un posto in Europa League. I viola sono stati scavalcati dal Genoa, l'unica squadra capace di correre al ritmo dell'Inter nell'ultimo tratto di campionato. In mezzo c'è il Torino che va a sprazzi, ma ha il calendario migliore di tutti gli altri per sognare di ripetere il miracolo dell'anno scorso. Fuori corsa tutti gli altri a partire dal Milan. Difficile indovinare dove si deciderà la volata e chi ci farà parte davvero, perchè la frenata dei blucerchiati e della squadra di Montella è così prolungata da far sospettare che siano finite benzina e motivazioni, nel caso della Viola anche in modo comprensibile essendoci l'utopia della coppa europa da inseguire. Alla fine potrebbe aver avuto ragione Mancini a crederci sempre, nelle parole e con i fatti. La strada per l'Inter resta in salita e la discussione sul vantaggio o meno di una stagione col triplo impegno a partire dall'estate è aperta. Thohir vuole la qualificazione, però, è questo deve bastare.

Parma, Cagliari e Cesena retrocessi: coda senza emozioni

Il cappotto dell'Olimpico ha chiuso l'avventura del Parma in serie A. Bisogna solo alzarsi in piedi e applaudire la dignità con cui gli emiliani hanno cercato di allontanare nel tempo un verdetto scontato e che è arrivato come logica conseguenza di una situazione societaria invivibile. La serata infrasettimanale, però, ha detto anche altro in chiave retrocessione. Ad esempio ha cancellato le ultime speranze del Cagliari, battuto dal Chievo (senza le penalizzazioni i sardi avrebbero quasi gli stessi punti del Parma), mentre lo spareggio tra Cesena e Atalanta ha prodotto un pareggio buono solo per i bergamaschi. A 450 minuti dalla fine un distacco di 8 lunghezze è troppo anche per Di Carlo, uno che non si arrende mai e che avrebbe voluto trascinare la lotta del suo Cesena fino all'ultimo. L'Atalanta si salva con i gol di Pinilla, bomber di scorta in assenza di Denis.

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Giovanni Capuano