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Inter, Milan e il progetto del nuovo San Siro che parte senza trasparenza

I club scelgono di presentare un progetto da 1,2 miliardi in un incontro stampa 'chiuso'. Per parlare di un'opera di interesse pubblico...

Inter e Milan hanno presentato al Comune di Milano il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la costuzione del nuovo stadio condiviso, quello che dovrà prendere il posto di San Siro il cui destino - nella testa dei due club milanesi - è segnato. Un'opera strategica non solo per il calcio ma per la città, con la creazione di un vero e proprio nuovo quartiere e con un impatto sul territorio che non sarà limitato alla sola costruzione di un impianto sportivo.

Dopo aver consegnato in Comune il dossier di 750 pagine, primo atto burocratico di un iter che durerà anni, Inter e Milan hanno convocato sei testate per una 'conferenza stampa' (in realtà un incontro chiuso) in cui hanno spiegato a una platea auto-selezionata i dettagli di questo progetto.

Non il massimo della trasparenza per un'opera che - viste le sue ricadute politiche, sociali e di impatto sul territorio - dovrebbe essere una casa di vetro e non una questione per pochi intimi. Soprattutto se gli stessi protagonisti (i club) il "dialogo aperto e trasparente" lo hanno evocato nel comunicato pubblico regalato in pasto alla gente.

Se il buongiorno si vede dal mattino, è bene che che il Comune di Milano per primo imponga un cambio di passo. La trasparenza è il presupposto di partenza, non un dettaglio da sistemare in corsa. Trasparenza, apertura, pazienza nell'ascoltare e nel rispondere alle domande di tutti. Anche quelle scomode.

Anche quelle che chiedono conto della richiesta di volumetrie raddoppiate rispetto ai Piano del territorio della città di Milano per quel quartiere o della scelta di costruire uno stadio-salotto con una percentuale di posti-Vip (12mila su 60mila) che prefigura un futuro di prezzi altissimi anche per tutti gli altri. Sarà scomoda ma è l'unica strada dalla quale deve passare la progettazione di una grande opera come il nuovo San Siro se si pretende di farla percepire all'esterno come una grande opportunità per tutti e non la solita cosa gestita all'italiana.

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Giovanni Capuano