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ANSA/MATTEO BAZZI
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Inter-Juventus, tutti i temi della sfida (scudetto) di San Siro

Dall'alleanza tra Zhang e Agnelli alla voglia di vendetta di Conte e Marotta. Si confrontano i colossi del calcio italiano con vista sul futuro

Nessuna tra Inter e Juventus vincerà o perderà lo scudetto nella sfida diretta di San Siro, in cui i nerazzurri si presentano primi in classifica e i bianconeri hanno l'onere della rincorsa. Però etichettarla come 'sfida scudetto' non è improprio, perchè in palio c'è più dei tre punti che disegneranno a fine gara una graduatoria nuova e diversa.

Inter-Juventus è il primo atto della 'Nuova Era', quella in cui la squadra di Conte e la società di Zhang e Marotta puntano a insidiare la tirannia di Agnelli, prenderne il posto, aprire un nuovo ciclo di successi a dieci anni dalla perla del Triplete che sembra lontano ere geologiche se è vero che tra il maggio del 2010 e l'ottobre del 2019 si sono alternati a Milano tre proprietà, altrettanti presidenti e ben 13 allenatori.

Ora, però, è tutto diverso. La sensazione è che per la prima volta la Juventus abbia davanti a sè un avversario con un progetto a medio-lungo termine ma spendibile anche subito, una sorta di clone che si è alimentato negli ultimi mesi anche degli ex Conte e Marotta come acceleratori del processo di crescita. Nel frattempo a Torino hanno fatto le cose in grande, varando un piano con l'obiettivo di rafforzare il proprio status di potenza internazionale. Ma la rivalità e il confronto in casa (nel senso di Serie A) è l'atto formale di dichiarazione di guerra calcistica dello sfidante al padrone.

E' vero che Napoli, soprattutto, e Roma hanno a fasi alterne compiuto dei miracoli sportivi restando in scia ai bianconeri e insidiandone il successo. Mai, però, con la percezione di un confronto strutturale oltre che tecnico e tattico. Quello che da troppo tempo manca al calcio italiano e che la crescita dell'Inter di Suning sta restituendo.

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L'alleanza tra colossi della Serie A

Intanto ci sono i numeri a confermare come si incrocino le due super potenze del nostro calcio. La Juventus con i suoi 621 milioni di fatturato e l'Inter che ha sfondato quota 415 crescendo in maniera impetuosa (+20%), grazie al rientro nel giro della Champions League, oggi non hanno eguali ai nastri di partenza del campionato.

E' vero che la distanza tra i due club rimane considerevole, però anche l'Inter comincia ad avere margini di spesa importanti ed essere uscita dalle secche del settlement agreement con la Uefa l'ha alleggerita di una serie di vincoli condizionanti. L'ultima campagna acquisti ne è la conferma. La fotografia del monte stipendi (quasi 300 milioni per la Juventus contro i 140 dell'Inter) racconta la forbice attuale, ma è destinata a chiudersi progressivamente.

Steven Zhang e Andrea Agnelli sono i due frontmen delle proprietà: entrambi giovani e ambiziosi, sono alleati in Europa nel cercare di disegnare il calcio che verrà. Zhang junior è appena entrato nel board dell'Eca presieduta da Agnelli. Hanno visioni comuni e condividono l'obiettivo di far crescere dimensionalmente i rispettivi club. Dopo un lungo periodo di scarso peso politico, l'Inter ha ritrovato un ruolo che misura il percorso di crescita a livello societario.

Conte e Marotta contro il passato

Poi c'è la voglia di vendetta (termine non improprio) di Antonio Conte e Beppe Marotta. Entrambi artefici della rinascita juventina ed entrambi lontani da Torino, seppure per vie diverse. Le banalizzazioni a volte tradiscono l'analisi profonda delle situazioni, ma in questo caso si può proprio sintetizzare che i due stiano provando a costruire a Milano una piccola Juve, una sorta di clone che possa diventare vincente.

Marotta ha imposto la tolleranza zero con il caso Icardi, Conte costruito la disciplina di spogliatoio, il mercato ha portato la sfida alla Juventus abituata a comandare. La squadra che arriva al confronto diretto imbattuta, mai andata in svantaggio in campionato (unica della Serie A) e con una difesa di ferro è costruita a sua immagine e somiglianza.

La Juventus ha percorso una strada diversa, ha inserito la visione di Maurizio Sarri dentro un meccanismo perfetto ma forse un po' ripetitivo e si attende ora che arrivino risultati e bel gioco. Un processo lungo e che si deve misurare con la volontà interista di approfittare di qualsiasi difficoltà.

Inutile nasconderlo, sono in tanti a giocarsi ben più di una semplice partita o scudetto. A Paratici difficilmente sarebbe perdonata una resa davanti all'ex mentore e amico Marotta e lo stesso accadrebbe con chi ha avallato e indirizzato la decisione di rivoluzionare la Juventus come un calzino, nella mentalità più ancora che in campo.

Tutte ragioni per considerare Inter-Juventus il vero piatto forte del campionato. Ci saranno altri grandi confronti, ma questo segnerà in un certo senso una pietra miliare della stagione. Dove la Juventus resta ancora la favorita, ma con un orizzonte meno sgombro di nuvole rispetto al recente passato.

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Giovanni Capuano