Se io fossi Mourinho andrei....
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Se io fossi Mourinho andrei....

Chelsea, Inter e Psg in attesa. Gigi Simoni, ex allenatore nerazzurro: “Fossi in Mourinho sceglierei il Chelsea”

A fine stagione Josè Mourinho arriverà di fronte a un trivio. Sulla sinistra troverà il cartello “Milano”, proseguendo dritto finirà per calcare gli Champs Elysees e svoltando a destra arriverà all’ombra del Big Ben. L’idea di restare a Madrid ancora una stagione ha probabilmente già lasciato la testa del portoghese da qualche mese; troppi gli attriti, troppe le difficoltà nel far scoppiare l’idillio e sintonizzarsi con una cultura sportiva molto distante dal credo dello Special One. Ma la fine del sentiero che porta alle tre scelte di cui sopra lo raggiungerà a maggio, a stagione conclusa, e chissà con quali risultati in tasca. Infatti Mourinho ha ancora dalla sua la possibilità di conquistare parte dei cuori degli aficionadosblancos centrando la decima Champions della storia del Real; vero, e mai nascosto, obiettivo del club spagnolo.

Le battaglie contro il Barcellona di Pep l’hanno segnato, inutile mettersi le mani davanti agli occhi, e spesso Mou ha dovuto fare i conti con un senso a lui quasi sconosciuto da quando siede sulla panchina di uno stadio: l’impotenza. 5 vittorie per Pep e sole 2 per Josè – escludiamo i pareggi – nel periodo dei loro epici faccia a faccia. Con l’avvento di Vilanova e Roura ha potuto però togliersi diverse soddisfazioni eliminando i blaugrana dalla Coppa di Spagna. In Champions il Real Madrid sembra avere strada spianata dopo il sorteggio favorevole col Galatasaray di Sneijder e Drogba; e se a maggio Mourinho dovesse lasciare con la conquista della terza Champions – con tre squadre diverse – centrerebbe un record che lo innalzerebbe probabilmente sul trono più alto, quello di tecnico migliore della storia. Questo il parere di Gigi Simoni, ex allenatore dell'Inter all'epoca di Ronaldo (il fenomeno)

Mou miglior allenatore della storia? Bè, lui ha avuto dei vantaggi rispetto agli altri allenatori. Ha allenato Inter, Chelsea, Real Madrid… allenando quelle squadre anche un allenatore normale come Simoni vince qualcosa. All’inizio fece il vice di Van Gaal al Barcellona (Mourinho aveva il ruolo di assistente nel suo staff, ndr), poi proseguì la carriera con Porto, miglior squadra del Portogallo. Ha vinto molto, ci mancherebbe altro; è anche un personaggio simpatico, sveglio e sicuramente un grande allenatore, però se non hai bravi giocatori vali di meno. Anche Guardiola ammise di essere un grande allenatore perché aveva una grande squadra. Anche Sacchi quando allenò il Milan allenava Gullit, Van Basten ecc… e quando hai quei giocatori lì e non vinci, sei scarso. Ad Allegri bisognerebbe dare il Pallone d’oro degli allenatori se raggiungerà il secondo posto, con quella squadra chi l’avrebbe mai detto”

Lei cosa farebbe? Partiamo proprio dall’ipotesi probabilmente più affascinante, quella di vedere il portoghese di nuovo al timone dell’Inter. Sarebbe una scelta certamente difficile, calarsi in una realtà completamente diversa rispetto al 2009/2010 e con alcuni degli eroi del triplete migrati altrove.

“Intanto io ci andrei piano a fare questi discorsi ora, per l’Inter è un momento importante per tentare di arrivare alla qualificazione in Champions. Bisogna riconoscere anche le qualità di Stramaccioni, che gode della stima del presidente; io lo valuterei alla fine. Poi sì, potrebbe venir fuori il nome di Mourinho. Chiaro, lui è una garanzia, è molto scaltro e furbo. Però è anche un allenatore che pretende molto, guadagna molto e il suo arrivo sarebbe accompagnato da spese importanti di 6/7 giocatori. Il calcio italiano resta però sempre piacevole e interessante e la differenza non la fanno i soldi. Mourinho farà una valutazione della squadra, guarderà a quella più pronta ad avere da subito giocatori importanti. L’Inter, ora, non è la scelta giusta; economicamente non è inferiore a nessuno, però oggi c’è più attenzione da parte delle squadre italiane”.

Un altro ritorno, sarebbe quello al Chelsea. Con ammissione di colpevolezza di Abramovich, disposto a riabbracciare Mou tornando sui suoi passi dopo i ripetuti e mai convincenti – stando alle mosse del magnate russo – incarichi affidati a Grant, Ancelotti, Villas Boas, Di Matteo. Numerosi trofei e vittorie conquistati anche con loro, ma il ritorno del tecnico più vincente della storia dei Blues avrebbe un sapore dolce come il miele…

“Il Chelsea è la squadra più pronta tecnicamente per cercare di vincere il campionato. Io sceglierei il Chelsea se fossi in lui. Ripeto, è la squadra più pronta e che può avere anche l’organico più importante. È vero, quello inglese è il campionato più bello, ma bisogna vedere cosa Mourinho valuterà più importante: il cuore, la capacità economica del club e così via.

Per ultima, ma non ultima, la scelta di sposare il progetto milionario del Paris Saint Germain, già avviato con Ancelotti e Leonardo e che proseguirebbe col portoghese. L’agente di Mourinho, Jorge Mendes, sta lavorando per tenere viva anche la pista parigina, sebbene la più concreta, ad oggi, resti quella londinese. In Francia Mou avrebbe un budget enorme messogli a disposizione da Al Thamim bin Hamad Al Thani - proprietario del club - per fare mercato, e già si vocifera che potrebbe portarsi dietro nientepopodimeno che Cristiano Ronaldo, anche lui intrigato da una nuova esperienza altrove. Ma questa resta la chance più fumosa; lo Special One accetterebbe di competere per un’intera stagione con Montpellier, Lione, Marsiglia e Saint Etienne, dopo aver assaporato il fascino del Clasico?

“Il Psg è una squadra forte, ma non fa assolutamente per lui; è inferiore a Inter e Chelsea. Io la metterei al terzo posto e penso che Mou avrà il dubbio fra Chelsea o Inter, e basta. Il Paris Saint Germain è una squadra che non ha ancora una cultura importante. Sì, hanno convinto Ancelotti ad andare a Parigi ma in Europa ci sono 7/8 squadre che possono appetire gli allenatori e Ancelotti ha scelto una di queste. Ma Mou può avere più esigenze, mentre Ancelotti, che è altrettanto bravo, non ha il nome di Mourinho. Tutti pensano che il portoghese sia l’allenatore più importante, Ancelotti è uno dei più importanti. C’è una bella differenza”.

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Riccardo Vetere

Scrivo e tratto di sport. Calcio, tennis o basket non fa differenza. In passato mi sono occupato di cronaca, politica ed economia per Cnr. Ad oggi sono anche inviato e corrispondente per Radio Manà Sport di Roma. Conduco un programma su Radio Milan Inter. Mi affascina il web, mi appassiona il cinema, mi diverte scattare fotografie quando viaggio…

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