Serie A, Chievo-Inter giornata 1
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Inter, De Boer non basta. Tutto qui?

Nerazzurri ko contro il Chievo al debutto: niente gioco e condizione approssimativa. Sotto accusa la tournée Usa e l'assenza di stimoli

Nessuno si illudeva che due settimane fossero sufficienti a Frank De Boer per trasformare la sua Inter in una piccola Ajax. Il dominio del gioco di cui ha parlato il tecnico olandese è al momento nulla più di un progetto, ma la sconfitta pesante del Bentegodi apre altri mille fronti di dubbio in casa nerazzurra. Troppo brutta la squadra che deve inseguire un posto nella zona Champions League e mettere a frutto gli investimenti di Suning: niente idee, zero gioco, stimoli inesistenti e una condizione fisica a dir poco approssimativa.


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De Boer ha dato la colpa al poco tempo a disposizione per incidere. I giocatori (pochi) che hanno parlato, invece, se la sono presa con l'organizzazione estiva: tournée logisticamente complessa e affrontata con gli uomini contati. In fondo le stesse cose che diceva Mancini quando parlava di obbligo di far giocare sempre gli stessi spremendoli.

Un rimpallo di responsabilità che non può non stonare all'inizio di una stagione che deve essere quella del riscatto. Il campanello d'allarme può suonare forte, insomma. Non si tratta di fare processi sommari e anticipati, considerato che siamo solo al 21 agosto e il campionato non è nemmeno all'alba. La questione è strutturale e lo stesso De Boer se ne è accorto per tempo chiedendo alla società di non cedere nessuno (Brozovic) e, se possibile, dotarlo di un centrocampista di qualità: Joao Mario o Sissoko. Al di là dei nomi, esattamente la lettura fatta da Mancini prima di essere messo in condizione di andarsene perché non allineato con il progetto.

Allarma sentire discorsi sull'assenza di fame in uno spogliatoio che non ha vinto nulla e che dovrebbe mangiare il campo. Come è possibile sentire appagamento? Considerare l'allenatore appena insediato responsabile del primo ko stagionale sarebbe ingeneroso. La partita sconcertante di Verona è, semmai, il prodotto del caos estivo in casa Inter con la società incapace di leggere per tempo il disagio di Mancini e di dargli le risposte adeguate oppure, se necessario, un benservito non così tardivo. E allo stesso tempo di non restare in balia degli eventi. Un esempio? La telenovela Icardi, subita fino all'ultimo e certamente elemento disturbante. Tra l'altro l'argentino a Verona ha brillato per assenza di segnali: in campo e fuori, quando da un capitano ci si aspetta che si esponga in prima persona.

Non stupisce la partenza ad handicap che, però, è un problema in un torneo in cui la zona Champions rischia di essere molto alta. Un anno fa non sarebbe bastato ripetere al ritorno i 39 punti dell'andata che illusero Mancini. Oggi il conto è negativo e lo scatto della Roma, insieme alla vittoria del Milan, mettono De Boer nella condizione di dover già inseguire.

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Giovanni Capuano