Elogio di Giaccherini, il preferito di Conte che ha lanciato l'Italia
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Elogio di Giaccherini, il preferito di Conte che ha lanciato l'Italia

Il debutto con gol contro il Belgio nell'Euro 2016 del centrocampista che è costato al ct tante critiche. E che 10 anni fa stava tra i dilettanti

Quando Buffon, Barzagli e De Rossi alzavano al cielo di Berlino la coppa del Mondo, Emanuele Giaccherini era un oscuro centrocampista che frequentava i campetti della provincia e giocava nel Bellaria Igea Marina. Un tifoso e poco più degli azzurri, insomma. Oggi il Giak (o Giaccherinho come lo ha rinominato Conte in tempi non sospetti) è il simbolo della nazionale partita alla grande all'Europeo francese. 

Nulla di appariscente, solo tanta sostanza e la capacità di farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto. La rete che ha spianato la strada contro il Belgio è solo apparentemente facile, però: il controllo di sinistro perfetto sul lancio di Bonucci e il destro morbido ad aggirare il lungo Courtois. Tutto molto bello per un 'bass player', altro nomignolo che sempre il solito Conte ha appiccicato addosso al centrocampista al quale non vorrebbe rinunciare mai.

Euro 2016, grande Italia e Belgio ko per 2-0: il capolavoro di Conte

Un rapporto solido, il loro. Pedina fondamentale nella Juve tornata grande, è difficile dimenticare la delusione di Conte nell'estate 2013 per aver visto Giaccherini volare al Sunderland in cambio di una corposa plusvalenza. Eppure Marotta gli aveva appena recapitato una rosa sulla carta più forte e che da lì a qualche mese avrebbe scritto la storia vincendo il titolo con 102 punti come mai nessuno prima.

Il ct ha sfidato l'impopolarità e le critiche per portarsi Giak anche in Francia. Ha benedetto il ritorno in serie A dopo la parentesi non esaltante nella Premier League e lo ha seguito con occhio attento a Bologna, dove ha fatto bene: 28 partite e 7 gol. Non che le reti siano una specialità della casa, visto che quella al Belgio è solo la quarta in carriera con la maglia azzurra, dedicata al nonno e conseguenza di uno schema a lungo provato e riprovato a Coverciano: "Conte mi ha detto che se sbagliavo lo stop come contro la Scozia mi faceva tornare a casa a piedi".

Gol di Giaccherini. Italia-Belgio 1-0 - Euro 2016

Alto 167 centimetri, poco appariscente in campo ma - insieme a Parolo - equilibratore dinamico del progetto tattico azzurro, Giaccherini difficilmente ruba le copertine agli altri. Non segnava in nazionale dal novembre 2013 e il gol avrà semplicemente l'effetto di far alzare le sue quotazioni sul mercato. Non è detto che resti a Bologna, anche se Donadoni come ogni altro tecnico che l'ha allenato farebbe carte false per tenerlo: potrebbe finire nel nuovo Torino di Mihajlovic, uno che come lui lascia tutto in campo.

A Lione, però, ha vissuto uno dei punti più alti della sua carriera. Dieci anni fa era un anonimo ragazzotto con un sogno, oggi quel sogno ha ricominciato a cucirselo addosso. Alla faccia dei criticoni e di chi lo avrebbe spedito in vacanza invece che sull'aereo verso la Francia.

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Giovanni Capuano