"la Pallonata": Il pezzo mancante di Genoa-Roma
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"la Pallonata": Il pezzo mancante di Genoa-Roma

Non è solo il nome di chi avrebbe sputato allo steward. Quel che emerge dalla vicenda, è pure la totale mancanza di sicurezza dopo il fischio finale

Sia chiaro: nessuno chiede a Mauro Baldissoni, persona perbene e spesso impegnata a smussare gli spigoli del nostro calcio, di fare la spia. Quindi non è lo spirito di vendetta che spinge ad affermare che la Roma e il suo direttore generale farebbero bene a presentare in fretta tutta la documentazione necessaria per l'identificazione dell'autore del presunto sputo a uno steward nel focoso post partita di Marassi. Presunto perché la Roma legittimamente può contestare in ogni sede e grado la ricostruzione dei fatti; ma anche episodio che, fino a prova contraria, è stato denunciato e a fronte del quale - come recitano le motivazioni del giudice sportivo Tosel - il dg romanista ha dato ordine di non "esibire le tessere di riconoscimento dei tesserati presenti" come richiesto dai collaboratori federali "onde identificare il responsabile del deplorevole gesto". Se, come dice Baldissoni, la Roma ha scelto la via della collaborazione, questo è il primo atto da compiere. Poi viene il resto, comprese le azioni di tutela che il club e i singoli protagonisti decideranno di intraprendere.

Delle proteste del club una cosa colpisce più di tutte: la denuncia dell'incapacità del servizio d'ordine di proteggere giocatori e dirigenti dal lancio d'oggetti al fischio finale del signor Banti. Problema reale negli stadi italiani di ogni ordine e grado dove, troppo spesso, il personale è inadatto al compito cui è stato chiamato. Vale per l'opera di controllo degli spalti, fino alla gestione dell'ordine pubblico in campo. Nessuno chiede di tornare ai tempi in cui all'altezza delle bandierine c'era l'immancabile panchina con i carabinieri, però qualcosa andrà fatto, anche per sgomberare il campo dalla sensazione che talvolta gli steward sul prato siano solo tifosi un po' più fortunati degli altri che non possono vedere così da vicino i loro idoli. Anche per questo è auspicabile una rapida e rigorosa inchiesta sui fatti di Genova.

Con una postilla: il giorno in cui i club avranno la stessa solerzia nel minacciare querele e richieste danni nei confronti dei propri ultras, che li danneggiano davvero e non solo a livello di immagine o economico, sarà sempre troppo tardi. Mentre in Spagna l'episodio di Madrid ha portato alla rivolta delle società, da noi siamo ancora a quota zero come da sconsolata presa d'atto del Viminale di poche settimane fa. Il tempo per cominciare ci sarebbe, partendo magari da Marassi e dai gentiluomini che hanno lanciato di tutto in campo. Ma sicuri che ci sia la volontà?

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Giovanni Capuano