Corruzione Fifa: tutte le tappe dello scandalo
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Corruzione Fifa: tutte le tappe dello scandalo

Dal blitz dell'Fbi a Zurigo al voto in atto per la rielezione del presidente: i giorni che stanno sconvolgendo il mondo del calcio

Lo scandalo corruzione nella Fifa: ecco le tappe della vicendaAnsa

Uno scandalo che ha travolto come un tsunami la Fifa e il mondo del calcio, trasformandosi ben presto da questione di politica sportiva e vicenda internazionale con in prima fila (pro e contro Blatter) anche governi e multinazionali. Un affare da centinaia di milioni di dollari e che rischia di ridisegnare la mappa del potere intorno al pallone. Qualunque sia l'esito delle votazioni del Congresso e la continuità di Sepp Blatter alla guida della Fifa con un mandato certamente zoppo, privo del consenso di buona parte della base e con l'opposizione forte del calcio europeo. Sullo sfondo la guerra per i Mondiali del 2018 e 2022, assegnati a Russia e Qatar con la sconfitta di Inghilterra e Stati Uniti, non a caso i paesi da cui sono state mosse le accuse più dire al sistema Blatter. Che date e sedi siano modificate è improbabile, ma la vicenda dell'inchiesta Fbi sulla corruzione di un quarto di secolo a Zurigo e dintorni lascerà certamente in eredità molti cambiamenti. Eccola ripercorsa nelle sue tappe fondamentali:

La retata al Baur du Lac a Zurigo: il mondo scopre lo scandalo

Mercoledì 27 maggio 2015, alba. Gli agenti della Polizia zurighese fanno irruzione al Baur au Lac Hotel dove sono ospitati i membri del Comitato esecutivo della Fifa in attesa del congresso che deve sancire la rielezione di Sepp Blatter per il quinto mandato da presidente. Si fanno consegnare le chiavi delle stanze di 7 alti dirigenti e procedono a notificare il mandato di cattura su ordine dell'Fbi. I loro nomi sono: Jeffrey Weeb, Eduardo Li, Julio Rocha, Costas Takkas, Eugenio Figueredo, Rafael Esquiviel e Josè Maria Marin. Due di loro (Webb e Figuereido) sono vice presidenti. In tutto gli indagati sono 14 e i capi di imputazione 47: corruzione, traffici illeciti, frode, riciclaggio e frode telematica. Nella rete dell'Fbi anche Jack Warner, ex vice presidente Fifa già sospeso, e dirigenti di società che con la Fifa trattano diritti tv e partnership. 

L'inchiesta dell'Fbi: corruzione dal 1990 e tangenti per 150 milioni di dollari

Il dossier della Fbi punta il dito contro due generazioni di dirigenti Fifa che, secondo le parole di Loretta Lynch (procuratore generale degli Stati Uniti) "si sono arricchitti approfittando della propria posizione". Un atto d'accusa durissimo e circostanziato, con prove su tangenti per indirizzare la cessione dei diritti tv e di accordi di commercializzazione e partnership relativi ad eventi calcistici negli Usa e nell'America del Sud. Un sistema che l'Fbi disegna come marcio dalle fondamenta e non emendabile. L'inchiesta si avvale anche di una gola profonda nella persna di Chuck Blazer, ex altissimo dirigente Fifa poi sospeso, pizzicato dalle autorità americane per una questione di tasse non pagate e dal 2011 collaborante con l'Fbi. L'ipotesi è che gli episodi di corruzione "sistematici" abbiano portato a un giro di 150 milioni di dollari in tangenti condizionando la vita del calcio mondiale.

SCANDALO FIFA: ECCO PERCHE' INDAGA L'FBI

L'inchiesta della Svizzera sui Mondiali 2018 e 2022

Parallelamente all'azione dell'Fbi ci sono anche le autorità elvetiche che aprono un fascicolo di indagine sull'ipotesi di corruzione alla base della doppia e discussa assegnazione delle edizioni 2018 e 2022 dei Mondiali. E' il cuore del problema, un tema già al centro di furiose polemiche e denunce, sfociate nell'inchiesta ordinata dalla stessa Fifa al procuratore Michael Garcia e poi insabbiata, tanto da spinfgere Garcia alle dimissioni come atto di denuncia. Ora la Fifa fa sapere che tutti gli atti saranno resi pubblici e non solo per i mezzi di informazione, ma per l'intera platea degli appassionati di calcio in giro per il mondo. Le autorità svizzere hanno bloccato alcuni conti bancari riferiti alla Fifa e ad alcuni suoi funzionari. Degli arrestati, 6 su 7 rifiutano l'estradizione immediata negli stati Uniti. Interrogati dalla polizia cantonale di Zurigo cominciano a fornire la loro versione dei fatti. Jack Warner si consegna e paga una cauzione milionaria evitando così il carcere.

La difesa di Blatter: "Non posso controllare tutto, denunce partite dalla Fifa"

Il presidente Sepp Blatter, indagato dall'Fbi secondo quanto si apprende da fonti americane, ma non coinvolto nell'inchiesta che ha portato agli arresti, si difende. La sua linea è la seguente: "Non posso controllare tutto quello che avviene all'interno degli organismi dirigenti della Fifa, c'è del marcio e chi ha sbagliato deve pagare. L'inchiesta è nata da una segnalazione della stessa Fifa alle autorità e questa è una tempesta che farà il bene del calcio mondiale perché permetterà di fare pulizia al suo interno". Blatter non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi delle dimissioni o del rinvio del congresso che deve sancirne la rielezione. La Fifa prosegue come se nulla fosse accaduto. Al momento viene negata la possibilità che le edizioni di Russia e Qatar dei Mondiali possano essere spostate di sede o sottoposte a nuova votazione. Del resto ci sono precedenti illustri come le Olimpiadi invernali di Salt Lake City 2002 in cui nemmeno la certezza della corruzione ha mutato lo scenario.

La guerra politica tra Putin e Obama: torna la Guerra Fredda

Lo scandalo in seno alla Fifa diventa ben presto anche una questione di politica internazionale. Poche ore dopo gli arresti il presidente russo Vladimir Putin attacca duramente gli Stati Uniti e si schiera a difesa di Blatter, denunciando ingerenze americane nella gestione degli affari del pallone e lasciando intendere che ci sono state violazioni delle regole nel blitz voluto dall'Fbi e che ha portato agli arresti di Zurigo. Che il caso sia politico lo aveva mostrato anche la durezza della discesa in campo del governo Usa nella persona del Ministro della Giustizia Lynch e la scelta del primo ministro inglese Cameron di chiedere pubblicamente le dimissioni di Blatter e la riapertura del dossier per l'assegnazione del Mondiale 2018. Nel nome del calcio si consuma uno strappo durissimo tra Mosca e Washington.

Platini scarica Blatter, ma molti restano sulla sua barca

Giovedì 28 maggio 2015 verso sera. Michel Platini prende la parola e lancia un atto d'accusa durissimo contro Blatter che pure definisce un amico: "Sono disgustato, quando è troppo è troppo. Ho detto a Sepp che deve lasciare e che chiederò le sue dimissioni. Chiedo a tutte le federazioni europee di votare per il principe Alì (l'unico concorrente di Blatter) e conto di portare 53 voti su 53". In realtà la situazione è molto più fluida e i paesi europei sono spaccati, con qualche fedele alleato di Blatter come Russia e paesi satelliti, Francia e, forse, Spagna. L'Italia ufficialmente si allinea a Platini, ma non fa endorsement per il principe giordano. Contro Blatter si espongono le federazione Usa e Canada, mentre l'Afc asiatica e i paesi africani si muovo ufficialmente per confermare il proprio appoggio al colonnello svizzero, chiedendo anche che non si accetti la proposta Uefa di congelare per sei mesi la situazione rinviando il voto.

La fuga degli sponsor dalla Fifa: a rischio il 30% del fatturato

L'onda lunga dello scandalo Fifa rischia di travolgere anche la reputazione dei grandi marchi che hanno legato il proprio brand e le proprie strategie commerciali al calcio. Si muovo alcune multinazionali con comunicati in cui avvisano il governo del pallone che, senza riforme immediate e garanzia di trasparenza, contratti multimilionari potrebbero essere ridiscussi. Si tratta di Coca Cola, Visa, Adidas e Mc Donald's solo per citarne alcuni. Per Blatter e la Fifa non è un problema trascurabile visto che già nei mesi scorsi c'era stato il mancato rinnovo di Sony ed Emirates e che alcune stime parlando di rischi di crollo del 30% del fatturato commerciale della Fifa.

2015, LA FUGA DEGLI SPONSOR DALLA FIFA: ECCO COME FUNZIONA IL SISTEMA DELLE PARTNERSHIP

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Giovanni Capuano