Ispettori sordi e multe: così la serie A dimentica la tolleranza zero
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Ispettori sordi e multe: così la serie A dimentica la tolleranza zero

Nelle prime tre giornate almeno tre episodi di ululati e cori non segnalati. Ecco come le nuove norme hanno cancellato la lotta alla discriminazione

Il sospetto è che ispettori federali e Giudice sportivo siano stati così veloci ad adattarsi al nuovo corso della ex-tolleranza zero, da sorprendere quasi gli stessi ultras. Orecchie chiuse, occhi girati altrove e un certo buonismo dilagante che, unito alle nuove regole scritte dal ticket Lotito-Tavecchio e di sicuro non sgradite ai club, stanno riportando indietro la lancetta della lotta del calcio italiano al razzismo da stadio. L’ultimo episodio domenica scorsa, con gli ululati indirizzati dai tifosi juventini a Zapata del Milan, registrati da diversi giornali e spariti dai referti degli uomini di Palazzi. Era già accaduto con i buu laziali a San Siro al momento del cambio tra Muntari ed Essien durante Milan-Lazio e ai soliti cori contro i napoletani urlati dai tifosi della Roma in trasferta ad Empoli e subissati di fischi dal pubblico di casa. Tre episodi in tre giornate, sempre che non ce ne siano altri. Un anno fa di questi tempi si cominciava a districarsi tra squalifiche e minacce di penalizzazioni ma, al netto di un regolamento che era stato scritto male, soprattutto l’attenzione era altissima sui fenomeni e poco o nulla veniva fatto passare. Ora l’aria sembra cambiata.

La nuova normativa riscritta da Tavecchio ha praticamente cancellato le chiusure di settori, tornando al vecchio istituto delle multe e all’applicazione delle attenuanti. Il bottino fin qui è ricco: 65.000 euro di cui 45.000 pagati dalla Juventus in due distinte giornate (la 1° e la 2°) che, con la vecchia regola, avrebbe già fatto scattare la chiusura della curva per una giornata. Un anno fa avevamo registrato due squalifiche (curva lazio per razzismo in Supercoppa e curva Inter per cori contro i napoletani). Ai club evidentemente va meglio così, ma il confronto tra il prima e il dopo è impietoso. Fanno rumore quegli episodi dimenticati, ora che gli stati sono (dovrebbero) essere pieni di occhi e orecchie mandati su campo e tribune proprio per cogliere ogni sfumatura della maleducazione da tifo. La Figc ha garantito che la guardia non sarebbe stata abbassata. Il tempo per dare seguito a quelle parole c’è. Il sospetto che l’attenzione stia scemando anche.

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Giovanni Capuano