Conte, la maglia e i messaggi verso l'Europeo
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Conte, la maglia e i messaggi verso l'Europeo

Il no a Insigne e Berardi, dubbi su Pirlo, applausi a Verratti e un gruppo quasi chiuso

Non ha bisogno di scrivere un codice etico, ma la legge di Antonio Conte si fa sentire a Coverciano e, ora che l'Europeo si avvicina, rischia di gelare le speranze di molti. Gruppo quasi chiuso, guai a chi non dimostra di amare l'azzurro sopra ogni altra cosa e, soprattutto, a chi in questi mesi ha tirato indietro la gamba. Che sia vero o solo presunto non conta: conta solo la legge di Antonio che di questa nazionale è il padrone e che si prepara - parole sue - a cercare di "fare cose straordinarie".

La doppia sfida contro Belgio e Romania è l'occasione giusta per lanciare messaggi al gruppo nazionale. Dentro e fuori. A quelli che ci sono e che meritano di starci "perché ci hanno fatto terminare primi e imbattuti" e quelli che sono fuori e che sperano. Ne hanno ragione? Seguendo il filo del ragionamento di Conte sì, ma la strada per andare in Francia con la maglia azzurra sarà stretta e accidentata. E per nulla scontata anche in presenza di spinte popolari o di stampa.

Insigne, Berardi e l'amore per la maglia azzurra

Il simbolo sono Insigne e Berardi, fuori dalle convocazioni per "scelta tecnica", ma con il sapore della punizione dopo aver preferito arrendesi agli infortuni in ottobre piuttosto che rischiare. Conte non lo ammetterà mai, però il paragone che fa parlando di altri due azzurri come Verratti ("Contro l'Azerbaigian ha giocato con un problema al polpaccio e col rischio di farsi male. Qualcun'altro avrebbe forse alzato bandiera bianca") e De Silvestri ("Si è rotto il ginocchio per noi e alla prima possibilità l'ho convocato perché merita e perché per noi si è rotto il ginocchio") rende meglio di mille discorsi.

Può essere che Insigne e Berardi abbiano un'altra chance di ripresentarsi a Coverciano prima dell'Europa a giocarsi le proprio carte per andare all'Europeo, però il segnale è impossibile da non cogliere e le loro possibilità sono meno rispetto a qualche mese fa, quando entrambi sembravano in rampa di lancio e col futuro scritto.

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Conte e i venti dal Nord e dal Sud

Siccome Conte è uomo che sta nel calcio da un pezzo, sa che nei prossimi mesi dovrà misurarsi con le tante spinte a imbarcare all'ultimo qualche giocatore. E allora tra un richiamo all'importanza del gioco e l'altro su come i singoli debbano mettersi a disposizione, ecco la frase chiave: "Tra i miei giocatori c'è chi si è messo a disposizione, chi non l'ha ancora capito e chi sta cercando di capirlo a poco a poco. Non ascolterò venti dal Nord o dal Sud, se vogliamo fare qualcosa di straordinario ho bisogno di giocatori straordinari sotto questo punto di vista".

"Ingiustificabile chi non capisce il valore della maglia"

Dentro questo concetto c'è anche il peso della maglia azzurra. L'occasione della presentazione di quella - stile gessato - con cui la nazionale andrà all'Europeo è ideale per parlarne. E anche qui il messaggio sa di legge scolpita nella pietra: "E' una cosa storica, so cosa significa e le emozioni che trasmette. Ragione per la quale credo non è giustificabile non capire il valore di quello che si indossa".

Se a Insigne e Berardi non sono fischiate le orecchie, può essere che il discorso sia arrivato a qualcuno degli altri che aspira ad andare all'Europeo e per il quale, giura Conte, serve una candidatura seria da qui a maggio: "Spazi aperti ce ne sono, ma dovranno essere occupati in maniera seria ed a 360°".

Tutti i dubbi su Pirlo

Per chiudere i dubbi su Andrea Pirlo, escluso dalle convocazioni perché in vacanza dopo la fine della stagione della Mls. "C'è da parte mia l'esigenza di fare delle valutazioni importanti. Andrea è un calciatore del quale ho immensa stima, ma devo anche essere molto freddo nelle analisi e ricordarmi che andrà per i 37 anni". Una parziale ammissione di un dubbio, anche vista l'esplosione di Verratti con la maglia azzurra: "Devo iniziare chiaramente a guardarmi intorno e a prendere in considerazione l'ipotesi di poter pensare anche al fatto che Pirlo possa non esserci più in nazionale".

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Giovanni Capuano