Conte assolto: fine incubo (e aveva ragione la Figc)
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Conte assolto: fine incubo (e aveva ragione la Figc)

La sentenza favorevole sul calcioscommesse cancella le ombre sul ct. Sconfitto chi voleva che Tavecchio lo licenziasse prima dell'Europeo

L'assoluzione di Antonio Conte nel processo calcioscommesse spazza via le nubi sulla testa del ct e della spedizione all'Europeo. Non ci saranno problemi di opportunità e compatibilità, non ci sarà un selezionatore che guida l'Italia con adosso il marchio di una condanna per frode sportiva in un tema delicato come quello del calcioscommesse.

Aveva ragione la Federcalcio e il suo presidente Tavecchio nel prendere una posizione garantista, anche quando in tanti chiedevano un passo indietro a seguito del rinvio a giudizio e dell'insistenza della procura di Cremona nel puntare il dito su Conte. Poteva essere una strategia d'attesa e di comodo, si è rivelata la scelta corretta.

A uscire vincitore dalla vicenda processuale è, però, soprattutto il ct. Inutile girarci intorno: il 'patteggiamento' sportivo che gli era costato lo stop per omessa denuncia aveva regalato all'allora tecnico della Juventus la via d'uscita dal processo davanti alla Figc, ma allo stesso tempo aveva macchiato il suo curriculum. Una realtà con la quale Conte si sarebbe dovuto rassegnare, come dimostrano gli articoli dei tabloid inglesi al momento della firma con il Chelsea.

Lui e i suoi avvocati avevano sempre garantito di non temere il giudizio ordinario. Hanno chiesto di fare (relativamente) in fretta e hanno avuto ragione. La sentenza di Cremona toglie dal campo anche l'imbarazzo di aver consegnato l'Italia a un ct reo di una colpa odiosa. I magistrati e giudici di Cremona hanno avuto a disposizione più tempo e carte di quelli della procura federale. L'assoluzione pulisce tutto. Conte può andare all'Europeo libero da pensieri.


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Giovanni Capuano