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Superlega addio? Ecco la proposta per una Champions League allargata

Gli oppositori del piano di Agnelli e dei grandi club rilanciano: 40 o 48 squadre, sistema aperto e campionati nazionali salvi

Nella guerra per il futuro della Champions League che vede schierati su fronti opposti i grandi club e il resto d'Europa, ecco la controproposta degli oppositori del piano di Agnelli e dell'Eca (l'associazione che mette insieme le società più importanti) che vorrebbe un torneo semi chiuso (o semi aperto) con garanzie per i top club e accesso ridotto dai campionati nazionali.

Si tratta di un'idea già emersa in passato e bocciata dall'Uefa, ma che adesso sarà riportata al tavolo di Nyon il prossimo 11 settembre per cercare una mediazione tra due poli che si stanno sempre più allontanando, dopo che tutte le leghe e non solo quelle medio-piccole hanno bocciato a larghissima maggioranza il forma della super Champions portato dall'Eca.

L'idea è di allargare la platea delle squadre iscritte al torneo passando dalle attuali 32 a 40 o 48. Si partirebbe sempre nel 2024, data di inizio della rivoluzione dei calendari internazionali, limitando il numero di partite garantite nella Champions League ma prevedendo un aumento rispetto a quelle attuali.

Come sarebbe la Champions a 40 squadre

Oggi la Champions League è un format a 32 club con 16 posti garantiti per le prime 4 classificate nei 4 campionati che guidano il ranking europeo: Premier League, Liga, Bundesliga e Serie A. La Ligue1 francese è staccatissima e con chance residue di cambiare questo equilibrio. L'accesso diretto ai gironi porta introiti minimi per decine di milioni di euro e un pacchetto di 6 partite dopo le quali vanno avanti solo le due migliori per la seconda fase.

Nell'ipotesi a 40 squadre svelata dal Times si passerebbe a 8 gruppi da 5 con un minimo garantito di 8 gare nei raggruppamenti. Molte meno rispetto alle 14 previste dal piano Agnelli disegnato intorno a un cuore di 4 gruppi da 8 squadre. 

Un'altra via di mezzo è rappresentata dal format a 48 (8 gruppi da 6 squadre) con un minimo di 10 date bloccate per le sfide internazionali della prima fase. Tutto con l'obiettivo di allargare la platea delle partecipanti alla ricca torta della Champions League.

Le controproposte arrivano da chi in questo momento si sente escluso e teme di restare a terra, perdendo il treno dei ricchissimi premi Uefa destinati a moltiplicarsi con la riforma del 2024. E' un momento di grande fibrillazione, il dibattito è aperto e dopo aver incassato il no quasi unanime delle diverse leghe (ma anche di molte federazioni), l'Uefa ha aperto un tavolo il prossimo 11 settembre a Nyon per cercare di cominciare a fare sintesi.

Non sarà semplice perché gli interessi sono contrapposti. Tanto per essere chiari, in questo momento sul tavolo europeo stanno piovendo diverse soluzione alternative e ce n'è anche una da 36 squadre che viene dalla Francia, dove il timore di vedere il Psg scappare via e diventare irraggiungibile è concreto.

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Giovanni Capuano