Cassano, Totti, Del Piero, che domenica bestiale
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Cassano, Totti, Del Piero, che domenica bestiale

Il weekend d’oro dei “vecchi” numeri 10 che incantano con magie da copertina

Renzi il rottamatore avrebbe chiesto il loro scalpo da tempo. Eppure, loro, i “vecchi” numeri 10, obbligati da un calcio sempre più fisico a improvvisarsi in ruoli che spesso gli stanno stretti, continuano a fare notizia per via di magie che fanno la gioia anche e soprattutto dei tifosi nostalgici, quelli che “belli i tempi in cui Maradona e Platini inventavano prodezze correndo la metà degli altri giocatori”. Cassano, Totti, Del Piero, diversi per età, trascorsi, attitudine e prospettive, portano in alto la bandiera della qualità che fa rima con quantità. Nell’ultimo weekend, il trio delle meraviglie ha fatto la fortuna delle squadre che hanno deciso di non dare troppa importanza alla carta d’identità. Che giocate, che gol.

Per qualcuno, era ormai soltanto questione di tempo. Poi, il calcio che conta avrebbe deciso di fare a meno di loro e arrivederci e grazie. Invece, è andata diversamente, almeno per il momento. Come ama ripetere la contessa di Carnarvon, “se uno sa quante stanze ha la casa, allora non è una casa veramente grande”. Lo dice il campo, lo testimonia la storia del pallone internazionale: i fuoriclasse non tramontano mai, nemmeno quando il fiato viene meno e correre diventa un problema da trattare con cura. I “vecchi” numeri 10, quelli tutta classe e fantasia, sono un patrimonio da difendere con le unghie e con i denti. Persi loro, che prima o poi tutto finisce, anche la voglia di battersi con i ragazzini, si chiude una parentesi straordinaria del pallone che fu e che probabilmente non sarà più. Cassano, Totti e Del Piero, la sintesi made in Italy del calcio tutto lustrini e pailettes. Che chiccheria.

Il weekend della gloria e del trionfo inizia sabato mattina. A Sidney, terra d’Australia, è tempo di derby. Alex Del Piero, fortunatissimo esodato della Serie A, lucida gli scarpini in attesa di mettere la firma sulla prima vittoria della sua nuova squadra. Che fare il fenomeno è sempre gradevole, ma se lo spettacolo prende forma in mezzo al deserto, c’è poco da sorridere. Partita così così, come prevedibile. Poi, il lampo, che decide l’incontro. L’Alex che fu bianconero sistema il pallone sul dischetto per calciare un rigore. Sbaglia e quasi non danneggia irreparabilmente le coronarie dei tanti devoti che lo seguono dall’Italia, ma poi è lesto a rimediare e a spedire il pallone oltre la linea di porta. Finisce 1 a 0. Del Piero sugli scudi, genio ribelle al servizio dei ruspanti australiani. Unico e irripetibile, un totem.

Cinque gol in 8 partite di campionato. E un comportamento da educanda, per lui che per anni è stato considerato un mezzo fuorilegge. E’ la favola di Fantantonio che si rinnova, una lietissima novella per il popolo neroazzurro che con il giocatore barese sta sognando in grande. Cassano inventa e realizza. Da par suo. Ineguagliabile quando ti punta in velocità e trova lo spazio per pennellare palloni al bacio per i compagni. D’accordo, l’attaccante di Bari vecchia, che ha sbattuto la porta in faccia al Milan che non gli avrebbe concesso fiducia nero su bianco per gli anni a venire, non si può definire un numero 10 a tutti gli effetti. Del regista old school ha però il guizzo, la manìa per i colpi a effetto, gli spunti imprevedibili, le giocate da lasciare a bocca aperta. E certo l’indolenza, che accomuna i fantagiocatori che furono.

Da Bari a Roma, per rendere merito e omaggio all’altro grande protagonista del calcio di casa nostra. Francesco Totti, romano de’ Roma, ieri ha segnato il gol numero 217 della sua carriera in giallorosso. Terzo marcatore di tutti i tempi della Serie A, davanti a Meazza e Altafini e appena dietro a Nordahl, che potrebbe essere raggiunto e scavalcato nel corso della stagione. Zeman lo adora. Se è tornato ad allenare i giallorossi, il merito è anche suo, del Pupone, che ha dato il suo benestare all’operazione con la gioia di chi ha ritrovato un amico. Anche se il tecnico boemo è abituato a non fare sconti a nessuno e in allenamento si fatica come dei matti. Eppure, Totti il gladiatore, Totti er mejo calciatore della storia dei lupacchiotti, sgomita ancora come fosse un ragazzino. Dai suoi piedi prendono forma azioni da applausi e quando si trova sotto porta è un cecchino. Freddo e micidiale. Dicono che farebbe meglio a pensare al domani, che l’età è quella che è e presto o tardi sarà il caso di lasciare il campo per la tribuna. Lui fa spallucce e risponde con i gol. “Totti-Totti-Totti To”. La curva chiama, Totti risponde.

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Dario Pelizzari