Crisi Parma: anche Paletta pensa all'addio
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Crisi Parma: anche Paletta pensa all'addio

Mentre il difensore riflette sulla possibilità di imitare Cassano e uno sponsor abbandona, arriva pure l'appello del sindaco Pizzarotti

Gabriel Paletta sta pensando di seguire Antonio cassano e dara a sua volta l'addio al Parma: questa l'indiscrezione che circola nell'ambiente gialloblu, mentre il resto della rosa avrebbe deciso - d'accordo con i consulenti dell'Associazione calciatori - di attendere il prossimo 16 febbraio, data limite per il pagamento di una nuova tranche di stipendi, prima di passare alle vie legali nei confronti del club.

Intanto, il Parma registra il ritiro dal ruolo di sponsor della Energy Ti Group, che rimane comunque secondo azionista del club: ''Nel contratto era prevista questa facoltà da parte nostra e ce ne siamo avvalsi, anche perché io non conosco la nuova proprietà", ha spiegato Roberto Giuli, ad di Energy Ti Group a ParmaLive.com. "Ho incontrato solo una volta il nuovo patron e non ho avuto modo di confrontarmi circa le sue intenzioni, per cui precauzionalmente ho deciso di risolvere l'accordo. Noi siamo il secondo azionista del Parma, io sono presente nel cda e speriamo soltanto che la nuova proprietà, come mi è stato detto da chi ha venduto, si impegni in una serie di adempimenti economici''.

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Sulla vicenda è poi intervenuto anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti: ''Chiedo che sia fatta chiarezza, che la proprietà si presenti e che manifesti chiaramente le sue intenzioni. Il Parma Calcio è una società sportiva con cento anni di storia, alla quale tante persone sono legate per fede calcistica, ma è anche un patrimonio della città, che non può essere ascritto a un semplice affare tra privati'', sono state le parole del primo cittadino in una nota dell'amministrazione comunale diffusa a poche ore di distanza dall'appello di un gruppo di tifosi che chiedevano al Comune di Parma (fra i creditori del Parma Fc) di mettere in mora il club sportivo per fare pressioni sulla nuova proprietà. ''La prendo per una benevola provocazione", ha commentato al proposito sempre Pizzarotti, "perché non rientra fra i miei compiti quella di agire in giudizio per garantire il pagamento dei dipendenti e dei fornitori di una ditta privata''.

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