E l'oriundo Eder salva l'Italia di Conte
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E l'oriundo Eder salva l'Italia di Conte

Pareggio in Bulgaria e nuovo sfogo del ct: "Affermazioni subdole non scivolano via. Lasciatemi lavorare in pace"

Se in Bulgaria non abbiamo mai vinto nel corso della storia un motivo ci sarà e le difficoltà incontrate dalla nazionale di Conte sotto la pioggia di Sofia lo hanno confermato. Il 2-2 va, dunque, salutato con favore perché ci tiene ampiamente sopra il livello di sicurezza nella corsa a Euro 2016 malgrado il sorpasso della Croazia che, come dice lucidamente Conte, oggi ci è superiore ed è il vero punto di riferimento del girone. E meno male che il ct ha ignorato polemiche e discorsi sull'opportunità di vestire d'azzurro gli oriundi, altrimenti staremmo raccontando una storia diversa per come si era messa un partita che all'inizio abbiamo pensato di poter fare nostra senza eccessivi patemi e che, invece, col passare dei minuti si è maledettamente complicata.

Eder è l'uomo che ha salvato la faccia a tutti. Il suo destro a giro al minuto 84 è stata l'immagine che ci portiamo a casa da Sofia insieme a una certa ostinazione nel cercare di rimettere in piedi il risultato dopo aver regalato troppo ai bulgari, in particolare in difesa. Le belle notizie, però, finiscono qui perché il resto dell'esibizione non è stata all'altezza e ha messo in luce una verità purtroppo impossibile da nascondere. Questa nazionale ha un livello qualitativo appena sufficiente e ha bisogno di recuperare tutti i suoi totem a partire da Pirlo: Verratti non ha convinto, Bertolacci non è Marchisio e, se possibile, ci sarebbe bisogno di una punta vera. Fotografia impietosa dello stato di salute del calcio azzurro a livello di selezione.

Il discorso riporta alle polemiche che hanno reso irrespirabile l'aria alla vigilia della trasferta in terra bulgara. Quando lancia l'allarme sul futuro della nazionale Conte ha perfettamente ragione. Siamo lontani anni luce dai migliori del continente e l'impressione è che non basteranno 15 mesi per colmare il gap. Non è nemmeno questione di stage o spazi a disposizione del ct, l'unica via per provarci è far sentire al gruppo e al suo staff un sostegno che in questo momento manca. L'affaire-Marchisio ha provocato un cortocircuito che ha messo a nudo quanto si sapeva, se possibile con una virulenza anche superiore a quella sospettata.

Non è facile per Conte fare il selezionatore, ruolo che non riconosce, ed è quasi impossibile farlo avendo alle spalle un fresco divorzio con la Juventus, club che fornisce la spina dorsale del gruppo e con la quale c'è stata rottura senza spiegazioni vere e sincere. I primi 7 mesi sono stati una guerra di trincea e nella pancia dello stadio di Sofia l'ex allenatore bianconero non si è tirato indietro, parlando di "subdole affermazioni" che "non scivolano via" (ovvero feriscono) e di necessità di poter lavorare in pace ed essere giudicato dai risultati. Non accadrà, ma le fibrillazione vissute in questa settimana fanno il male di tutti. Sarebbe bene una riflessione e un passo indietro.

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Giovanni Capuano