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Inter-Napoli: Ottavio Bianchi, i ricordi dell'ex della panchina

Uno scudetto e due Coppa Uefa con i partenopei, fu anche l'ultimo allenatore dell'era Pellegrini e il primo di quella Moratti

"Mi impressionarono subito entrambi, Javier Zanetti e Roberto Carlos, per le doti tecniche e per lo spessore umano, due bravissimi ragazzi". Ottavio Bianchi, ultimo allenatore interista dell'era Pellegrini e primo allenatore dell'era Moratti, ricorda nitidamente le prime settimane del Campionato 1995/96.

Massimo Moratti era da pochi mesi presidente dell'Inter e in estate aveva condotto la sua prima campagna acquisti. "Per i consiglieri del presidente il fenomeno doveva essere l'altro argentino, quello preso insieme a Zanetti di cui neppure ricordo il nome...", ricorda con un po' di malizia Bianchi, riferendosi in realtà a Sebatian Rambert, attaccante arrivato dall'Independiente con tante aspettative ma che collezionò solo due presenze prima di essere ceduto. "Non voglio prendermi meriti o responsabilità che non ho, non ebbi voce in capitolo sugli acquisti, né quelli positivi, né quelli meno positivi", prosegue Bianchi, che fu impressionato dalla forza esplosiva dei due laterali, in particolare del brasiliano. "Molti lo criticavano perché si spingeva troppo in avanti, io invece gli dissi subito, vai pure in attacco che a difendere dietro ci pensiamo noi scarsi".

Nonostante i due grandi esterni sudamericani il Campionato non andò però bene per l'Inter e per lo stesso Ottavio Bianchi, che fu esonerato: "Il primo e unico della mia carriera". Il primo e non certo unico per Moratti, che lo sostituì con Roy Hodgson (dopo breve parentesi di Luisito Suarez), a sua volta licenziato l'anno successivo. E dire che l'avventura di Bianchi all'Inter era iniziata sotto ben altri auspici: Pellegrini aveva voluto l'allenatore dello scudetto del Napoli dopo aver chiuso la collaborazione con Osvaldo Bagnoli. Già in estate però la campagna acquisti è piuttosto avara, arriva Pagliuca al posto di Zenga e poco altro. A febbraio la rivoluzione con l'avvicendamento tra Pellegrini e Moratti al vertice della società. "Con Moratti avevo un buon rapporto, ma aveva intorno troppi consiglieri... Avevo capito che non era l'ambiente per me, poi però Italo Allodi mi convinse a restare".

Riguardo al match-clou di sabato 16 aprile a San Siro Ottavio Bianchi non nasconde le sue simpatie: "Seguo tutte le mie ex squadre con affetto, ma a Napoli ho vissuto esperienze da calciatore, allenatore e dirigente con tanti bei ricordi". Quanto alle difficoltà dell'Inter di Mancini, il mister ha una sua idea: "Le squadre composte da soli stranieri non mi convincono molto. Se sono fuoriclasse, sono titolari nelle loro nazionali e rischi di averli spesso fuori; se invece non sono titolari, allora non sono giocatori di particolare livello". 

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Filippo Nassetti