Una riflessione sugli scontri di Sampdoria – Juventus

Una riflessione sugli scontri di Sampdoria – Juventus

Si riparte da dove avevamo finito, in casa contro la Juventus. Nell’ultimo impegno dello scorso campionato la Samp aveva salutato il pubblico di casa con un 3-2 dolce e divertente, ultimo saluto prima del rompete le righe ad obiettivo …Leggi tutto

Uno dei feriti durante gli scontri di Sampdoria - Juventus

 

Si riparte da dove avevamo finito, in casa contro la Juventus. Nell’ultimo impegno dello scorso campionato la Samp aveva salutato il pubblico di casa con un 3-2 dolce e divertente, ultimo saluto prima del rompete le righe ad obiettivo salvezza raggiunto. Dopo pochi mesi la stessa partita ha avuto un diverso epilogo, uno 0-1 deciso dal primo gol in serie A di Carlos Tevez dopo il fraseggio tra Vidal e quello che ritengo possa diventare uno dei centrocampisti più forti al mondo, Paul Pogba.

Mi è piaciuta la Samp, sono fiducioso.

E’ vero, abbiamo fatto un mercato in stile Longobarda ma nonostante la fascia sinistra sia senza giocatori mi piace l’approccio al campo e la voglia di fare bene che ho visto fin nei primi mesi di lavoro estivo. E’ una Samp giovane, ambiziosa e pronta a crescere partita dopo partita.

Oggi tuttavia non vorrei parlare della parte tecnica. Tutti diranno la loro, ognuno avrà le sue idee sul migliore e peggiore in campo. Io mi limito a dire che sono convinto che Gabbiadini farà benissimo, che Eramo non è ancora pronto per la serie A e non ha al suo fianco giocatori d’esperienza in grado di fargli da chioccia, e che Eder gioca un po’ troppo lontano dalla porta. Il tema centrale di oggi sono invece gli scontri che si sono verificati ieri in zona Marassi, l’arrivo dei tifosi bianconeri a Genova e la presunta lettera di un tifoso anonimo che da questa mattina gira sul web e racconta ciò che sarebbe accaduto ieri nel pre – partita:

Salve, vorrei riportare un episodio accaduto stasera alle ore 16:30 circa a Marassi in Valbisagno per via della partita Sampdoria – Juventus: un mio caro conoscente si è trovato a passare via del Piano precisamente davanti al bar Bubi’s Bar. Si stava recando a casa. L’unica sua pecca era aver avuto la sciarpa della Juventus legata alla gamba. Lo hanno circondato in 40 ultras della Sampdoria con tanto di bottiglie di birra in mano. L’hanno obbligato a togliersi la sciarpa della Juventus e consegnarla a loro. Dopo lo hanno minacciato. Mi sono recato sul posto con altre persone per soccorerlo e ci siamo ritrovati nel bel mezzo di 100 ultras della Sampdoria e ci stavano caricando. Si sono incapucciati e alcuni si sono tolti le cinghie. Dietro tutto questo mi chiedo è sport o violenza? E’ una vergogna, siamo nel 2013 e ancora non c’è una tutela e non ci sono leggi severe o quanto meno ci sono ma non vengono applicate nei confronti di questi personaggi violenti che vanno apposta allo stadio per fare le risse. Dietro tutto questo ringrazio esclusivamente le forze dell’ordine della Finanza che solo loro in 15 si sono mossi per tutelarci e farci allontanare da quel branco di delinquenti. Oggi ci sono stato io… Domani potete esserci voi e certe volte può scapparci un morto. P.s dimenticavo oggi non è stato l’unico episodio anche un ragazzino di 8 anni è stato fermato e obbligato a spogliarsi la roba di dosso della Juventus, pantaloncini e maglietta è una vergogna. Saluti Anonymous.

Ammesso e non concesso che la testimonianza in questione sia vera, vorrei capire il punto focale della discussione. Siamo in un periodo di ipocrisia imperante dove le lotte a razzismo e violenza vengono fatte con qualunquismo e violenza. La violenza nel calcio è un male assoluto, è una cicatrice indelebile sul volto di uno sport sempre più difficile da amare. Ma esiste. Esiste perché il calcio è lo specchio di una società che fa fatica ad andare avanti, che soffre e si reprime per poi sfogarsi negli eccessi. Chi crede alla teoria del “calcio violento che svuota gli stadi” si sta addormentando mentre legge una favola scritta con l’inchiostro dell’illusione. La violenza c’è, così come esistono alcol e droga, così come esiste chi ne abusa. Scegliere di rinunciare allo stadio è scegliere il virtuale al posto del reale, la finzione al posto della realtà, arrendersi al male che vince sul bene.

Ieri gli juventini erano liberi di girare nella zona dello stadio. Tanti bambini con la maglia di Tevez ma anche tanti ragazzi e adulti, molti liguri. Alle 18 ero già in zona centro e ammetto di essere rimasto sorpreso dalla promiscuità dei tifosi. Ma con la Juventus si sa, sono dappertutto, anche dove non te lo aspetti. Solitamente gli scontri tra gruppi ultras vengono cercati e organizzati, studiati come regolamenti di conti tra folli che si emozionano a darsi cinghiate in faccia. Problemi loro e della polizia, l’importante è che non ci vadano di mezzo i piccoli e le famiglie.

Gli juventini sono la tifoseria più odiata d’Italia, non lo decido io. Tuttavia se come è stato riportato un bambino è stato costretto a togliersi la sciarpa della Juventus ci troveremmo di fronte alla prima vera sconfitta della Sampdoria in questa stagione.

A costo di essere fortemente criticato voglio però sottolineare un dato di fatto:

Io a Torino durante un Juventus – Sampdoria non potrei MAI permettermi di girare con la sciarpa blucerchiata al collo nella zona dei gruppi organizzati bianconeri. Mai. Saprei di prendermi degli schiaffi o qualche coltellata. Sarebbe inevitabile. Non sarebbe giusto, sarebbe triste, violento e scandaloso, ma saltellare su un campo minato è pericoloso a prescindere dalle scarpe che si indossano. Ammesso nuovamente e non concesso nuovamente che la lettera sia vera si parla di un tifoso juventino che “si stava recando a casa e l’unica sua pecca era avere la sciarpa della Juventus legata alla gamba”. Se vai a casa perché ti sei portato la sciarpa della Juventus in una zona dove si riuniscono sempre gli Ultras della Sampdoria? Cosa pensavi potesse succedere? Pansoti e vino bianco?

Educhiamo i nostri figli alla non – violenza ma difendiamoli anche da un male che può causare gli stessi danni, l’ignoranza. L’ignoranza di pensare che anni di provocazioni, scontri, insulti, prese in giro e tensioni con tutta Italia non possano influire. L’ignoranza di credere che passeggiare in mezzo agli ultras della Sampdoria con la sciarpa della Juventus sia un “diritto”. La violenza c’è, nel calcio come nella vita. Esistono curve che si amano, si odiano e anche quelle che si ignorano. Insegniamo ai nostri figli ad ammiccare all’intelligenza, a capire che lo stadio è come un animale da conoscere e saper prendere, non a pretendere la pace da fiaba Disney. Insegniamo alle nuove generazioni di tifosi che la soluzione non è rinunciare allo stadio ma conoscerlo e migliorarlo. Sapendo dove stare e dove no.

 

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Matteo Politanò