Bilancio Juve, luci e ombre dietro il boom
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Bilancio Juve, luci e ombre dietro il boom

Passivo ridotto, ma le voci virtuose (stadio e marketing) crescono poco. E senza l'aiuto della Fiat e le cessioni affrettate di Immobile e Zaza...

Il bilancio chiuso dalla Juventus con un passivo di 6,7 milioni di euro in netto calo rispetto a un anno fa (-15,9) e, soprattutto, lontanissimo dal profondo rosso del 2010-2011, quando il club aveva chiuso in negativo per 95,4 milioni di euro, è un'ottima notizia per tutto il calcio italiano. E' la conferma che coniugare vittorie e solidità finanziaria si può, anche se i colossi europei restano lontanissimi e i 315 milioni del fatturato juventino (280,4 al netto delle plusvalenze) sono circa la metà di quanto appena dichiarato dal Real Madrid, la società più ricca al mondo. Il percorso virtuoso della Juventus è evidente e basta analizzare la progressione dei numeri per renderlo chiaro: dal -95,4 al -6,7 passando per il -48,7 del primo esercizio post-inaugurazione dello Juventus Stadium e il -15,9 dell'anno del ritorno in Champions League. Semmai va sottolineato che il pareggio di bilancio o l'eventuale utile è un appuntamento destinato ad essere rimandato nel tempo, considerato che la stessa Juventus prevede anche per il 2014-2015 un esercizio in perdita, pur contando di ridurre ulteriormente il passivo.

La lettura del bilancio, però, consente anche di dare qualche risposta alle domande dei tifosi. Ad esempio sul motivo della cessione veloce di Immobile prima del Mondiale, senza aspettare la vetrina che avrebbe potuto moltiplicarne il valore, oppure il significato delle operazioni con il Sassuolo che hanno allontanato dalla casa madre un talento come Zaza, il cui riacquisto costerà caro ad Agnelli e Marotta nei prossimi anni. E' tutto nero su bianco ed è il modo con cui la Juventus è riuscita a limitare il passivo di bilancio. L'eliminazione precoce dalla Champions League aveva creato un buco (complessivamente il valore della voce diritti tv è scesa da 163,5 a 151 milioni di euro) e bisognava intervenire. Ecco, dunque, il boom della voce 'plusvalenze', passato dai 9 milioni del 2012-2013 ai 35,4 di questo bilancio. Immobile ne è valsi 8, Zaza poco meno di 6. Un tesoretto da 14 milioni di euro messo insieme in pochi giorni prima della scadenza del 30 giugno e che ha coperto altri problemi, consentendo allo stesso tempo di non vendere alcun big. Almeno per quest'anno.

La voce 'plusvalenze' è, però, l'unica a essere esplosa in maniera così fragorosa. Se il bilancio si è chiuso con un trend positivo, infatti, il merito non va alle voci strutturali come ricavi da stadio o marketing. Qui c'è un aumento, ma in termini ridotti. Biglietti e altro salgono a 40,9 milioni (erano 38), mentre sponsor e pubblicità arriva a 60,2 (52,6) grazie, soprattutto, al bonus che Fiat ha riconosciuto versando 6 milioni extra. Incentivo giustificatissimo dai risultati sul campo, ma è evidente che si è trattato comunque di un intervento di parte correlata col club. Senza il bonus Fiat e senza le plusvalenze in massa di maggio e giugno il conto sarebbe stato molto più salato e quetso apre a un ragionamento di prospettiva che emerge mettendo in fila i numeri.

Lo stadio di proprietà ha fatto esplodere il fatturato nelle voci legate all'attività dello Stadium: dagli 11,6 milioni del 2010-2011 si è passati in pochi mesi a 31,8 per poi salire oggi a 40,9. Il trend di crescita è, però, normalizzato e il dato dei ricavi da abbonamenti - ad esempio - registra crescite ormai ridotte. Nel 2014-2015 segnerà 20,8 milioni di euro contro i 20,2 dell'ultima stagione. Anche l'area marketing sale con lentezza: 53,5 milioni nel 2011-2012, 52,6 un anno dopo e 54,2 (più bonus Fiat) la scorsa stagione. Le big europee sono lontanissime e il gap non verrà colmato nemmeno con i prossimi contratti pluriennali che entreranno in vigore nel 2015 con Adidas, per un valore da 23,2 milioni anno, e con la stessa Fiat (17 milioni contro gli attuali 13). In compenso sta crescendo con velocità vertiginosa il costo degli stipendi che in due anni è salito di oltre il 22% e si è mangiato tutto il ricavo virtuoso di stadio e marketing. Basta fare i conti: rispetto al 2011 le voci virtuose hanno portato incrementi per 15,8 milioni, gli stipendi della sola squadra ne hanno consumati oltre 30.

Il bilancio Juve è, dunque, un'ottima notizia per il club e per il calcio italiano ma conferma una debolezza strutturale. Dal 2015 le italiane (e la Juventus si candida in prima fila) godranno anche del vantaggio di un market pool Champions League ancora più ricco, effetto del contratto Mediaset che avrà benefici per tutti. Lo stesso vale per i diritti tv della serie A che nel triennio 2015-2018 saranno più vantaggiosi. Però il peso di questa voce rimane preponderante, anche troppo. Un antico difetto che nemmeno la nuova Juve sembra riuscire a cancellare. E cosa accadrà con la necessità di rinnovare con forti rialzi i contratti di alcuni big per cercare di trattenerli? Agnelli resisterà alla tentazione di sistemare ancora una volta il bilancio con le plusvalenze? Tante e medio piccole o una che vale per tutte, magari da 40-50 milioni?

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Giovanni Capuano