Beckenbauer, Baresi, Platini e l'Inter (mancata)
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Beckenbauer, Baresi, Platini e l'Inter (mancata)

Il "kaiser" ha raccontato di essere stato a un passo dal nerazzurro, ma non è stato l'unico. E tra tanti rimpianti, qualche volta è anche andata bene

Correva l'anno 1966. "Quell'estate, prima dei mondiali in Inghilterra avevo già firmato un pre-contratto con l'Inter, per una cifra pazzesca all'epoca, che ricordo ancora: 900 mila marchi tedeschi. Poi l'Italia ai mondiali andò talmente male che bloccarono i contratti con i giocatori stranieri e non se ne fece nulla. Sognavo di giocare a San Siro, con Facchetti, Suarez, Mazzola ed Herrera in panchina. Un sogno, peccato...".

Parola di Franz Beckenbauer, il "Kaiser" uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi che in quegli anni era secondo forse solo a Pelè. L'Inter lo aveva in mano, con tanto di firma, ma poi se lo è visto sfuggire via per questioni burocratiche ed un briciolo di sfortuna. Verrebbe da chiedersi cosa sarebbe successo con lui in campo: quanti scudetti o altre coppe dei campioni sarebbero arrivate nella bacheca della famiglia Moratti (l'allora presidente era Angelo). Basti pensare che la stagione successiva i nerazzurri arrivarono secondi in classifica ad un solo punto dalla Juventus ed in finale di coppa dei campioni persa con il Celtic.

Dubbi, considerazioni, "se" e "ma" nella mente dei tifosi della Beneamata, che però sono abituati a trovarsi ad un passo dal fuoriclasse prima di perderlo per un motivo o per l'altro. 

Come non ricordare ad esempio il caso di Michel Platini, che nel 1978 era di fatto già un giocatore dell'Inter: Mazzola (all'epoca uomo mercato) portò l'allora giovane talento francese prima a casa del presidente, Fraizzoli, poi persino ad Appiano Gentile dove incontrò Bersellini ed il suo vice. Era stato già stabilito tutto: il costo dell'operazione (80 milioni al Saint Etienne e 250 l'anno al giocatore), e ci fu persino il brindisi con una bottiglia di champagne francese, aperto in casa Fraizzoli in onore dell'ospite, il cui tappo però invece di finire "sparato" per aria cadde a terra con un rumorino sordo; un segno del destino. L'affare infatti rallentò per questioni economiche sui passaggi di denaro e per un presunto problema al ginocchio del giocatore; una frenata, questione di giorni, della quale approfittò la Juventus che fece suo il giocatore.

Ma c'è un altro "fuoriclasse" che l'Inter si è fatta sfuggire, anzi, in questo caso lo ha proprio scartato. Si tratta di Franco Baresi, bandiera del Milan vinci tutto degli anni '80 e '90. Era il 1974 quando alla Pinetina per un provino con le giovanili si presentano due fratelli: Franco e Giuseppe Baresi. L'allenatore li mette assieme ad un altro gruppo di giocatori poi emette il suo verdetto (sbagliato!). Beppe viene preso mentre Franco è scartato perché ritenuto troppo gracile e minuto. Com'è andata a finire lo sapete benissimo. Beppe si è rivelato un centrocampista di cuore, di certo non un campione. Franco è stato forse il difensore più forte del mondo per un decennio.

Ma non tutte le scelte dell'Inter in questi anni si sono rivelate un fallimento o un autogol. L'estate che precedette il "triplete" vide Josè Mourinho spingere per avere con sé Deco e Carvalho, già suoi fedelissimi al Chelsea. Marco Branca invece scelse (o preferì, come raccontano alcuni "ben informati") altri due giocatori: Lucio, per la difesa e Sneijder a centrocampo. E fu scudetto - coppa Italia - Champions League.

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Andrea Soglio