Balon Mundial: a Torino l'integrazione nasce sui campi da calcio
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Balon Mundial: a Torino l'integrazione nasce sui campi da calcio

Già definito la "Coppa del Mondo delle comunità migranti", è un torneo aperto ai cittadini stranieri che vivono nel nostro Paese

Si chiama Balon Mundial, si propone come un torneo di calcio in stile Coppa del mondo aperto agli immigrati residenti in Italia, ma in realtà è molto di più. E' un manifesto, tra i più colorati, appassionati e appassionanti degli ultimi anni, dell'integrazione tra persone che desiderano fortemente diventare cittadini del nostro Paese. Per partecipare attivamente alla vità della nostra comunità. Per essere liberi e orgogliosi di rappresentare loro stessi senza subire minacce di alcun tipo. Da Torino un segnale forte per un percorso possibile. Ne parliamo con Tommaso Pozzato, tra i fondatori del progetto nel 2007.

Mentre fuori e dentro il Parlamento si discute con toni da ultima frontiera sulla necessità di mettere un freno al fenomeno dell'immigrazione, a Torino va in scena quella che è già stata definita la Coppa del mondo delle comunità migranti. Tutto torna?
"Lontano da Torino si dovrebbe parlare di come gestire il fenomeno della migrazione, non di come fermarlo. Le migrazioni sono un fenomeno storico che caratterizza tutta la storia dell'umanità ed è un processo che non si può fermare. Balon Mundial nasce con l'idea di aiutare e favorire il processo di interazione tra le comunità che vivono il territorio - in attesa che le nuove generazioni che stanno già crescendo in un contesto multiculturale, e per accorgersene basterebbe osservare le nostre scuole o i gruppi di adolescenti che vivono i nostri quartieri - realizzino il nuovo modello di società. Durante la conferenza stampa di presentazione della nona edizione, il signor Mohamed, presidente della squadra del Mali, ha detto una cosa saggia: 'Noi siamo qua da 15-20 anni, i nostri giovani sono nati qua o arrivati piccoli, non potete nasconderci. A Balon Mundial dimostriamo che ci siamo, ma anche che vogliamo condividere le nostre tradizioni per arricchire la società italiana che ci sta ospitando'”.

A Torino l'immigrazione è un tema del quotidiano da diversi anni. Cosa può insegnare il capoluogo piemontese al resto della penisola?
"Balon Mundial nasce a Torino non per caso. Le politiche cittadine per la costruzione di una società multietcnica hanno concimato il terreno su cui è potuto nascere il nostro progetto. Oggi nei questieri della città sono ormai stabili buone pratiche di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini nella creazione di politiche pubbliche. Un esemio? Il Forum delle politiche dell'integrazione e dei nuovi cittadini, luogo nel quale si incontrano associazioni di comunità migranti, associazioni che lavorano per l'integrazione con l'obiettivo di condividere eventi e iniziative e creare una rete comune. E' giusto ricordare che Torino, prima della sentenza che ha permesso anche ai cittadini stranieri di partecipare al servizio civile, aveva creato il 'Servizio civile per stranieri', attraverso il quale i giovani stranieri potevano dimostrare il proprio impegno sociale con una opportunità formativa che prima era loro negata".

Lotta contro tutte le discriminazioni, educazione al fair-play, rispetto delle regole e risoluzione dei conflitti, questi i vostri obiettivi. Non vi pare un traguardo un po' troppo ambisioso per una manifestazione sportiva?
"Lo sport sviluppa e realizza questi obiettivi quotidianamente, solo che l'occhio è spesso orientato esclusivamente alla prestazione sportiva. Noi vogliamo invece riportare l'attenzione su una visione europea dello sport, una visione capace di valorizzare le sue capacità educative. Un buon atleta ha la capacità di lavorare in gruppo, rispettando regole quali la puntualità e la stretta collaborazione con i compagni. Proviamo a cambiare punto di vista: un datore di lavoro non cerca le stesse competenze in un giovane che deve inserire nella sua azienda? La discriminazione nello sport e nella vita è un prodotto culturale. Ricordatevi il campetto sotto casa, davanti a un pallone: non importa che tu sia bianco, nero, uomo, donna, giovane, vecchio, importa che tu sappia calciare bene il pallone e allora sarai mio compagno di squadra".

Chi finanzia Balon Mundial? Dove trovate il denaro necessario per organizzare l'evento?
"Balon Mundial è un torneo gratuito per tutti i partecipanti e l'organizzazione si fa carico di tutti i costi, dall'assicurazione agli arbitri. Negli anni ci siamo rivolti sempre più a sponsor privati a cui non chiediamo il solito rapporto ma di sposare la manifestazione, aderire ai valari ed aiutarci a svilupparla. Le politiche cittadine ci aiutano, concedendoci ad esempio i campi gratuitamente e le grafiche e l'affissione dei manifesti".

All'inizio, storia del 2007, era un torneo di calcio maschile con 11 squadre, oggi è molto di più. Come si è evoluto da allora il progetto? 
"Balon Mundial nasce come un torneo di calcio contro il razzismo, in realtà è un momento di incontro unico nel suo genere. Alcune comunità di migranti sono nate per partecipare a Balon Mundial e solo dopo si sono date una forma di associazione, altre vedono in Balon Mundial un momento di incontro intergenerazionle, dove i giovani nati e cresciuti in Italia giocano e i vecchi passano il testimone, diventano dirigenti, allenatori, supporter. Dopo i primi anni non abbiamo più dovuto cercare nuove squadre, sono le comunità che ci chiedono di partecipare, di essere rappresentate. Questo processo è ben visibile con il calcio femminile, nato nel 2011 ma che negli anni ha visto la creazione di più delle 10 squadre iscritte, a dimostrazione della volontà e dell'orgoglio di voler portare i campo i colori della propria nazione. L'edizione appena iniziata ha ricevuto oltre 42 richieste di partecipazione, frutto dei nuovi flussi migratori che hano creato nuove comunità come quella maliana e del gambia, che sono andate a compensare la scomparsa di molte comunità Sudamericane, che causa la crisi economica europea e il momento di sviluppo nei paesi di orgine ha favorito le politiche di rientro".

Tra le 35 squadre maschili che partecipano al torneo 2015, v'è la Ius Soli. Dove nasce e prende forma questa idea?
"La Ius Soli - Cittadinanza Sportiva è la squadra dei volontari di Balon Mundial. Come associazione, abbiamo deciso di sposare la causa e il modo migliore era di avere una squadra che la rappresentasse. La squadra ha una composizione multietcnica, un progetto nato nel 2009 che in questa edizione vuole festeggiare l'iter avviato per la cittadinanza sportiva, ovvero la possibilità data anche ai ragazzi figli di migranti di partecipare alle attività federali. Lo sport è spesso apripista di nuove politiche di integrazione, Balon Mundial è un esempio della società che verrà, la cittadinanza sportiva di un processo di integrazione che in futuro avrà anche un riconoscimento giuridico a 360 gradi".

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Dario Pelizzari